non configura un’ipotesi di responsabilità oggettiva, in quanto la responsabilità del datore di lavoro – di natura contrattuale – va collegata alla violazione degli obblighi di comportamento imposti da norme di legge o suggeriti dalle conoscenze sperimentali o tecniche del momento; ne consegue che incombe al lavoratore che lamenti di avere subito, a causa dell’attività lavorativa svolta, un danno alla salute, l’onere di provare, oltre all’esistenza di tale danno, la nocività dell’ambiente di lavoro, nonché il nesso tra l’una e l’altra, e solo se il lavoratore abbia fornito tale prova sussiste per il datore di lavoro l’onere di provare di avere adottato tutte le cautele necessarie ad impedire il verificarsi del danno
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 febbraio 2019, n. 5749 – Licenziamento per superamento del periodo di comporto – Malattia professionale – Non configura un’ipotesi di responsabilità oggettiva, in quanto la responsabilità del datore di lavoro – di natura contrattuale – va collegata alla violazione degli obblighi di comportamento imposti da norme di legge o suggeriti dalle conoscenze sperimentali o tecniche del momento
il 1 Marzo, 2019in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti, sicurezza sul lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 febbraio 2019, n. 5747 – Al di fuori dei casi di risarcibilità previsti direttamente dalla legge, il danno non patrimoniale è risarcibile unicamente se derivato dalla lesione di diritti inviolabili della persona riconosciuti dalla Costituzione
il 1 Marzo, 2019in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 febbraio 2019, n. 5747 Esposizione lavorativa all’amianto – Risarcimento del danno morale – Nesso causale tra la malattia denunciata e l’esposizione – Prova Fatti di causa 1. Il Tribunale di Massa, con separate sentenze nn. 115-116-117- 118 e 119 del 2014, aveva accolto le domande proposte da D. C., […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 febbraio 2019, n. 5744 – Il mancato riconoscimento dei contributi figurativi non può trovare giustificazione nell’avvenuta cancellazione dalle liste di mobilità per aver raggiunto il termine massimo di godimento di tale beneficio atteso che il richiamo alla mobilità non risulta pertinente
il 1 Marzo, 2019in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, PENSIONI
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 febbraio 2019, n. 5744 Lavoro socialmente utile – Lavoratori titolari di trattamento di mobilità – Contribuzione figurativa – Riconoscimento Fatti di causa La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato la decisione del Tribunale che aveva dichiarato il diritto di V. Z. a vedersi accreditati i contributi figurativi anche per […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 27 febbraio 2019, n. 5761 – In caso di risoluzione per mutuo consenso è necessario che sia accertata una chiara e certa comune volontà delle parti medesime di porre definitivamente fine ad ogni rapporto lavorativo, sicché la valutazione del significato e della portata del complesso di tali elementi di fatto compete al giudice di merito, le cui conclusioni non sono censurabili in sede di legittimità se non sussistono vizi logici o errori di diritto
il 1 Marzo, 2019in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
la norma, di cui all’art. 434 c.p.c., nel testo introdotto dall’art. 54 c. 1 lett. c) bis del D.L. 22 giugno 2012 n. 83, conv. nella L. 7 agosto 2012 n. 134, in coerenza con il paradigma generale contestualmente introdotto nell’art. 342 c.p.c. non richiede che le deduzioni della parte appellante assumano una determinata forma o ricalchino la decisione appellata con diverso contenuto, ma, in ossequio ad una logica di razionalizzazione delle ragioni dell’impugnazione, impone al ricorrente in appello di individuare in modo chiaro ed esauriente, sotto il profilo della latitudine devolutiva, il quantum appellatum e di circoscrivere l’ambito del giudizio di gravame, con riferimento non solo agli specifici capi della sentenza del Tribunale, ma anche ai passaggi argomentativi che li sorreggono”.Ha aggiunto la Corte che “sotto il profilo qualitativo, le argomentazioni che vengono formulate devono proporre le ragioni di dissenso rispetto al percorso adottato dal primo Giudice ed esplicitare in che senso tali ragioni siano idonee a determinare le modifiche della statuizione censurata chieste dalla parte
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