CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 22 marzo 2017, n. 7276
Tributi – Impresa familiare – Accertamento – Reddito d’impresa – Contabilità aziendale
Fatti di causa
P. A., esercente commercio al dettaglio di carni e prodotti derivati in regime di impresa familiare col coniuge, ricorre per la cassazione della sentenza della Commissione tributaria regionale della Campania, n. 38/4/12 dep. 16 gennaio 2012. Questa, in relazione a impugnazione di avviso di accertamento ex art. 39, comma 1 lett. d) del d.P.R. 600/73, col quale era stato rettificato, previo invio di questionario, il reddito d’impresa (ai fini Iva, Irpef e Irap per l’anno 2006), ritenendo inattendibile la contabilità aziendale, in riforma della sentenza di primo grado, ha accolto l’appello dell’Agenzia delle entrate. L’Agenzia delle entrate si costituisce con controricorso.
II ricorrente ha depositato successiva memoria.
Ragioni della decisione
1. Col primo motivo del ricorso P. A. deduce violazione di legge (art. 39, comma 1 lett. d) d.P.R. 600/73; artt. 2727 e 2729 c.c. e art. 53 cost.), per avere la C.T.R. statuito, in base a elementi presuntivi non univoci quanto alle percentuali di ricarico e di resa media al macello, non ancorate al dato specifico emerso dall’attività istruttoria (documentazione esibita in sede di questionario), fondando la decisione esclusivamente su studi di settore non adattabili alla specifica realtà aziendale.
2. Col secondo motivo si deduce vizio di motivazione (ex art. 360, n. 5 c.p.c.), non avendo la C.T.R. chiaramente individuato gli elementi sui quali ha fondato il proprio convincimento, essendo stata per contro fornita la prova dal contribuente – in base ad una serie di elementi, quali la diversa natura del bestiame commercializzato, il diverso dato di resa – erroneamente non considerata. In particolare la C.T.R. non ha indicato le ragioni per cui, a fronte delle diverse percentuali di resa e di ricavo indicate, si era determinata ad accogliere le diverse prospettazioni dell’Ufficio.
3. Col terzo motivo il ricorrente lamenta violazione e falsa applicazione degli artt. 2727 e 2729 c.c. e dell’art. 2967 c.c., non avendo la CTR fatto buon governo dei principi in base al riparto dell’onere della prova, avendo i giudici di appello omesso di rilevare che il metodo di determinazione dei ricavi in base alla percentuale di resa media era viziato ab origine, in quanto privo di effettivo e concreto riscontro.
4. I tre motivi, da esaminarsi congiuntamente, si risolvono in un diverso apprezzamento del fatto rispetto alla valutazione, immune da vizi logico-giuridici, compiuta dalla C.T.R., che ha ritenuto la documentazione fornita in esito al questionario inidonea a superare la ricostruzione dell’Ufficio. La C.T.R. ha infatti correttamente applicato il principio del riparto dell’onere della prova in ipotesi di contabilità aziendale inattendibile, che consente all’Ufficio (ex art. 39, primo comma, lett. d), del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600), di procedere alla rettifica del reddito anche sulla base di presunzioni, gravando sul ricorrente l’onere della prova contraria, nel caso di specie ritenuto non assolto. La CTR ha dato atto che l’Ufficio ha tenuto conto delle risultanze emerse dal questionario ed ha correttamente ricostruito i ricavi conseguiti e non dichiarati.
Non sussiste pertanto nemmeno il dedotto vizio di motivazione, avendo i giudici di appello fatto puntuale riferimento agli elementi addotti dal contribuente (caratteristiche degli animali della zona, percentuali medie di resa, ridotti margini di guadagno), ritenendoli inidonei a superare le presunzioni di maggior reddito. Ciò peraltro in base ad esame della documentazione, espressamente richiamata, ritenuta “non coordinata in relazione ai fatti in contestazione” e alla rilevata irrilevanza degli ulteriori assunti sulle percentuali relative al bestiame indigeno ed estero.
Il ricorso va conclusivamente rigettato.
Le spese seguono la soccombenza e vengono liquidate come in dispositivo
P.Q.M.
Rigetta il ricorso. Condanna il ricorrente al pagamento delle spese, liquidate in €. 3.000,00 oltre spese prenotate a debito.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 18 marzo 2021, n. 7637 - In materia di impresa familiare, il reddito percepito dal titolare, che è pari al reddito conseguito dall'impresa al netto delle quote di competenza dei familiari collaboratori, costituisce un…
- CORTE di CASSAZIONE, sezione lavoro, ordinanza n. 3266 depositata il 5 febbraio 2024 - In tema di impresa familiare, la quota di partecipazione agli utili e agli incrementi del familiare va determinata sulla base della quantità e qualità del lavoro…
- Corte di Cassazione, ordinanza n. 21356 depositata il 6 luglio 2022 - Se è vero che il giudicato nei confronti della società di capitali a ristretta base partecipativa - e concernente l'avviso di accertamento con cui si procede alla contestazione di…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 25 giugno 2021, n. 18332 - In tema d'imposte sui redditi, la presunzione legale (relativa) della disponibilità di maggior reddito, desumibile dalle risultanze dei conti bancari giusta l'art. 32, comma 1, n. 2, del d.P.R.…
- Corte di Cassazione ordinanza n. 11722 depositata il 12 aprile 2022 - In tema d'imposte sui redditi, la presunzione legale (relativa) della disponibilità di maggior reddito, desumibile dalle risultanze dei conti bancari giusta l'art. 32, comma 1, n. 2,…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 04 novembre 2020, n. 24606 - L'assegno per il nucleo familiare, disciplinato dall'art. 2 del d.l. 13 marzo 1988, n. 69, convertito in legge 13 maggio 1988, n. 153 ha natura assistenziale, sicché, ai sensi dei commi 2 e 6…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- La nota di variazione IVA va emessa entro un anno
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 8984 deposi…
- Gli amministratori deleganti sono responsabili, ne
La Corte di Cassazione, sezione I, con l’ordinanza n 10739 depositata il…
- La prescrizione quinquennale, di cui all’art. 2949
La Corte di Cassazione, sezione I, con l’ordinanza n. 8553 depositata il 2…
- La presunzione legale relativa, di cui all’a
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 10075 depos…
- Determinazione del compenso del legale nelle ipote
La Corte di Cassazione, sezione III, con l’ordinanza n.10367 del 17 aprile…