Il contribuente che richiede all’Amministrazione finanziaria di ritirare, in via di autotutela, un atto impositivo o un provvedimento irrogativo di sanzioni, divenuto definitivo, non può limitarsi a dedurre eventuali vizi dell’atto medesimo, la cui deduzione deve ritenersi definitivamente preclusa, ma deve prospettare l’esistenza di un interesse di rilevanza generale dell’Amministrazione alla rimozione dell’atto
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l'ordinanza n. 9225 depositata l'8 febbraio 2025, intervenendo in tema di impugnabilità del provvedimento di diniego dell'annullamento dell'atto tributario divenuto definitivo, ha ribadito il principio secondo cui "In tema di contenzioso tributario, il sindacato del giudice sul provvedimento di diniego dell'annullamento in sede di autotutela dell'atto tributario divenuto definitivo è limitato all'accertamento della ricorrenza di ragioni di rilevante interesse generale dell'Amministrazione finanziaria alla rimozione dell'atto, originarie o sopravvenute, dovendo invece escludersi che possa essere accolta l'impugnazione del provvedimento di diniego proposta dal contribuente che contesti vizi dell'atto impositivo per tutelare un interesse proprio ed esclusivo" (Cass., sez. V, ordinanza n. 7318 del 2022) La vicenda ha riguardato un contribuente che aveva chiesto all’Amministrazione finanziaria di ritirare, in via di autotutela, un avviso di accertamento divenuto definitivo. L'Amministrazione finanziaria [...]
Il principio di automaticità delle prestazioni previdenziali di cui all’art. 2116, comma 1, c.c. non si applica ai collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla gestione separata
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l'ordinanza n. 7019 depositata il 16 marzo 2025, intervenendo in tema di indennità di disoccupazione per i collaboratori iscritti alla gestione separata, ha ribadito il principio secondo cui "ai fini del riconoscimento della indennità di disoccupazione mensile denominata DIS-COLL, di cui all'art. 15 del d.lgs. n. 22 del 2015, il principio di automaticità delle prestazioni previdenziali, sancito dall'art. 2116, comma 1, c.c., non si applica ai collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla Gestione separata di cui all'art. 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995. (Sez. L - , Ordinanza n. 30474 del 26/11/2024 - Rv. 672692 - 01)" La vicenda ha riguardato un lavoratore che aveva avuto un contratto a progetto iscritto alla gestione previdenziale speciale e che aveva presentato all'INPS la domanda per indennità di [...]
L’esenzione IMU non si applica al titolare pro quota del diritto di proprietà sull’immobile, nel quale egli ed il suo nucleo familiare non dimorino stabilmente e non vi abbiano la residenza anagrafica
L'esenzione IMU non si applica al titolare pro quota del diritto di proprietà sull'immobile, nel quale egli ed il suo nucleo familiare non dimorino stabilmente e non vi abbiano la residenza anagrafica
Canone di locazione: la tassazione degli interessi ed aggiornamento possono essere tassati solo a seguito di apposita richiesta del locatore al conduttore
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l'ordinanza n. 8301 depositata il 29 marzo 2025, intervenendo in tema tassazione degli interessi sulle spese di ristrutturazione, ha statuito il principio di diritto secondo cui "la richiesta di pagamento degli interessi contrattualmente pattuiti dalle parti in conseguenza degli oneri sopportati dal locatore per la ristrutturazione dell’immobile, sia in caso di locazione ad uso diverso da quello di abitazione, sia in caso di locazione di immobili ad uso abitativo, costituisce condizione per il sorgere del relativo diritto; pertanto solo a seguito di tale richiesta il locatore può esigere il pagamento degli interessi, ne consegue che ove non sia stata richiesta la corresponsione, l’ente impositore non può invocare la presunzione di intervenuto versamento degli interessi ai fini dell’imposizione" La vicenda ha riguardato una società che aveva locato un proprio [...]
L’atto di diniego della variazione catastale, emesso a seguito di richiesta del contribuente, rientra tra quelli relativi alle operazioni catastali indicate nell’art. 2, comma 2, del D.Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l'ordinanza n. 7309 depositata il 19 marzo 2025, intervenendo in tema di impugnabili delle variazioni catastali nel processo tributario, ha ribadito il principio secondo cui "In tema di contenzioso tributario, l'atto di diniego della variazione catastale, emesso a seguito di richiesta del contribuente, rientra tra quelli relativi alle operazioni catastali indicate nell'art. 2, comma 2, del D.Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546 - norma quest'ultima che annovera nell'oggetto della giurisdizione tributaria tutte le controversie concernenti l'intestazione, la delimitazione, la figura, l'estensione, il classamento dei terreni e la ripartizione dell'estimo nonché quelle, concernenti la consistenza, il classamento delle singole unità immobiliari urbane e l'attribuzione della rendita catastale - per cui è impugnabile, ai sensi dell'art. 19, comma 1, lett. f), del D.Lgs. n. 546 del 1992, dinanzi al giudice [...]
Processo tributario: l’errore di fatto previsto dall’art. 395 n. 4, c.p.c.
La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 7363 depositata il 19 marzo 2025, sul tema, ha ribadito che “l'errore di fatto previsto dall'art. 395 n. 4, c.p.c., idoneo a costituire motivo di revocazione, consiste in una falsa percezione della realtà o in una svista sensoriale che abbia portato ad affermare o supporre l'esistenza di un fatto decisivo incontestabilmente escluso, oppure l'inesistenza di un fatto positivamente accertato dagli atti o documenti di causa, purché non cada su un punto controverso e non attenga ad un'errata valutazione delle risultanze processuali (Cass. 26/01/2022, n. 2236 Rv. 663756 - 01). L'art. 395 c. 4 cpc dispone in proposito, testualmente, che la revocazione è ammessa "se la sentenza è l'effetto di un errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa. Vi è questo errore quando la decisione è [...]
Legittimo il licenziamento per condotte extralavorative purché il fatto incolpato sia inteso non solo in senso materiale, ma anche in senso giuridico
Legittimo il licenziamento per condotte extralavorative purché il fatto incolpato sia inteso non solo in senso materiale, ma anche in senso giuridico
Non qualsiasi irritualità nell’acquisizione di elementi rilevanti ai fini dell’accertamento fiscale comporta, di per sé, la inutilizzabilità degli stessi, fatta esclusione per i casi in cui viene in discussione la tutela dei diritti fondamentali di rango costituzionale
Non qualsiasi irritualità nell'acquisizione di elementi rilevanti ai fini dell'accertamento fiscale comporta, di per sé, la inutilizzabilità degli stessi, fatta esclusione per i casi in cui viene in discussione la tutela dei diritti fondamentali di rango costituzionale