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News – Blog2025-09-05T04:43:42+02:00

sezione dedicata alle notizie - missione dello studio e del blog

Lo stress da lavoro correlato e i turni prolungati: limiti orari, obblighi del datore di lavoro

Nel nostro ordinamento il rapporto di lavoro subordinato è regolato, oltre che dai contratti collettivi e dalle norme sul lavoro, anche da principi generali diretti alla tutela della salute e sicurezza del lavoratore. In particolare: l’art. 2087 c.c. impone al datore di lavoro l’obbligo di adottare nell’esercizio dell’attività “le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del prestatore”. La normativa europea e nazionale sul lavoro (es. Direttiva 2003/88/CE sul lavoro di 48 ore-settimana, riposo settimanale, lavoro notturno, etc., recepita in particolare con il Decreto Legislativo 66/2003) fissa limiti orari, tempi di riposo e turni. La tutela costituzionale della salute (art. 32 Cost.) e della dignità del lavoratore (art. 36 e art. 41 Cost.) fornisce ulteriore fondamento alla responsabilità del datore in [...]

Il principio di inerenza nel reddito d’impresa – nozione, ambito e disciplina

Il principio di inerenza costituisce uno dei cardini fondamentali per la determinazione del reddito d’impresa, sia ai fini delle imposte dirette (IRES e IRPEF) sia dell’IVA. Esso funge da filtro logico-giuridico per individuare quali costi o spese possono essere riconosciuti fiscalmente come deducibili (o, in ambito IVA, come detraibili) e quali, invece, restano esclusi in quanto estranei all’attività d’impresa. Il tema della deducibilità dei costi nell’ambito del reddito di impresa trova nel principio di inerenza un cardine imprescindibile, sia per le imposte sui redditi sia per l’IVA. Il principio consente di distinguere tra costi effettivamente inerenti all’esercizio dell’impresa — e quindi deducibili o detraibili — e costi che, pur contabilizzati o fatturati, appartengono ad una “sfera estranea” all’attività d’impresa e non possono conseguentemente trovare riconoscimento ai fini fiscali. Con l’ordinanza n. 26312 del 29 settembre [...]

La notifica alla parte contumace nel processo tributario: profili e principi

Nel contenzioso tributario, così come in quello civile ordinario, la notifica degli atti processuali riveste un’importanza essenziale: essa è il mezzo attraverso cui si realizza la conoscenza dell’atto e si garantisce la piena operatività del contraddittorio, anche – e in modo particolarmente delicato – quando una parte risulti contumace, ossia non costituita. La contumacia, infatti, comporta che il processo prosegua in assenza della parte, ma ciò non dissolve le garanzie processuali: la notifica, la possibilità di impugnazione, l’efficacia del provvedimento richiedono che sia rispettata la disciplina relativa al destinatario e al luogo della notifica. Nel processo tributario – che ha norme speciali ma comunque incrocia quelle del codice di procedura civile in quanto compatibili – assume rilievo, tra l’altro, la questione della notifica del ricorso per cassazione alla parte intimata rimasta contumace in appello, come [...]

Il ricorso per cassazione nel processo tributario

Nel sistema del processo tributario, il ricorso per cassazione costituisce l’ultimo grado d’impugnazione avente natura di legittimità, non di merito. Esso non è chiamato a riesaminare i fatti, ma a verificare la correttezza dell’interpretazione e applicazione delle regole di diritto, nonché il rispetto dei principi procedurali che presidiano il giudizio tributario. Tale funzione “nomofilattica” fa sì che il ricorrente debba presentare, in forma rigorosa, le doglianze che attengono ai vizi di diritto riconosciuti dall’art. 360 c.p.c. (salvo le modifiche normative e le specificità del rito tributario). In particolare, deve rispettare i canoni di chiarezza e sinteticità (che non sono mere formalità, ma strumenti essenziali per permettere al giudice di legittimità di comprendere l’oggetto e i contenuti del contrasto giuridico). Proprio tali canoni sono al centro dell'Ordinanza n. 26186 depositata il 25 settembre 2025, che delinea con [...]

La motivazione della sentenza e il vizio di motivazione meramente apparente

La motivazione della decisione giudiziale non è un semplice ornamento formale, ma costituisce un pilastro fondamentale del sistema di giustizia: essa garantisce la trasparenza della decisione, la possibilità per le parti di comprendere le ragioni della decisione, e il controllo interno (in sede di appello) e l’azione di legittimità della Cassazione. In altri termini, la motivazione rende intellegibile l’“iter logico” seguito dal giudice dal momento dell’acquisizione delle prove alla determinazione finale. Questo vincolo si radica anche nella Costituzione: l’art. 111, comma 6, Cost., garantisce il diritto alle motivazioni delle decisioni giurisdizionali, e l’art. 113 Cost. (nel sistema delle leggi del processo) non può essere ignorato. La Suprema Corte ha più volte affermato che l’obbligo motivazionale ha una dimensione costituzionalmente orientata: non si tratta solo di un onere codicistico, ma di una vera garanzia dell’«indirizzo al pubblico» [...]

Il licenziamento disciplinare del dirigente: profili, limiti e i limiti della “analiticità” della verifica

Prima di analizzare la decisione della Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza n. 26609/2025 e i principi che ne discendono, è cruciale richiamare sinteticamente l'attuale quadro normativo e giurisprudenziale che disciplina in modo specifico il regime disciplinare del dirigente. Il dirigente, per la sua natura particolare (alta responsabilità, poteri organizzativi, coordinativi, autonomia decisionale), non rientra nel regime codificato dal combinato disposto delle leggi n. 604/1966 e n. 300/1970, quanto al limite legale del licenziamento. La legge 604/1966 (art. 10) esclude infatti l’applicabilità delle sue discipline al dirigente. Ciò comporta che il licenziamento del dirigente non è valutato mediante le categorie di “giustificato motivo” e “giusta causa” (nel senso proprio attribuito agli altri lavoratori), ma secondo la nozione contrattuale di giustificatezza del recesso. Tale nozione contrattuale (diversa da “giustificato motivo” ex lege e da “giusta causa” [...]

La notifica a mezzo PEC e il problema della casella piena

Nel sistema delle notificazioni telematiche tramite PEC, i punti centrali sono due: il momento del perfezionamento della notificazione (cioè il quando si considera che la notifica “si è realizzata”); la conoscibilità effettiva del contenuto dell’atto notificato da parte del destinatario. Il legislatore, in particolare con l’introduzione dell’art. 149‑bis del codice di procedura civile (nelle versioni applicabili al caso), ha stabilito che, per la notifica effettuata da pubblico ufficiale tramite PEC, il perfezionamento si realizza “nel momento in cui il gestore rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata del destinatario”. L’uso del sintagma «rende disponibile» ha, come afferma la Suprema Corte nell’ordinanza in commento, una valenza tecnico‐giuridica non neutra: non basta che il mittente trasmetta il messaggio, né che l’infrastruttura PEC generi una ricevuta — occorre che il documento sia effettivamente depositato nella [...]

L’indennità sostitutiva del preavviso e l’obbligo contributivo anche in presenza di rinuncia transattiva

L’indennità sostitutiva del preavviso, riconosciuta al lavoratore nei casi in cui il rapporto venga interrotto senza la concessione del periodo di preavviso contrattualmente o legalmente previsto, è pacificamente qualificata dalla giurisprudenza come voce di natura retributiva. Si tratta, in sostanza, di un’equivalente monetario di una prestazione lavorativa non resa, ma che, ove il preavviso fosse stato rispettato, sarebbe stata regolarmente remunerata. L'obbligazione contributiva previdenziale possiede un carattere pubblicistico e legale, il che la rende completamente autonoma e distinta rispetto al sottostante rapporto di lavoro e all'obbligazione retributiva. Di conseguenza, nessun accordo negoziale tra le parti (datore di lavoro e lavoratore) può modificarne o influenzarne l'esistenza e la misura. L'indennità sostitutiva del preavviso, data la sua intrinseca natura retributiva, è soggetta all'obbligo contributivo nel momento in cui il licenziamento, intimato senza il dovuto periodo di preavviso, [...]

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