CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE – Comunicato 28 ottobre 2020
CNF: “Sì a esame avvocati ma garantendo diritto alla salute”
– “Vista l’attuale situazione epidemiologica si richiede, nel caso non sia possibile garantire in assoluta sicurezza il colloquio orale in presenza, una proroga del termine previsto dal decreto Rilancio per autorizzare lo svolgimento a distanza di tutte le prove orali dell’esame da avvocato, includendo anche quelle calendarizzate dopo il 30 settembre 2020”.
È la richiesta che il Consiglio nazionale forense avanza a via Arenula in merito agli orali dell’esame di abilitazione alla professione forense, bandito con decreto del ministero della Giustizia a giugno 2019, e ancora non sostenuti.
“Laddove non sia possibile garantire un corretto esame orale in presenza- si legge nel documento indirizzato all’ufficio legislativo del ministero della Giustizia – assicurando il necessario distanziamento dei candidati, impedendo l’accesso agli accompagnatori, calendarizzando l’esame ad orari differenziati, sanificando gli ambienti, si rende necessaria una proroga che autorizzi lo svolgimento della prova orale da remoto oltre a quanto già previsto dal decreto Rilancio”.
Inoltre il Cnf, in merito alle prove scritte dell’esame 2020 che si terranno il 15, 16 e 17 dicembre, osserva “l’opportunità di consentire alle sottocommissioni che ne ravvisino la necessità motivandola, la correzione da remoto degli scritti, oltre alla necessità di aumentare o meglio dislocare i locali per l’esame, da adibire non solo nelle Corti d’Appello ma anche nelle sedi dei tribunali accorpate per provincia, ovviamente implementando il numero di personale addetto alla vigilanza e alle operazioni di espletamento delle prove scritte, in modo da garantire il diritto alla salute dei candidati. La consapevolezza della complessità – conclude il Consiglio nazionale forense in riferimento alle prove scritte di dicembre – di individuare in tempi brevi sedi e personale ulteriore rispetto a quelli programmati e il costante aggravarsi della situazione epidemiologica, induce a prendere in considerazione un rinvio della sessione 2020. Nel determinarne i tempi, tuttavia, occorrerà prestare particolare attenzione in quanto rinviare le prove significa posticipare l’abilitazione dei candidati che concludono la pratica nel corso del 2020 e, a strascico, ritardarne l’iscrizione all’albo che, anche in considerazione delle conseguenze economiche dell’emergenza pandemica, pare suscettibile di rappresentare un significativo pregiudizio per gli aspiranti avvocati”.
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