La Corte di Cassazione con la sentenza n. 14319 del 6 giugno 2013 ha affermato che “per i provvedimento del datore di lavoro a carattere ritorsivo, l’onere della prova inerente la natura dell’atto grava sul lavoratore, potendo esso essere assolto con la dimostrazione di elementi specifici, tali da far ritenere con sufficiente certezza l’intento di rappresaglia, il quale deve aver avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà del datore di lavoro, anche rispetto ad altri fatti rilevanti ai fini della configurazione del provvedimento illegittimo.
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