Con il decreto legge n. 133 del 30 novembre 2013 approvato dal Consiglio dei Ministri con cui si è disposta l’abolizione della seconda rata dell’IMU sulle abitazioni principali e relative pertinenze vengono determinate anche le coperture finanziarie per la predetta abolizione. I soggetti che sono chiamati alla integrale copertura di tale eliminazione sono le imprese ed in particolare il sistema bancario. Slitta al 10 dicembre il termine per il versamento del secondo acconto IRES e IRAP.
La soluzione alla copertura finanziaria dei 2,15 miliardi di euro occorrenti per l’eliminazione della seconda rata IMU è stata individuata dal Governo con l’incremento della percentuale degli acconti IRES e IRAP dovuti da banche, assicurazioni e altre società finanziarie per il 2013 che salirà al 130%.
Un ulteriore contributo arriverà dall’introduzione di un nuovo acconto sulle ritenute per il regime da risparmio amministrato (pari al 130% di quanto versato da gennaio a novembre).
In ogni caso sembra ormai segnata l’attivazione della clausola di salvaguardia prevista dal D.L. n. 102/2013 che prevede la possibilità, con decreto del Tesoro, di aumentare la misura degli acconti IRES e IRAP anche sulle altre imprese (con l’ipotesi più accreditata nelle ultime ore che prevede un innalzamento degli stessi al 103%).
Ad ogni modo, al fine di consentire agli operatori di rideterminare i conteggi, il termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto IRES è differito al 10 dicembre 2013 con riferimento a tutti i soggetti passivi d’imposta.
Il Consiglio dei Ministri a seguito del via libera giunto nei giorni scorsi da parte della Banca centrale europea, ha approvato un decreto legge che prevede la rivalutazione delle quote detenute in Banca d’Italia. Il provvedimento disciplina le modalità di rivalutazione delle quote di partecipazione detenute da banche e assicurazioni in Via Nazionale, ferme alle valutazioni del 1936 aggiornate in base all’inflazione. La rivalutazione comporterà l’emersione di un maggior valore compreso tra i 5 e i 7,5 miliardi di euro.
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