Nello svolgimento dell’attività di vigilanza sul rispetto della normativa di prevenzione della corruzione, l’Autorità ha riscontrato alcune carenze nei codici di comportamento adottati dalle università pubbliche, ai sensi dell’art. 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come sostituito dalla legge n. 190/2012, a integrazione del regolamento governativo recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, emanato con il d.P.R. 16 aprile 2013, n. 62. In particolare, si è rilevato che spesso la disciplina in materia di conflitto di interessi non considera le ipotesi in cui sia coinvolto il rettore.
L’art. 2 del d.P.R. 62/2013, nel definire l’ambito di applicazione del regolamento, stabilisce che le norme ivi previste costituiscono principi di comportamento per le categorie di personale in regime di diritto pubblico indicate all’art. 3 del d. lgs. 165/2001, fra le quali sono ricompresi i professori e ricercatori universitari, in quanto compatibili con le disposizioni dei rispettivi ordinamenti. Si rammenta inoltre quanto precisato nel PNA 2013 in merito ai codici di comportamento, che sono una specifica misura da inserire nei piani triennali di prevenzione della corruzione e devono essere caratterizzati da un approccio concreto. Il rispetto dei principi fissati nel d.P.R. n. 62/2013 comporta la determinazione di regole di condotta nonché di idonee e concrete modalità di controllo, dirette a orientare il comportamento di tutto il personale in coerenza con le finalità istituzionali perseguite dall’amministrazione. Si prende atto che gli atenei hanno adottato codici etici rivolti alla comunità scientifica, in attuazione di quanto disposto all’art. 2, co. 4, della legge 30 dicembre 2010, n. 240 (norme in materia di organizzazione delle università, al personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario). Tuttavia il rispetto della normativa anticorruzione (successiva alla riforma del sistema universitario) impone l’adeguamento delle disposizioni vigenti nei rispettivi ordinamenti in materia di regole di condotta, qualunque sia lo strumento adottato, con riferimento a tutto il personale degli atenei, ivi compresi i docenti e il rettore.
E’ pertanto necessario che i codici di comportamento delle università, attuativi della legge n. 190/2012, ove siano rivolti ai soli dipendenti tecnico-amministrativi, contengano un espresso riferimento al codice etico per quanto riguarda il personale docente, ivi compreso il rettore. Occorre inoltre che i codici etici contengano regole di condotta e misure concrete di controllo, in conformità ai principi del d.P.R. n. 62/2013, anche con riguardo al rettore.
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