ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMMERCIALISTI – Comunicato 11 giugno 2021
Controlli fiscali – Il ritorno del redditometro non è la soluzione
Abbandonato nel 2018, il redditometro, lo strumento finalizzato alla determinazione sintetica dei redditi delle persone fisiche, si prepara a tornare.
Il Dipartimento Finanze del MEF ha avviato la consultazione pubblica sullo schema di decreto per la definizione delle nuove regole sui controlli fiscali, che si applicheranno a partire dal periodo d’imposta 2016.
“Nonostante questa nuova operazione di restyling, nei confronti del ricorso al sistema dell’accertamento sintetico sulla base del contenuto induttivo di elementi indicativi della capacità contributiva continuiamo a nutrire forti riserve e purtroppo – prosegue il Presidente dell’ANC Marco Cuchel – i numeri dell’evasione fiscale nel nostro Paese ci dicono molto sulla reale efficacia di questo strumento”.
ANC si è espressa sempre in modo critico sul redditometro, come pure sullo spesometro e sugli studi di settore, e non ha mancato di evidenziare i limiti degli stessi ISA, questo perché sono tutti sistemi che ai fini dell’accertamento fiscale si affidano al dato generale di tipo statistico e non esclusivamente al dato effettivo, compromettendo così l’azione di difesa da parte del contribuente.
Il nuovo redditometro cerca di incasellare all’interno di valori la cui natura è puramente statistica ogni voce di spesa e consumo dei contribuenti, e la strada della consultazione pubblica, con il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori, sembra sostanziarsi più nella volontà di rafforzare la legittimità dell’adozione di questo sistema piuttosto che di raccogliere fattivamente suggerimenti e proposte migliorative.
Negli anni abbiamo assistito a molteplici evoluzioni del redditometro, protagonista, ogni volta, di interventi che avrebbero dovuto, almeno nelle intenzioni, migliorarne il funzionamento e l’applicazione.
Dei contribuenti non c’è operazione di rilevanza fiscale che l’Amministrazione Finanziaria non abbia già modo di conoscere dettagliatamente attraverso le molteplici banche dati delle amministrazioni pubbliche.
Il vero nodo dunque non è la mancanza di informazioni e dati ma riuscire a gestire in modo organizzato ed efficiente questo patrimonio di informazioni di rilevanza fiscale.
“Da questo – spiega il Presidente Cuchel – non si può prescindere se si vuole mettere in atto una attività di controllo che sia mirata, e non indiscriminata, e quindi realmente efficace a contrastare i fenomeni illeciti.”.
“Il nuovo redditometro probabilmente – conclude Cuchel – non avrà maggiore fortuna delle versioni che lo hanno preceduto, e comunque averne valutato la reintroduzione in un momento come questo, dove l’emergenza non è ancora alle spalle e dove difficile si delinea il post pandemia, non appare una scelta opportuna.”.
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