ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMMERCIALISTI – Comunicato 15 luglio 2020
CIG: Per molti lavoratori resta ancora un miraggio
La nuova procedura messa in campo dal legislatore per la concessione del trattamento di cassa integrazione alle aziende in difficoltà avrebbe dovuto essere più snella e semplice della precedente e far arrivare il denaro ai dipendenti in brevissimo tempo. Almeno così assicurava il Presidente del Consiglio nelle sue conferenze stampa, anche in quella di presentazione del D.L. Rilancio, unitamente ad altri esponenti del Governo.
Ma le cose sono andate davvero così?
Sarebbe bastato solo un click per poter richiedere le previste ulteriori 9 settimane di CIG, invece il legislatore ha stabilito un percorso nuovo. Intanto si sono allungati i tempi perché le domande di richiesta per le ulteriori 5 settimane, concesse dal D.L. 34/2020, non potevano essere presentate prima del 18.06.2020 ancorché coprissero periodi di maggio (le prime 9 settimane del D.L. 18/2020 arrivavano al 10.05.2020 per la grande maggioranza dei casi), con scadenza di presentazione entro il 17.07.2020.
Inoltre, ancora oggi, non sono chiare le modalità di presentazione delle domande per ciò che concerne la rendicontazione delle giornate autorizzate e non fruite (vedi messaggi Inps, circolare del Ministero del Lavoro, ecc).
Lo strumento innovativo, pensato per far avere i soldi subito ai dipendenti, non ha funzionato e si è rivelato molto più complesso ed articolato del precedente. Ad oggi le domande presentate con richiesta di anticipo del 40% sono state massivamente bocciate e la giustificazione fornita dall’Inps è che non sono state completamente utilizzate le precedenti 9 settimane, anche per un solo giorno!
Il DL 34/2020 precisa chiaramente che nei confronti delle CIG in deroga è sufficiente che le settimane siano state “autorizzate” dalla Regione. L’Inps, invece, chiede l’integrale fruizione di tutte le giornate delle 9 settimane, quindi se, come nella maggioranza dei casi, le aziende hanno richiesto la Cig dal 12.03.2020 (momento di disposizione del primo lockdown nazionale), evidentemente la loro richiesta non comprende i giorni 9 – 10 e 11 marzo e questo, secondo l’Inps, comporta il rigetto della domanda.
Purtroppo le cose non vanno meglio neppure per le domande che non richiedono l’anticipo: ad oggi queste domande sono ancora “in lavorazione”.
I dipendenti e le loro famiglie sono senza ammortizzatori sociali dal 10 maggio.
Per quanto riguarda la situazione degli artigiani (FSBA), questa è drammatica: pur avendo presentato domanda con accordo sindacale obbligatorio, pur avendo correttamente rendicontato tutte le assenze per i mesi di marzo, aprile maggio e giugno, il fondo ha liquidato solo la prima parte del mese di marzo. Ancora oggi, sul sito di FSBA risulta presente un avviso con il quale viene comunicato che sono in attesa dei fondi necessari per l’erogazione delle ulteriori prestazioni!
“Non è ammissibile – sostiene il Presidente ANC Marco Cuchel – che dopo aver assicurato interventi per risolvere i ritardi accumulati, la situazione non sia stata ancora sbloccata, ed è gravissimo che tante persone continuino a non ricevere alcun sostegno, considerando inoltre che per i professionisti svolgere il proprio lavoro in un sistema dove le procedure non funzionano e dove cittadini e imprese restano senza risposte, è estremamente arduo”.
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