ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMMERCIALISTI – Comunicato 26 agosto 2020

Quando il coccodrillo piange perché la giungla è invivibile

Stando alle dichiarazioni che circolano, sul tavolo del Ministro dell’Economia e su quello del Direttore dell’Agenzia delle Entrate (e di nessun altro nel Governo, pare) sembra ci sia la riforma fiscale del terzo millennio, la soluzione a quella che il Direttore Ruffini non ha esitato a definire una “giungla” insidiosa, dimenticando che Mef e Agenzia non sono di certo i soggetti che direttamente scontano tutte le storture e le farraginosità del sistema.

La riformulazione del calendario dei versamenti, annunciata in luglio dal Ministro Gualtieri, si dovrebbe sostanziare in un sistema che prevede determinazione e versamento dell’importo dovuto su base mensile, compreso il calcolo degli importi in deduzione. Tutto ciò non potrà mai tradursi in una semplificazione, ma comporterà invece un’enorme complicazione del sistema, che prevedrà ben 12 dichiarazioni annue, più l’eventuale conguaglio. Inoltre, si è del tutto all’oscuro sull’eventuale riparametrazione delle aliquote.

Un sistema così concepito, oltre ad aggiungere farraginosità (e forse anche onerosità), si scontra con il principio costituzionale dell’equità fiscale nei confronti dei soggetti contribuenti, creando disparità tra i percettori di reddito da lavoro dipendente e le partite IVA, i cui titolari non possono effettuare alcuna previsione.

È del tutto evidente che questo progetto sia mosso non tanto dall’intento di venire incontro ai cittadini e ai professionisti che li assistono, quanto dalla necessità di ottenere un flusso continuo di liquidità, a beneficio delle casse dello Stato oramai allo stremo.

“Una riforma fiscale imponente è assolutamente necessaria” dichiara Marco Cuchel, presidente ANC “ma proprio perché il progetto è di proporzioni considerevoli, in quanto deve eliminare un numero spropositato di complicazioni, ripetizioni, contraddizioni e vessazioni che si sono sedimentate nel tempo, richiede trasparenza e condivisione con gli attori principali che saranno poi chiamati ad applicarla: i commercialisti. A proposito di questo, non si può non sottolineare l’anomalia istituzionale e procedurale che vede l’Agenzia dettare l’agenda al Ministro. Se proprio l’Agenzia delle Entrate vuole fare la sua parte, non versi lacrime di coccodrillo e provveda a rimediare ad un sistema che rilascia circolari esplicative tardive o addirittura dopo la scadenza e che spesso contengono interpretazioni che superano la norma”.

“Una riforma fiscale seria non si fa in pochi giorni; piuttosto che essere scaraventati nel giro di un mese in un sistema dagli incerti sviluppi e dalle conseguenze imprevedibili” conclude Cuchel “preferiamo attendere ancora e rimanere nella giungla le cui principali insidie ci sono note da tempo” ANC – Comunicazione.