
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 9382 del 12 aprile 2017 intervenendo in tema di agevolazioni contributive ha affermato che gli studi professionali non hanno diritto allo sgravio contributivo per nuove assunzioni di cui alla legge n. 448/98.
La vicenda ha riguardo uno studio professionale che svolgeva l’attività di consulenza aziendale ed elaborazione dati contabili e fiscali a cui l’Istituto previdenziale ha inviato una cartella esattoriale ritenendo che lo stesso avesse indebitamente fruito dello sgravio contributivo di cui alla legge n. 448 del 1998 per il periodo maggio 1999 – aprile 2002. L’atto riscossivo è stato successivamente annullato dalla Corte d’appello di Lecce, in accoglimento dell’impugnazione proposta dal titolare dello Studio (nella specie, un commercialista).
Avverso la decisione dei giudici di appello l’INPS propone ricorso in cassazione.
Gli Ermellini accolgono le motivazioni dell’INPS in quanto è già stato chiarito che, “in tema di sgravi contributivi, i benefici previsti dall’art. 44, comma 1, della legge 28 dicembre 2001, n. 448 – con cui è stato prorogato il regime introdotto con l’art. 3, comma 5, della legge 23 dicembre 1998, n. 448 – si applicano, alla luce di una interpretazione letterale e teleologica, esclusivamente agli imprenditori, dovendosi escludere che l’agevolazione sia riconoscibile agli esercenti una libera professione, atteso il richiamo, nel testo della norma, all’art. 3, comma 6, della legge del 1998, espressamente riferito alle sole imprese, e la finalità, che caratterizza entrambe le disposizioni, di promuovere l’occupazione nel Mezzogiorno, realtà carente nel settore dell’imprenditoria. Né può ritenersi che tale previsione sia suscettibile di interpretazione estensiva od applicazione analogica attesa l’esistenza di disposizioni per l’ordinario pagamento dei contributi e la natura eccezionale di una norma che, in presenza di determinate condizioni, esoneri specifici soggetti dal generale obbligo contributivo, ponendosi una diversa interpretazione anche in contrasto con i vincoli in materia di aiuti di Stato imposti dalla Commissione europea, ed affermati con riguardo al citato art. 3, commi 5 e 6, legge n. 448 del 1998 (decisione SG (99) D/6511 del 10 agosto 1999), che ha ritenuto la conformità della disciplina nazionale alla politica comunitaria in materia di occupazione sul solo espresso presupposto che il beneficio riguardava le imprese.” (crf. Cass. Sez. Lav. n. 16092/2013. Si veda anche Cass. Sez. Lav. 8257/2010 3 n. 15688/2016).
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