C’è chi da tempo sta valutando l’ipotesi di smetterla di lavare i piatti a mano e comprare finalmente una lavastoviglie, chi la sera lasciandosi cadere sul divano pensa che sia ora di cambiarlo con un modello più comodo e chi ha accumulato pile di libri e ha bisogno di una libreria aggiuntiva. Sono spese, quelle per l’arredamento, che spesso si rimandano a tempi migliori.
Con l’emanazione ed entrata in vigore del decreto legge 63/2013 consente di beneficiare del bonus fiscale su mobili e grandi elettrodomestici, a condizione che l’acquisto rispetti una serie di requisiti di seguito elencati:
- requisito temporale. Pur non essendo specificato alcun limite nel comma riferito al bonus mobili (il 2 dell’articolo 16 del decreto 63), è probabile che lo sconto sia limitato al periodo in cui è possibile fruire della detrazione del 50% sulle ristrutturazioni, limitata a sua volta tra il 6 giugno e il 31 dicembre. Sul punto sono comunque attese le istruzioni dell’agenzia delle Entrate che dovrà anche chiarire se può beneficiare del bonus anche chi, alla data del 6 giugno, aveva già concluso i lavori di ristrutturazione.
- altro requisito essenziale per l’accesso all’incentivo riguarda l’immobile, a cui sono destinati i mobili o gli elettrodomestici, deve trattare di un immobile interessato – tra il 6 giugno e il 31 dicembre – da lavori di ristrutturazione.
- l’immobile non necessità di interventi “radicali”; infatti tra i lavori agevolati al 50% (fino a fine anno, per poi tornare al 36%) ci sono anche, per esempio, la semplice sostituzione di una serratura, l’installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici, l’apposizione di grate sulle finestre, le porte blindate, l’installazione di apparecchi di rilevazione di presenza di gas inerti, il montaggio di vetri antinfortunistici e l’installazione di corrimano lungo le scale.
Questi interventi, che spesso non richiedono una spesa eccessiva, oltre che essere agevolati (al 50% fino a dicembre) danno la possibilità di scontare dall’Irpef la metà della spesa per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, fino a un massimo di 10mila euro. La detrazione viene spalmata in dieci rate annue.
Una problematica non ancora risolta né dal decreto legge n. 63/2013 né da alcuna nota dell’agenzia delle Entrate hanno fatto chiarezza sui beni ammessi alla detrazione: non ci sono dubbi sui mobili (per esempio armadi, letti, divani, librerie, tavoli, sedie e cucine), mentre non dovrebbero rientrare tra le spese agevolate quelle relative a complementi di arredo (per esempio lampade, lampadari, soprammobili). Anche i mobili su misura beneficiano dell’agevolazione, così come – secondo i chiarimenti forniti dalla task force degli esperti di Federlegnoarredo – gli arredi da esterni, intesi come tavoli, sedie e divanetti.Sul fronte degli elettrodomestici, sono agevolati quelli «grandi», purché di classe energetica non inferiore ad A per i forni e ad A+ per tutti gli altri elettrodomestici. I «grandi elettrodomestici» sono – secondo la direttiva 2002/96/Ce sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) – i frigoriferi, i congelatori, le lavatrici, le asciugatrici, le lavastoviglie, gli apparecchi di cottura, le piastre riscaldanti elettriche, i forni a microonde, gli apparecchi elettrici di riscaldamento, i radiatori elettrici, i ventilatori elettrici e gli apparecchi per il condizionamento. Sembrerebbero, quindi, esclusi televisori, aspirapolveri, computer, robot da cucina e tutti gli altri elettrodomestici non inclusi in questa lista.
Un altro requisito da rispettare è quello relativo al pagamento, che deve avvenire tramite bonifico bancario o postale. Non solo: nel bonifico è necessario inserire la causale «Acqusito di mobili/elettrodomestici; detrazione del 50%, articolo 16-bis, Tuir», il codice fiscale del beneficiario dell’agevolazione e il numero di partita Iva del venditore.
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