La Corte di Cassazione con la sentenza n. 14376 del 07 giugno 2013 interviene in tema di emissione della cartella di pagamento per la riscossione dell’IRPEF risultante dalla dichiarazione del sostituto d’imposta, statuendo che non dev’essere preceduta dalla notifica della comunicazione del controllo cartolare al contribuente.
In particolare, i giudici di legittimità, precisano che è legittima la cartella di pagamento che non sia preceduta dalla comunicazione dell’esito della liquidazione, prevista dall’art. 36-bis, comma 3, del DPR n. 600 del 1973, sia perché la norma non prevede alcuna sanzione, in termini di nullità, per il suo inadempimento, sia perché tale comunicazione, avendo la funzione di evitare al contribuente la reiterazione di errori e di consentirgli la regolarizzazione di aspetti formali, è un adempimento rivolto esclusivamente ad orientare il comportamento futuro dell’interessato ed esula, quindi, dall’ambito dell’esercizio del diritto di difesa e di contraddittorio nei confronti dell’emittenda cartella di pagamento (Cass. n. 26361 del 2010). Il fatto che la mancata comunicazione non sia necessaria ad integrare i requisiti di validità della cartella rende irrilevante la questione se destinatario di tale comunicazione debba essere il sostituto o (anche) il sostituito.
La controversia ha riguardato l’impugnazione di una cartella emessa ex art. 36-bis D.P.R. n. 600 del 1973 in base a controllo di mod. 770/2000 per l’annualità d’imposta 1999, relativamente a redditi soggetti a tassazione separata. La Commissione adita rigettava il ricorso, ritenendo legittimo l’operato dell’Ufficio, in quanto il controllo riguardava il sostituto d’imposta e non si era proceduto ad una rettifica della dichiarazione del sostituto, ma solo ad una liquidazione delle imposte dovute dai sostituiti sulla base delle dichiarazioni presentate. La decisione era confermata in appello, con la sentenza in epigrafe, che riteneva l’illegittimità della cartella, in quanto, carente di motivazione ed emessa senza la previa comunicazione dell’esisto del controllo al contribuente, che doveva ritenersi obbligatorio anche per gli anni precedenti al 2000.
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