Corte di Cassazione sentenza n. 9661 del 13 giugno 2012
SICUREZZA SUL LAVORO – COMMITTENTE – CONTRATTO D’OPERA – LAVORI IN PROSSIMITA’ DI LINEE ELETTRICHE AEREE – INFORTUNIO MORTALE
massima
_________________
Vi è responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del fornitore del materiale per la morte di un lavoratore, a seguito di infortunio sul lavoro, in quanto, i soggetti responsabili, avevano disatteso in particolare l’obbligo di non far eseguire lavori in prossimità di linee elettriche aeree a distanza inferiore a cinque metri ed avevano omesso di predisporre misure di sicurezza atte ad evitare il contatto accidentale con le linee elettriche e di esigere dai dipendenti la loro osservanza.
Comportamento colposo del lavoratore – Esclusione della responsabilità del datore di lavoro – Condizioni – Abnormità e imprevedibilità della condotta del prestatore rispetto al procedimento lavorativo ed alle direttive ricevute – Necessità
Le norme dettate in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro sono dirette a tutelare il lavoratore non solo dagli incidenti derivanti dalla sua disattenzione, ma anche da quelli ascrivibili ad imperizia, negligenza ed imprudenza dello stesso, con la conseguenza che il datore di lavoro è sempre responsabile dell’infortunio occorso al lavoratore, sia quando ometta di adottare le idonee misure protettive, sia quando non accerti e vigili che di queste misure venga fatto effettivamente uso da parte del dipendente, non potendo attribuirsi alcun effetto esimente, per l’imprenditore, all’eventuale concorso di colpa del lavoratore, la cui condotta può comportare l’esonero totale del medesimo imprenditore da ogni responsabilità solo quando presenti i caratteri dell’abnormità, inopinabilità ed esorbitanza rispetto al procedimento lavorativo ed alle direttive ricevute, così da porsi come causa esclusiva dell’evento.
__________________
Fatto
1. – Con ricorso al Tribunale di Aosta, giudice del lavoro, Giu. El. e Ra. El. esponevano che il 26 giugno 1992 era deceduto, a seguito di infortunio sul lavoro, il loro fratello Fr. El. e che l’infortunio si era verificato in conseguenza della violazione delle norme di sicurezza ed antinfortunistiche, in quanto sia i committenti dei lavori che si stavano effettuando nella villetta presso cui l’incidente era avvenuto (S.a.s. St. Li., Gi. Be. e An. Gu.), sia l’appaltatore (S.a.s. Ar. e Lu. Mo.), sia il fornitore del materiale (S.n.c. Ed. Co. e Be. Ba.) avevano tutti concorso nella causazione del sinistro, disattendendo in particolare l’obbligo di non far eseguire lavori in prossimità di linee elettriche aeree a distanza inferiore a cinque metri e omettendo di predisporre misure di sicurezza atte ad evitare il contatto accidentale con le linee elettriche e di esigere dai dipendenti la loro osservanza. Domandavano perciò di accertarsi la responsabilità solidale di tutti tali soggetti e la loro condanna al risarcimento dei danni, con rivalutazione ed interessi.
2. – Si costituivano tutti i convenuti e veniva chiamata in garanzia la assicuratrice della datrice di lavoro, società L.I. S.p.a.; quindi, all’esito dell’istruttoria, il Tribunale, con sentenza dell’8 luglio 2005, rigettava la domanda ritenendo che l’incidente si era verificato per responsabilità esclusiva di Fr. El., il quale, disattendendo le specifiche direttive ricevute e adoperando modalità diverse da quelle in precedenza adottate per rifornire il cantiere di calcestruzzo, aveva posizionato l’autopompa non già sulla strada, ovvero in luogo distante dalla linea elettrica già nota agli operai, ma in prossimità di questa, che correva a nord della villetta in costruzione, sì da determinare il contatto del braccio mobile dell’autopompa con tale linea e la scarica elettrica da cui egli era rimasto folgorato.
3. – La decisione veniva confermata dalla Corte d’appello di Torino, che, con la sentenza qui impugnata, rigettava il gravame proposto dagli eredi del lavoratore. In particolare, la Corte di merito rilevava che: doveva essere esclusa la legittimazione passiva dei soggetti diversi dalla datrice di lavoro, essendo stata dedotta una responsabilità ex art. 2087 c.c. e dovendo escludersi alcun coinvolgimento di altri soggetti, quali il committente dei lavori e l’appaltatore delle opere di rifinitura, nell’attività di rifornimento del calcestruzzo; le condizioni richieste dalla norma, peraltro, dovevano essere escluse, che alla stregua dell’accertamento compiuto in giudizio era risultato che, in effetti, l’infortunio si era verificato per il comportamento imprevedibile e abnorme del lavoratore rispetto al procedimento lavorativo in precedenza seguito e alle direttive ricevute.
4. – Di questa sentenza domandano la cassazione gli eredi degli originari attori, intanto deceduti, con ricorso articolato in quattro motivi. Resistono con controricorso Lu. Mo., in proprio e per la società Ar., e la società Toro Assicurazioni S.p.a., incorporante della società L.I. S.p.a. (assicuratrice della datrice di lavoro società Ed. Co.), che ha proposto, altresì, ricorso incidentale condizionato con un unico motivo, precisato con successiva memoria ai sensi dell’art. 378 c.p.c.
Diritto
1. – In via preliminare, i ricorsi devono essere riuniti ai sensi dell’art. 335 c.p.c., in quanto proposti avverso la stessa sentenza.
2. – Il ricorso principale comprende quattro motivi.
2.1. – Il primo motivo denuncia violazione o falsa applicazione dell’art. 2087 c.c. Si lamenta che la Corte d’appello abbia escluso la responsabilità, anche a titolo di concorso, del datore di lavoro, pure in presenza di una violazione del preciso dovere di sorveglianza e controllo dell’attività del dipendente in occasione dell’infortunio lavorativo.
2.2. – Il secondo motivo denuncia violazione o falsa applicazione dell’art. 4 del d.P.R. n. 547 del 1955. Si deduce che in base a tale disposizione il committente dei lavori, come anche l’appaltatore, erano tenuti alla segnalazione della presenza di linee elettriche sul luogo di lavoro, sì che, nella specie, i medesimi, non avendo adempiuto a tale obbligo, dovevano essere ritenuti responsabili dell’infortunio occorso.
2.3. – Il terzo motivo denuncia violazione o falsa applicazione degli art. 1 e 3 del d.P.R. n. 164 del 1956, osservandosi che tali disposizioni prevedono in modo esplicito la responsabilità del committente e dell’appaltatore dei lavori in caso di violazione delle norme antinfortunistiche previste nel citato d.P.R. 547/1955.
2.4. – Il quarto motivo denuncia violazione o falsa applicazione dell’art. 11 del cit. d.P.R. 164/1956. Si precisa che la prescrizione della distanza minima dalle linee elettriche si riferisce, in particolare, anche alle macchine mobili adibite a lavori edilizi, come, nel caso in esame, la autopompa per il trasporto di calcestruzzo utilizzata dal dipendente, e che destinatari della relativa prescrizione devono ritenersi anche il committente e l’appaltatore dei lavori, sì che, nella specie, costoro dovevano essere considerati ugualmente responsabili dell’infortunio, derivante dalla mancata osservanza della distanza di sicurezza.
3. – Con l’unico motivo del ricorso incidentale condizionato, la società Toro Assicurazioni deduce che, in ogni caso, doveva essere esclusa ogni responsabilità in capo alla datrice di lavoro, sua assicurata, atteso che la sorveglianza sui lavori eseguiti presso la villetta in costruzione spettava, in via esclusiva, al committente e all’appaltatore dei medesimi, sì che, anche in considerazione delle modalità dell’incidente, la relativa, eventuale, responsabilità non poteva che essere attribuita a questi ultimi soggetti.
4. – Il primo motivo non è fondato.
4.1. – Ai fini della configurazione della responsabilità del datore di lavoro, ai sensi dell’art. 2087 c.c., deve ribadirsi quanto affermato da questa Corte in subjecta materia.
In particolare, le norme dettate in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, tese ad impedire l’insorgenza di situazioni pericolose, sono dirette a tutelare il lavoratore non solo dagli incidenti derivanti dalla sua disattenzione, ma anche da quelli ascrivibili ad imperizia, negligenza ed imprudenza dello stesso, con la conseguenza che il datore di lavoro è responsabile dell’infortunio occorso al lavoratore, sia quando ometta di adottare le idonee misure protettive, sia quando non accerti e vigili che di queste misure venga fatto effettivamente uso da parte del dipendente, non potendo attribuirsi alcun effetto esimente, per l’imprenditore, all’eventuale concorso di colpa del lavoratore, la cui condotta può comportare, invece, l’esonero totale del medesimo imprenditore da ogni responsabilità quando essa presenti i caratteri della abnormità, inopinabilità ed esorbitanza, necessariamente riferiti al procedimento lavorativo “tipico” e alla direttive ricevute, così da porsi come causa esclusiva dell’evento (cfr. Cass. n. 5920 del 2004; n. 4980 del 2006).
4.2. – Nella specie, i giudici di merito hanno accertato che, in presenza di una acclarata situazione di pericolo esistente al momento dell’infortunio e consistente nella elusione della distanza di sicurezza dalle linee elettriche aeree, tale elusione era dovuta all’iniziativa del lavoratore, la cui condotta, peraltro, si era rivelata del tutto “atipica” rispetto al procedimento lavorativo seguito ordinariamente, per la stessa fornitura e per la stessa manovra da eseguire nel medesimo cantiere, essendo emerso, in particolare, che il lavoratore già nei giorni precedenti si era recato con il datore di lavoro presso il cantiere per effettuare un sopralluogo ed era stato impegnato, insieme allo stesso datore di lavoro e ad altro operaio, per la medesima incombenza della fornitura del calcestruzzo mediante un’autopompa, ma in tali occasioni l’operazione era stata espletata collocando la macchina su un lato diverso del cantiere, a distanza di sicurezza dalla linea dell’alta tensione “che già era stata notata nei giorni precedenti”: tale circostanza, puntualmente accertata in sede di merito, vale ad escludere la responsabilità datoriale, atteso che la “atipicità” di un procedimento lavorativo pericoloso, nel quale l’operatore, per maggiore libertà di movimento, manovri la macchina dopo avere disatteso una prescrizione di sicurezza, peraltro ordinariamente seguita e conforme alle direttive impartite, impedisce la configurazione della colpa dell’imprenditore, tanto più se, come accertato nel caso in esame, l’operazione, già di per sé atipica quanto alla collocazione del mezzo meccanico, si sia rivelata pure incauta nell’espletamento della singola manovra essendo emerso che il lavoratore aveva fatto roteare il braccio dell’autopompa in maniera eccessiva, senza necessità, sino ad urtare i conduttori della linea elettrica.
4.3. – Va anche aggiunto che l’onere del datore di lavoro di provare di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno è assolto con la dimostrazione che il lavoratore preposto ad una determinata operazione sia un soggetto di indubbia professionalità e con specifiche conoscenze dei sistemi di sicurezza, sì da non rendersi necessaria una sorveglianza assidua da parte del datore di lavoro o di altri dipendenti (cfr. Cass. n. 2930 del 2005; n. 4980 del 2006 cit.): circostanza, questa, che il giudice di merito ha puntualmente riscontrato, avendo accertato che Fr. El. era un lavoratore esperto ed era stato addetto a lungo a simili macchine nelle sue esperienze di lavoro.
5. – Infondate sono altresì le censure sollevate con i restanti motivi, che si esaminano congiuntamente per la loro connessione.
5.1. – Occorre considerare che nel caso in cui più imprese operino contemporaneamente nello stesso cantiere, utilizzando in comune strutture o impianti, ciascuna di esse è tenuta, con riguardo alla propria attività imprenditoriale, all’osservanza delle specifiche regole legali, oltre che di quelle dettate dalla tecnica, dall’esperienza e dalla prudenza, che garantiscono l’incolumità e in genere la salute dei dipendenti, ed a vigilare che le condizioni di sicurezza imposte dalle specifiche disposizioni antinfortunistiche e dalla norma generale dell’art. 2087 c.c. sussistano sia all’inizio dell’attività lavorativa sia per tutto lo svolgimento di essa, finché permanga la situazione di pericolo (cfr. Cass. n. 7545 del 1987; n. 2451 del 2011).
5.2. – Nella specie, in base all’accertamento operato dai giudici di merito la responsabilità, anche di tipo concorsuale, del committente e dell’appaltatore dei lavori non può essere configurata in alcuno dei profili evidenziati dai ricorrenti. E infatti deve escludersi che la situazione dei luoghi comportasse un particolare rischio per i lavoratori, dipendenti dell’appaltatore o di imprese fornitrici di materiale, e ciò anche con riguardo alla presenza di linee dell’alta tensione, dato che – come s’è visto -tale circostanza era stata già segnalata e notata in occasione del sopralluogo e delle precedenti forniture di calcestruzzo, essendo pure emerso che in occasione del sinistro l’appaltatore dei lavori di costruzione aveva fatto notare a Fr. El. la diversità delle modalità di fornitura del calcestruzzo, da lui adoperate in tale occasione, rispetto a quelle seguite nei giorni precedenti.
Da ciò consegue che la situazione di pericolo, connessa alla poca distanza della macchina dalle linee elettriche aeree, non poteva certo essere attribuita al committente o allo stesso appaltatore, di cui, pertanto, la decisione impugnata ha esattamente escluso ogni responsabilità anche in relazione alla asserita violazione di prescrizioni antinfortunistiche.
6. – In conclusione, il ricorso è respinto, con conseguente assorbimento del ricorso incidentale condizionato.
7. – Si compensano le spese del giudizio, fra le parti costituite, in ragione della complessità delle questioni esaminate; nulla, al riguardo, nei confronti delle altre parti.
P.Q.M.
La Corte, riuniti i ricorsi, rigetta il ricorso principale e dichiara assorbito quello incidentale. Compensa, fra le parti costituite, le spese del giudizio di cassazione.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- CONSIGLIO NAZIONALE CDL - Comunicato 20 aprile 2020 - Fase 2: il lavoro cambierà per oltre 6 milioni di lavoratori di prossimità Camerieri, commessi, operatori sanitari, infermieri, estetiste: sono i lavoratori che necessitano di prossimità fisica e…
- CORTE di CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 49494 depositata il 13 dicembre 2023 - In tema di infortuni sul lavoro il dovere di sicurezza gravante sul datore di lavoro opera anche in relazione al committente, dal quale non può tuttavia esigersi un…
- CORTE DI CASSAZIONE, sezione penale, - Sentenza n. 39126 depositata il 18 ottobre 2022 - In tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro per valutare la responsabilità del committente, in caso di infortunio, occorre verificare in concreto…
- CORTE di CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 44360 depositata il 6 novembre 2023 - La responsabilità del committente per gli infortuni verificatisi in occasione dei lavori commissionati non è esclusa sulla base del mero rilievo formale per cui il…
- LEGGE n. 84 del 8 giugno 2023 - Ratifica ed esecuzione delle seguenti Convenzioni: a) Convenzione sulla salute e la sicurezza dei lavori, n. 155, fatta a Ginevra il 22 giugno 1981, e relativo Protocollo, fatto a Ginevra il 20 giugno 2002; b)…
- CORTE DI CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 27607 depositata il 15 luglio 2022 - La nomina del coordinatore per la progettazione o per l'esecuzione dei lavori non esonera il committente ed il responsabile dei lavori da responsabilità per la…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- Alla parte autodifesasi in quanto avvocato vanno l
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con la sentenza n. 7356 depositata il 19…
- Processo Tributario: il principio di equità sostit
Il processo tributario, costantemente affermato dal Supremo consesso, non è anno…
- Processo Tributario: la prova testimoniale
L’art. 7 comma 4 del d.lgs. n. 546 del 1992 (codice di procedura tributar…
- L’inerenza dei costi va intesa in termini qu
L’inerenza dei costi va intesa in termini qualitativi e dunque di compatibilità,…
- IMU: la crisi di liquidità non è causa di forza ma
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, ordinanza n. 7707 depositata il 21 m…