CONSIGLIO NAZIONALE DOTT COMM E ESP CON – Comunicato 06 novembre 2020
Fisco, Commercialisti: spostare le dichiarazioni al 10 dicembre
La categoria in audizione al Senato chiede anche una riforma strutturale che dia ai professionisti il diritto di sospendere l’attività lavorativa per situazioni di grave malattia.
Spostamento delle dichiarazioni dei redditi almeno al 10 dicembre e diritto per gli intermediari di sospendere l’attività lavorativa in caso di malattia grave e, con il Ristori 2, estensione dei contributi a fondo perduto ai professionisti. Sono alcune delle richieste formulate dal Consiglio nazionale dei commercialisti nel corso dell’Audizione sul Decreto Ristori, svoltosi questa mattina presso la Commissione Finanze del Senato.
Proroga dichiarazione dei redditi
“L’articolo 10 del Decreto Ristori – spiegano i Consiglieri nazionali della categoria delegati al Fisco, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal – ha prorogato al 10 dicembre 2020 i termini di presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta, relativa all’anno 2019, che erano altrimenti in scadenza al 31 ottobre 2020. L’evoluzione della situazione, caratterizzata da un accrescimento delle difficoltà operative e delle restrizioni, rende opportuno un adeguamento dell’ampiezza della proroga già concessa. In ogni caso, pare evidente l’opportunità di prevedere una parificazione, al 10 dicembre 2020 o al più ampio termine che risulterà possibile concedere, dei termini in scadenza il prossimo 30 novembre 2020 per la presentazione delle dichiarazioni annuali delle imposte sui redditi, per l’anno 2019”.
Gelosa e Postal aggiungono che “queste proroghe costituiscono nulla più che un “minimo sindacale transitorio” in attesa che venga finalmente ed auspicabilmente discussa una proposta seria e di riforma strutturale volta a valorizzare, ai fini dell’ottenimento di differimenti automatici dei termini in scadenza per la presentazione delle dichiarazioni fiscali, il diritto dei professionisti a sospendere l’attività lavorativa per situazioni di grave malattia, senza che da ciò possa discendere danno per i contribuenti che assistono, né per i professionisti medesimi, in termini di perdita della clientela per temporanea impossibilità di provvedere agli adempimenti di trasmissione telematica delle dichiarazioni fiscali”.
Fondo perduto anche ai professionisti
I commercialisti giudicano “coerente” la scelta di ricollegarsi direttamente alle risultanze delle istanze già presentate per il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio. Una disciplina che “garantisce una speditezza operativa nelle liquidazioni altrimenti impossibile” per l’erogazione del contributo a fondo perduto previsto ora dal Decreto Ristori. “Sarebbe tuttavia opportuno valutare di coniugare questa esigenza squisitamente operativa, che condividiamo e apprezziamo – aggiungono i commercialisti – con esigenze di razionalità e ragionevolezza nei criteri di attribuzione degli aiuti”.
Gelosa e Postal sottolineano anche “che il protrarsi della situazione di estrema difficoltà legata all’emergenza pandemica non può in alcun modo consentire che si protragga del pari l’esclusione a priori dei liberi professionisti da forme di aiuto che vengono riconosciute alle imprese, ivi comprese quelle individuali”. I commercialisti auspicano quindi che forme di aiuto vengano riconosciute ai professionisti “nelle ulteriori misure di ristoro che saranno previste da altri decreti a fronte dell’ampliamento oggettivo e soggettivo delle restrizioni alle attività economiche”.
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