CONSIGLIO NAZIONALE DOTT COMM E ESP CON – Comunicato 14 aprile 2020
Commercialisti, il Fondo Pmi copre solo il 41% dei finanziamenti
Risorse aggiuntive 1.729 milioni insufficienti per metà istanze. Miani: “Coperta troppo corta, servono altri 7 miliardi”
Il Fondo di garanzia per le Pmi (Piccole e medie imprese) rafforzato? Una “coperta troppo corta”, perché sostiene “il 41,36% delle richieste potenziali”. Lo denuncia il Consiglio nazionale dei commercialisti, secondo cui le risorse aggiuntive stanziate dal Governo sul Fondo, “pari a 1.729 milioni di euro, non sono sufficienti a coprire nemmeno la metà delle potenziali richieste di finanziamenti garantiti al 100% dallo Stato fino al 25% del fatturato e, comunque, fino a un massimo di 25.000 euro”. L’analisi della categoria professionale riguarda le novità introdotte dal decreto imprese e dal decreto Cura Italia per sostenere il tessuto produttivo alle prese con l’emergenza Covid-19.
In base alla rilevazione dei commercialisti, “le partite Iva individuali e le imprese con ricavi o compensi fino a 100.000 euro sono circa 4,2 milioni. Considerando una media di 20.000 euro, cui corrisponde una entità media di finanziamento spettante di 5.000 euro, l’erogazione di finanziamenti pari al 25% del fatturato per tutti i potenziali aventi diritto comporterebbe la concessione di garanzie da parte del Fondo centrale di garanzia per le Pmi per 21 miliardi”, mentre, si aggiunge, le partite Iva individuali e le Pmi con ricavi, o compensi superiori a 100.000 euro “sono circa 1,5 milioni: l’erogazione di finanziamenti pari a 25.000 euro per tutti i potenziali aventi diritto comporterebbe la concessione di garanzie da parte del Fondo centrale di garanzia per le Pmi per 37,5 miliardi”. Per i professionisti, “anche ipotizzando una leva finanziaria di 14 (tale per cui per ogni euro stanziato il Fondo rilascia 14 euro di garanzie), tali risorse sono sufficienti a erogare garanzie per non più di 24,2 miliardi”.
Per il presidente dei commercialisti italiani Massimo Miani “gli stanziamenti aggiuntivi disposti dal Governo con i due decreti emergenziali sin qui approvati sono sufficienti a garantire appena il 41,36% delle richieste potenziali di finanziamenti fino a 25.000 euro con garanzia al 100% dello Stato e, ove così assorbite, non sarebbero in grado di garantire nessun finanziamento di entità superiore”, però, giacché “la coperta è troppo corta, servono quanto prima i 7 miliardi di cui giustamente parlava il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli per rendere la dotazione del Fondo adeguata alle ambizioni dichiarate dal Governo e alle conseguenti aspettative delle imprese e dei lavori autonomi”.
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