CONSIGLIO NAZIONALE DOTT COMM E ESP CON – Comunicato 15 giugno 2020

Le iniziative della Commissione europea al centro dell’informativa Covid-19 – È online il 10° numero del documento periodico dei Commercialisti dedicato all’Attività internazionale con le novità sulle misure adottate per contrastare gli effetti negativi della pandemia

La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen

Mentre si riaccende la sfida europea fra Stati del Nord e Stati del Sud sulla successione di Mario Centeno alla guida dell’Eurogruppo, in queste settimane la Commissione europea ha avviato alcune importanti iniziative.

Tra queste, la proposta di modifica del bilancio UE 2020 per destinare già da quest’anno 11,5 miliardi di euro per il rilancio economico soprattutto nei Paesi più colpiti, l’avvio di nuove consultazioni con le parti sociali sulle modalità per garantire salari minimi equi a tutti i lavoratori europei e l’annuncio del progetto per il Solvency Support Instrument, un nuovo strumento che soddisferà le esigenze di ricapitalizzazione delle imprese europee in salute, ma a rischio per  le gravi difficoltà di solvibilità dovute alla crisi.

La Banca Centrale Europea ha quasi raddoppiato la dotazione del PEPP con altri 600 miliardi e una proroga fino a giugno 2021. Il piano pandemico di acquisto titoli arriva così a 1.350 miliardi che serviranno a sostenere la ripresa e a garantire migliori condizioni di finanziamento per l’economia reale, ma anche per le imprese e le famiglie.

Prospettive globali estremamente incerte quelle delineate nel nuovo Rapporto OCSE sulle previsioni di crescita, che prevedono per l’Italia una caduta del PIL fino al 14% nello scenario di una nuova ondata di contagi e conseguenti nuove chiusure, e una contrazione dell’11,3% nel caso in cui un nuovo lockdown non fosse necessario. Sulla stessa linea le recenti previsioni rese note dalla Banca mondiale che vedono un PIL in calo nel 90% dei paesi e il rischio di estrema povertà per milioni di persone in tutto il mondo.

In generale, in tutti i Paesi le misure di blocco sono riuscite a rallentare la diffusione del virus e a ridurre il numero di morti, ma hanno anche congelato le attività commerciali in molti settori, ampliato le disuguaglianze e minato la fiducia nel futuro. Anche se il percorso verso la ripresa è ancora lungo e incerto, è necessario e urgente realizzare profonde riforme strutturali che promuovano una crescita forte e sostenibile, l’innovazione e la trasformazione digitale.

Allegato

INFORMATIVA PERIODICA – Covid-19: International update n. 10

Aggiornamento e attività internazionali in risposta alla crisi COVID 19

UNIONE EUROPEA

ALTRE ORGANIZZAZIONI

PROSSIMI EVENTI

Per aggiornamenti e approfondimenti

UNIONE EUROPEA

Bilancio UE: la Commissione si attiva per rendere disponibili 11.5 miliardi di euro per la ripresa e il rilancio dell’economia nel 2020

Il 3 giugno, la Commissione ha proposto di modificare il proprio budget per il 2020 per rendere disponibili, a partire già da quest’anno, 11,5 miliardi di euro per la ripresa economica post crisi. Una volta disponibili, i fondi serviranno a sostenere le regioni che ne hanno particolare necessità, a supportare le imprese e a fornire aiuti anche oltre i confini dell’Unione.

La proposta segue il piano principale di rilancio della Commissione presentato a fine maggio e consistente in un nuovo strumento di ripresa, Next Generation EU, incorporato in un bilancio europeo a lungo termine potenziato e moderno. Come parte del piano, la Commissione ha proposto di raccogliere 750 miliardi di euro sui mercati e di incanalarli sulla ripresa UE. Affinché ciò sia possibile, ha proposto di aumentare temporaneamente il tetto di risorse del proprio bilancio a lungo termine (al massimo importo di finanziamenti che l’Unione può richiedere dagli Stati membri per coprire le proprie obbligazioni finanziarie) e la soglia dell’attuale spesa (il massimale del quadro finanziario pluriennale QFP). Per conseguire questo risultato, la Commissione ha proposto di modificare la Decisione Risorse Proprie – il testo legale che stabilisce le condizioni per il finanziamento del bilancio europeo. Per farlo è necessario il consenso unanime di tutti gli Stati membri e l’approvazione in base ai requisiti costituzionali nazionali.

Per colmare il lasso di tempo necessario alla ratifica della Decisione Risorse Proprie, e rendere disponibili i fondi per lavoratori, imprese e Stati membri già nel 2020, la Commissione ha proposto di rettificare l’attuale bilancio a lungo termine 2014-2020 in modo da consentire già per quest’anno una spesa più alta.

Q&A: Next Generation EU – Legal Construction

Salari minimi equi: la Commissione avvia la seconda fase di consultazione delle parti sociali

Il 3 giugno, la Commissione europea ha avviato la seconda fase di consultazione con organizzazioni sindacali e datori di lavoro europei sulle modalità per garantire salari minimi equi a tutti i lavoratori UE. I risultati della prima fase di consultazione avevano evidenziato la necessità di un’ulteriore azione dell’Unione e i recenti avvenimenti hanno reso ancora più urgente la richiesta di un intervento dell’UE per ridurre le sempre maggiori disuguaglianze salariali.

La pandemia ha colpito duramente la UE con gravi ripercussioni sulle economie degli Stati membri, sulle imprese e sui redditi dei lavoratori e delle famiglie. Ai fini della ripresa e per costruire economie eque e resilienti, occorre garantire retribuzioni che consentano di vivere in modo dignitoso. In tal senso, i salari minimi rivestono un ruolo fondamentale e sono rilevanti sia per i paesi che si basano unicamente su minimi salariali stabiliti con contratti collettivi sia in quelli dove vige un salario minimo legale.

Salari minimi che siano adeguatamente negoziati con le parti sociali, applicati e aggiornati possono:

– offrire ai lavoratori vulnerabili una riserva finanziaria nei periodi di difficoltà;

– creare maggiori incentivi al lavoro, migliorando così la produttività;

– ridurre le disuguaglianze salariali nella società;

– aumentare la domanda interna e la resilienza dell’economia;

– contribuire a colmare il divario retributivo di genere.

Se fissati a livelli adeguati, i salari minimi sostengono i lavoratori vulnerabili e contribuiscono a salvaguardare nel contempo l’occupazione e la competitività delle imprese.

Il documento della seconda fase di consultazione illustra le possibili modalità in cui l’UE può intervenire per fare in modo che i salari minimi siano fissati a livelli adeguati e tutelino tutti i lavoratori. L’iniziativa dell’UE intende garantire che:

– i salari siano determinati grazie a una contrattazione collettiva ben funzionante;

– i quadri nazionali consentano la determinazione e l’aggiornamento periodico dei salari minimi legali sulla base di criteri chiari e stabili;

– le parti sociali siano effettivamente coinvolte nella determinazione dei salari minimi legali per garantire la loro adeguatezza;

– siano eliminate o limitate le variazioni e le esenzioni a livello di salari minimi;

– i quadri nazionali in materia di salari minimi siano effettivamente rispettati ed esistano meccanismi di controllo.

Le parti sociali sono invitate a rispondere entro il 4 settembre 2020 alle domande poste dalla consultazione, che comprendono il tipo di strumento ritenuto più appropriato. La Commissione sta prendendo in esame strumenti di tipo sia legislativo che non legislativo, in particolare una direttiva in materia di condizioni di lavoro e una raccomandazione del Consiglio.

La Commissione propone uno strumento di prestito per il settore pubblico a sostegno degli investimenti verdi in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti

A fine maggio, la Commissione europea, nell’ambito del meccanismo per una transizione giusta, ha presentato la sua proposta per uno strumento di prestito per il settore pubblico che sarà reso operativo in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti. Lo strumento incoraggerà gli investimenti delle autorità del settore pubblico che sostengono la transizione verso un’economia climaticamente neutra, a beneficio delle regioni ad alta intensità di carbone e di carbonio. Lo strumento si avvale di 1,5 miliardi di euro di sovvenzioni a carico del bilancio UE e di prestiti a titolo di risorse proprie della BEI fino a 10 miliardi di euro. Mobiliterà tra i 25 e i 30 miliardi di euro di investimenti per aiutare le regioni e i territori maggiormente interessati dalla transizione verso un’economia climaticamente neutra, dando priorità a chi ha una minore capacità di sostenerne i costi.

Lo strumento sarà accessibile a tutti gli Stati membri, inizialmente sulla base di dotazioni nazionali, mediante inviti a presentare proposte che soddisfino i seguenti criteri:

– i progetti vanno a beneficio dei territori individuati nei piani territoriali per una transizione giusta approvati;

– i progetti ricevono un prestito dalla BEI a titolo dello strumento; e

– i progetti non generano flussi sufficienti di redditi di mercato.

I progetti devono rispettare la politica di prestiti della BEI e i settori di investimento comprenderanno le infrastrutture dell’energia e dei trasporti, le reti di teleriscaldamento, i trasporti pubblici, le misure di efficienza energetica e le infrastrutture sociali, nonché altri progetti che possono andare direttamente a beneficio delle comunità nelle regioni interessate e ridurre i costi socioeconomici della transizione verso un’Europa climaticamente neutra entro il 2050.

I piani territoriali forniranno il quadro per il sostegno offerto dai tre pilastri del meccanismo per una transizione giusta: un Fondo per una transizione giusta che fornirà le sovvenzioni, un regime speciale nell’ambito di InvestEU per attirare gli investimenti privati e il nuovo strumento di prestito per il settore pubblico appena proposto. La Commissione sta fornendo un sostegno mirato per l’elaborazione dei piani territoriali per una transizione giusta ai 18 Stati membri, tra cui l’Italia, che l’hanno richiesta. Gli Stati membri, in collaborazione con gli stakeholder nazionali e locali sono responsabili in prima persona della stesura del piano che poi presenteranno alla Commissione per l’approvazione che è indispensabile per poter ricevere i finanziamenti. La proposta sarà oggetto di negoziazione con il Parlamento europeo e il Consiglio in vista di una sua rapida adozione.

Commissione europea presenta un nuovo strumento di sostegno alla solvibilità delle imprese

La Commissione europea ha recentemente annunciato il progetto per la definizione del Solvency Support Instrument (SSI), un nuovo strumento per aiutare l’economia europea a ripartire, superando le gravi conseguenze socio-economiche della pandemia da coronavirus.

Il SSI, elaborato sulla base del fondo per gli investimenti strategici già esistente (European Fund for Strategic Investments- EFSI), soddisferà le esigenze di ricapitalizzazione delle imprese in salute in tutta Europa che sono messe a rischio dalle gravi difficoltà di solvibilità dovute alla crisi. Le stime della Commissione basate sui dati aziendali suggeriscono che le necessità di sostegno alla solvibilità potrebbero ammontare nella regione a 720 miliardi di euro solo per il 2020, ma sarebbero anche più alte se le misure di lockdown dovessero rimanere in vigore per un periodo maggiore o nel caso di una seconda ondata pandemica, e in uno scenario di stress in cui il PIL si contrae del 15.5%, le necessità salirebbero a 1.200 miliardi. I deficit di capitali risultanti dalle restrizioni sociali ed economiche impattano direttamente su imprese, lavoratori e famiglie. Qualora non fossero affrontati, porterebbero ad un periodo più lungo di bassi investimenti e alta disoccupazione. Inoltre, il loro impatto interesserebbe settori e regioni in modi differenti, mettendo a rischio il mercato unico, specialmente dato che gli Stati membri hanno capacità molto diverse di sostenere le proprie imprese mediante gli aiuti di Stato. Domande e risposte: Solvency Support Instrument

Report della Commissione sulla resilienza digitale

L’11 giugno, la Commissione europea ha pubblicato i risultati per il 2020 dell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Digital Economy and Society Index – DESI), che monitora le prestazioni digitali globali dell’Europa e misura i progressi dei paesi UE nella competitività digitale, che quest’anno sono stati riscontrati in tutti gli Stati membri e in tutti i principali settori misurati nell’indice. La pandemia di Covid-19 ha dimostrato la grande importanza delle tecnologie digitali, che hanno reso possibile la prosecuzione del lavoro, il monitoraggio della diffusione del virus e hanno accelerato la ricerca di cure e vaccini. Gli indicatori DESI che riguardano la ripresa segnalano la necessità per gli Stati membri di incrementare la copertura delle reti ad altissima capacità (Finlandia, Germania, Ungheria e Italia sono i paesi più avanzati in termini di preparazione al 5G), migliorare le competenze digitali dei cittadini e digitalizzare ulteriormente le imprese e il settore pubblico. Comunicato stampa Domande e Risposte per approfondire

Consultazione pubblica della Commissione europea sul pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali

Il 1° giugno, la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla legge sui servizi digitali per raccogliere pareri, prove e dati da parte di privati, imprese, piattaforme online, rappresentanti del mondo accademico, società civile e da tutte le parti interessate al fine aiutare le istituzioni nella formulazione del futuro codice normativo per i servizi digitali.

La consultazione riguarda i temi della sicurezza online, libertà di espressione, equità e condizioni di parità nell’economia digitale. Il quadro giuridico relativo ai servizi digitali è rimasto invariato dall’adozione, nel 2000, della direttiva sul commercio elettronico, quindi pur avendo certamente contribuito alla crescita dei servizi digitali europei risulta ormai inadeguato ad affrontare le diverse problematiche odierne legate al ruolo e alla responsabilità delle piattaforme online. L’Europa ha bisogno di un quadro normativo moderno per ridurre la crescente frammentazione delle normative nazionali, per meglio garantire agli utenti europei le medesime protezioni e alle imprese europee condizioni di parità per rinnovarsi, crescere e competere a livello globale. La sicurezza degli utenti e il rispetto dei loro diritti fondamentali, in particolare la libertà di espressione, devono essere garantiti sistematicamente.

La consultazione è incentrata sui due filoni di lavoro:

– La prima serie di norme riguarderebbe i principi fondamentali della direttiva sul commercio elettronico, in particolare la libertà di fornire servizi digitali in tutto il mercato unico UE in conformità alle norme del luogo di stabilimento e un’ampia limitazione di responsabilità per i contenuti creati dagli utenti.

– La seconda misura tratterebbe la questione della parità di condizioni nei mercati digitali europei, l’accesso ai quali è attualmente controllato da alcune grandi piattaforme online. Si lavorerà quindi per correggere gli squilibri di mercato e promuovere competitività e innovazione.

La consultazione è rivolta a pubblico, fornitori di servizi digitali, incluse le piattaforme online, imprese che si rivolgono online ai consumatori, autorità, ONG, rappresentanti del mondo accademico e altre parti interessate. I rispondenti sono invitati a fornire il proprio contributo alla consultazione entro l’8 settembre 2020 in una delle lingue ufficiali dell’UE. La consultazione orienterà le proposte della Commissione per il pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali, che dovrebbero essere pubblicate alla fine dell’anno.

Relazione 2020 sull’economia blu: i settori “blu” contribuiscono alla ripresa e al Green Deal europeo

L’11 giugno, la Commissione europea ha pubblicato la “relazione 2020 sull’economia blu dell’UE”, con i risultati dei settori economici UE connessi agli oceani e all’ambiente costiero. Con un fatturato di 750 miliardi di euro nel 2018, l’economia blu UE gode di buona salute con un numero di occupati che nel 2018 ha raggiunto i cinque milioni, con una crescita dell’11,6 % rispetto all’anno precedente, trainata principalmente dal turismo costiero. Nonostante le gravi ripercussioni della pandemia di coronavirus sul turismo costiero e marino, della pesca e dell’acquacoltura, nell’insieme l’economia blu è potenzialmente in grado di dare un enorme contributo alla ripresa in senso ecologico, la cosiddetta “ripresa verde”. L’UE, leader mondiale per la tecnologia energetica oceanica, si avvia infatti a produrre fino al 35% della sua energia elettrica da fonti offshore entro il 2050. Poiché l’attuale crisi dovuta al coronavirus tocca tutti i settori economici, inclusa l’economia blu, la Commissione ha adottato rapidamente specifiche misure mirate a tutelare l’economia UE, inclusi i diversi settori dell’economia blu.

Aiuti di Stato: la Commissione approva il regime fiscale italiano per il trasporto marittimo

L’11 giugno, nell’ambito delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, in particolare alla luce dei suoi orientamenti in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi, la Commissione europea ha approvato la proroga fino alla fine del 2023 di varie misure italiane a sostegno del trasporto marittimo nel quadro del regime del “Registro Internazionale” dell’Italia. Il sistema incoraggia le compagnie di navigazione a immatricolare le loro navi in Europa, garantendo così standard sociali, ambientali e di sicurezza più elevati. L’Italia si è inoltre impegnata a modificare il proprio regime per evitare indebite distorsioni della concorrenza e discriminazioni tra le compagnie di navigazione e i registri dei diversi paesi dello Spazio economico europeo (SEE). Grazie al regime del “Registro Internazionale” alle compagnie di navigazione vengono concesse una riduzione dell’imposta sulle società e altre agevolazioni. La misura italiana così come modificata e approvata prevede che una compagnia di navigazione che intenda beneficiare del regime del “Registro internazionale”, debba avere una gran parte della sua flotta battente la bandiera di uno Stato membro dell’UE o di un paese del SEE.

La Commissione ha concluso che, alla luce degli impegni che l’Italia dovrà rispettare entro sette mesi dall’adozione della decisione della Commissione, il regime italiano è conforme alle norme UE in materia di aiuti di Stato, contribuirà alla competitività del settore dei trasporti marittimi UE e incoraggerà l’immatricolazione delle navi in Europa, garantendo al contempo gli elevati standard sociali, ambientali e di sicurezza europei e condizioni di parità.

La Commissione pubblica un quadro generale di tutte le misure nazionali di aiuti legati al COVID approvate finora, incluse quelle per le PMI

Le scorse settimane la Commissione europea ha garantito agli Stati membri una serie di deroghe alle norme europee per gli aiuti di Stato per agevolare le misure di supporto alle PMI che stanno combattendo la crisi dovuta al COVID. La Commissione ha ora pubblicato un documento unitario che riassume tutti i regimi nazionali di supporto che hanno ricevuto il suo benestare. Tra questi, molti regimi, sebbene non tutti, sono esplicitamente rivolti alle PMI.

Fiscalità: il Consiglio approva conclusioni sulla futura cooperazione amministrativa

Il 2 giugno, il Consiglio europeo ha approvato conclusioni che stabiliscono orientamenti e priorità politiche in previsione di ulteriori riforme sulla futura evoluzione della cooperazione amministrativa nel settore fiscale nell’UE.

La cooperazione amministrativa aiuta le autorità fiscali nazionali a riscuotere e salvaguardare le entrate fiscali ed è inoltre essenziale per individuare e limitare la frode fiscale.

La prima direttiva relativa alla cooperazione amministrativa risale al 2011, da allora, il suo ambito di applicazione è stato ampliato cinque volte e ora comprende:

– lo scambio di informazioni finanziarie a fini fiscali tra autorità nazionali

– i ruling fiscali transfrontalieri e gli accordi preventivi sui prezzi di trasferimento

– le rendicontazioni specifiche per paese, che forniscono determinate informazioni finanziarie relative alle società multinazionali più grandi

– l’accesso alle informazioni sulla titolarità effettiva

– le informazioni su meccanismi transfrontalieri di pianificazione fiscale potenzialmente aggressiva.

Nelle conclusioni il Consiglio ha evidenziato che, alla luce della necessità di ripresa dalla crisi causata dalla pandemia, gli sforzi tesi a migliorare la cooperazione amministrativa per contrastare la frode e l’evasione in ambito fiscale assumono una particolare importanza.

Relazione ECOFIN al Consiglio europeo sulle questioni fiscali

Il 5 giugno, il Consiglio ECOFIN ha pubblicato un progetto di relazione per fornire una panoramica dei progressi conseguiti sulle politiche fiscali nel corso del semestre di presidenza croata della UE. La relazione evidenzia in particolare l’accordo raggiunto sul il pacchetto legislativo relativo alla trasmissione e allo scambio obbligatori di informazioni sui pagamenti pertinenti ai fini dell’IVA, l’adozione della direttiva sul sistema comune d’imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda il regime speciale per le piccole imprese, le conclusioni sulla futura evoluzione della cooperazione amministrativa nel settore fiscale nell’UE e i negoziati sulla revisione della direttiva sulla cooperazione amministrativa per affrontare l’urgente necessità di rinviare determinati termini per la comunicazione e lo scambio di informazioni nel settore fiscale a causa della pandemia di Covid-19. La relazione contiene inoltre un aggiornamento dettagliato su altri fascicoli fiscali significativi, quali la Base imponibile (consolidata) comune per l’imposta sulle società, il Pacchetto sulla “tassazione del digitale”, e la posizione UE sui negoziati internazionali e i progressi sull’Action Plan per l’IVA. Il 1° luglio 2020, la Germania assumerà la Presidenza UE per il successivo semestre.

Il Parlamento europeo pubblica un nuovo studio sul ruolo delle PMI nella strategia industriale UE

Il servizio di ricerca del Parlamento europeo ha recentemente pubblicato il documento SME focus – Long- term strategy for the European industrial future, un nuovo studio incentrato sul ruolo delle PMI nella strategia industriale UE a lungo termine. Il documento presenta le recenti strategie per le PMI e quelle digitali, insieme al Green Deal europeo, e raccomanda alla Commissione la rigorosa applicazione del principio Think Small First nelle valutazioni di impatto e nelle considerazioni politiche. Lo studio invoca inoltre l’elaborazione di diverse strategie per le diverse categorie di PMI, dichiarandosi a favore di una politica di sostegno alle PMI che rispecchi l’ambizione della transizione verde e digitale.

La BCE aumenta il piano d’acquisti anti-Covid: altri 600 miliardi

Nella riunione del 4 giugno il Consiglio direttivo della BCE ha adottato alcune importanti decisioni di politica monetaria. Tra queste quella di incrementare la dotazione del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP) di 600 miliardi di euro, raggiungendo così un totale di 1.350 miliardi di euro.

In risposta alla revisione al ribasso dell’inflazione connessa alla pandemia, l’espansione del PEPP allenterà ulteriormente la posizione monetaria dell’Eurozona, sostenendo le condizioni di finanziamento nell’economia reale, specialmente per le imprese e le famiglie. Gli acquisti continueranno a essere effettuati in maniera flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i vari paesi.

Per quel che riguarda le altre decisioni, la Bce ha confermato i tassi ai livelli attuali e che gli acquisti netti nell’ambito del programma di acquisto di attivi (App, il ‘vecchio’ Quantitative easing) proseguiranno al ritmo mensile di 20 miliardi di euro, insieme agli acquisti nell’ambito della dotazione temporanea aggiuntiva di 120 miliardi di euro, fino alla fine dell’anno.

Il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria.

Per approfondire

Autorità bancaria europea: gli effetti della crisi da Coronavirus

La crisi causata dalla pandemia di Covid-19 ha avuto effetti significativi su molte banche all’interno dell’Unione bancaria. A supporto dei membri del gruppo di lavoro sull’Unione bancaria, ABE ha redatto il documento, Banking Union: Corona crisis effects, contenente le relazioni informative sulle osservazioni pubblicate e sulle azioni intraprese da autorità di vigilanza, agenzie di rating del credito, federazioni bancarie o altri esperti del settore, al fine di indicare gli sviluppi rilevanti nel settore bancario.

Il documento fa seguito alla valutazione preliminare pubblicata da ABE il 25 maggio scorso sull’impatto del Covid-19 sul settore bancario europeo, basata sui dati trasmessi dalle banche UE riferiti principalmente all’ultimo trimestre del 2019.

ESMA lancia una consultazione pubblica sui mercati di crescita per le PMI

L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati ha avviato una consultazione pubblica sul funzionamento del regime del mercato della crescita per le piccole e medie imprese (PMI) e su due progetti di norme tecniche. Questi riguardano rispettivamente una norma tecnica sui contratti di liquidità e una sull’elenco degli addetti ai lavori (insider list) degli emittenti sui mercati di crescita per le PMI con l’obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi degli scambi, salvaguardando l’integrità dei mercati.

Le parti interessate possono trasmettere le loro osservazioni entro il 15 luglio 2020.

ALTRE ORGANIZZAZIONI

OCSE

OCSE Economic Outlook, giugno 2020 – L’economia mondiale in bilico

La pandemia di coronavirus ha portato alla peggiore crisi sanitaria ed economica a livello globale dalla seconda guerra mondiale, che sta creando un’incredibile incertezza e danni enormi per la salute, il lavoro e il benessere delle persone. L’economia globale si trova quindi a camminare su un filo, i tempi per la ripresa sono lunghi, con effetti economici di lungo periodo, che colpiranno in maniera sproporzionata le fasce più deboli. Nel nuovo Economic Outlook 2020 recentemente pubblicato da OCSE, si evidenziano le sfide politiche rappresentate dalla cooperazione per realizzare e distribuire un vaccino e per sostenere i lavoratori e le aziende, garantendo protezione sociale alle fasce più deboli. Il documento si focalizza su due scenari ugualmente possibili, il primo prevede una seconda ondata del virus con nuovi lockdown entro la fine del 2020, nel secondo invece la seconda diffusione pandemica viene scongiurata.

Nel secondo trimestre 2020, le stime OCSE prevedono un calo del PIL globale vicino al 10%, con un dato anche peggiore per l’area OCSE intorno a -13%. Nel caso di un ritorno dei contagi e del lockdown, il paese più colpito dovrebbe essere la Spagna, con un teorico -14%, seguita a poca distanza da Francia, Italia e Regno Unito. Fra le principali economie, la Cina, anche nello scenario peggiore, dovrebbe limitare il calo del Pil sotto il -4% mentre gli Usa supererebbero il -8%.

Con una nuova ondata e conseguenti chiusure, l’Italia rischia quindi un calo del PIL 2020 fino al 14%, con una ripresa del 5,3% nel 2021, mentre nello scenario senza necessità di nuovi lockdown, il calo del PIL italiano dovrebbe attestarsi all’11,3% con un rimbalzo di +7,7% per il 2021.

Secondo il rapporto OCSE nonostante i duri colpi dovuti allo scoppio della pandemia, in Italia il settore industriale potrebbe riprendersi rapidamente, mentre sarebbe quello turistico ad essere maggiormente vulnerabile agli effetti di una crisi prolungata, con danni soprattutto per le piccole e medie imprese che dominano questo settore.

L’OCSE invita il nostro Paese ad impegnarsi al massimo nella realizzazione di riforme strutturali e le imprese a beneficiare del sostegno per aggiornare, investire e innovare e a spostarsi su settori con migliori prospettive. L’Italia infine dovrebbe accelerare sull’adozione delle tecnologie digitali, come dimostrato dal rapido passaggio durante la crisi al ‘lavoro agile’ e ai servizi online, per potere aumentare la competitività del nostro sistema-Paese.

BANCA MONDIALE

Report giugno 2020 – Crisi epocale e recessione

Nel Report di giugno 2020 appena diffuso la Banca mondiale prevede per l’economia a livello globale il crollo più violento dal dopoguerra ad oggi con il PIL in calo nel 90% dei paesi e il rischio di indigenza per milioni di persone in tutto il mondo. Nel 2020, il PIL mondiale potrebbe diminuire del 5,2% con una ripresa del 4,2% nel 2021, mentre per il commercio la contrazione prevista è del 13%.

Secondo la Banca mondiale, la flessione per l’Eurozona sarebbe la peggiore tra le economie avanzate con un -9,1% e una parziale ripresa del 4,5% nel 2021.

ACCOUNTANCY EUROPE

Pubblicazioni per il settore pubblico: affrontare il periodo post crisi

Accountancy Europe ha recentemente pubblicato due documenti a supporto del settore pubblico nel periodo post crisi pandemica e sulla sostenibilità.

La crisi innescata dal coronavirus ha portato i governi a stanziare in brevissimo tempo ingenti risorse finanziarie, la maggior parte ha definito con una rapidità ammirevole programmi per sostenere cittadini e imprese. La pubblicazione di AcE, Coronacrisis: actions for the public sector, vuole fornire idee su come il settore pubblico può reggere l’impatto della crisi.

– punti chiave

– azioni a breve termine

– azioni a lungo termine

La crisi non avviene in modo isolato, ma evidenzia le altre crisi già in corso, ad esempio la crisi climatica, le ineguaglianze e la crisi demografica. I piani per il post crisi devono supportare la ripresa economica che promuove a sua volta la sostenibilità. La professione contabile può aiutare i governi e le imprese ad affrontare questa transizione vitale.

La pubblicazione di AcE, Coronacrisis: lessons for a more sustainable future, approfondisce questo aspetto fornendo spunti interessanti.

Sondaggio: il 61% delle piccole imprese è soddisfatto del proprio commercialista

Accountancy Europe segnala l’ultimo sondaggio svolto da OnPay, in base al quale il 61% delle PMI è pienamente soddisfatto della gamma di servizi offerti dai commercialisti e la maggior parte definirebbe il proprio commercialista un “consulente fidato”. Il sondaggio mostra anche che le buste paga, attivi e passivi, proiezioni finanziarie, flussi di cassa, consulenza aziendale sono funzioni chiave che i proprietari delle PMI vogliono dai propri commercialisti. Un numero significativo di PMI si aspetta inoltre dal proprio commercialista consulenze sui software, sui benefici per i dipendenti e risorse umane. L’83% delle PMI invece chiede al proprio commercialista anche consulenze in ambito tecnologico. Il sondaggio è stato svolto in un momento in cui le PMI, che combattono per sopravvivere alle difficoltà causate dalla pandemia, hanno bisogno di tutto il supporto e la consulenza possibili.

IFAC

IFAC Action Plan: Trasformare i piccoli studi a fronte della pandemia

L’International Federation of Accountants (IFAC) ha recentemente pubblicato un Action Plan per la trasformazione dei piccoli studi di professionisti contabili durante la pandemia. Il documento, Practice Transformation Action Plan, a Roadmap to the Future, evidenzia come il COVID-19 stia accelerando l’adozione di strumenti tecnologici per molti studi i cui dipendenti lavorano ora da remoto in base a contratti di lavoro flessibili. La situazione senza precedenti sta fornendo ai professionisti contabili importanti opportunità di adattarsi e fornire servizi in un ambiente economico in rapido cambiamento. I commercialisti sono nelle condizioni di offrire ai propri clienti una gamma di servizi per aiutarli ad affrontare questi tempi difficili e incerti.

COVID-19 Risorse dal Network IFAC

Vi ricordiamo l’iniziativa di IFAC che ha creato una pagina web dedicata contenente risorse, linee guida e consigli provenienti dai diversi organismi membri e da altri stakeholder. L’obiettivo è quello di fornire un supporto agli organismi professionali e ai singoli professionisti che devono adattarsi, rinnovarsi e gestire una situazione di rapidi cambiamenti ed evoluzione continua creata dalla pandemia.

La pagina web viene aggiornata periodicamente con le nuove risorse disponibili.

SMEUnited

SMEunited sulla Strategia UE per la ripresa e sull’accesso al credito per le PMI

In un recente comunicato stampa SMEunited ha dichiarato che la Strategia UE per la ripresa è un forte segnale di solidarietà combinato alla volontà e agli strumenti per rafforzare gli Stati membri più colpiti dalla crisi e l’Unione europea nel suo complesso.

SMEunited riconosce il fatto che le PMI sono al centro di questa strategia e concorda sull’obiettivo di utilizzare la ripresa per rafforzare la concorrenza economica e politica dell’Europa e deve contribuire a rendere le PMI europee più verdi e digitali.

SMEunited ha reso noti i risultati di un suo recente sondaggio sulle problematiche che le PMI devono affrontare al momento di richiedere un prestito. Come reazione alle molteplici lamentele da parte delle PMI in questo senso, la European Banking Federation EBF e SMEunited hanno pubblicato una dichiarazione congiunta con le raccomandazioni per migliorare il flusso di credito alle PMI.

Per approfondire:

Access to bank loans in times of COVID