CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 12 febbraio 2020, n. 3420
Tributi – Accertamento – Studi di settore – Rideterminazione ricavi – Legittimità – Reddito dichiarato non idoneo a giustificare il sostentamento del nucleo familiare
Rilevato che
Il contribuente ha impugnato un avviso di accertamento relativo all’anno di imposta 2006, per maggior reddito imponibile conseguente all’applicazione degli studi di settore, contestando la pregnanza degli elementi addotti dall’amministrazione finanziaria, asserendo non essere tali elementi supportati da ulteriori elementi di prova;
che la CTP di Caserta ha parzialmente accolto la domanda del contribuente rideterminando i ricavi e la CTR della Campania, con sentenza in data 20 gennaio 2012, ha rigettato l’appello del contribuente e l’appello incidentale dell’Ufficio, ritenendo corretta la rideterminazione dei ricavi da parte del giudice di primo grado, rilevando che parte contribuente non ha addotto alcun elemento idoneo a contrastare le risultanze degli elementi parametrici di cui agli studi di settore, nonché osservando che il reddito dichiarato dal contribuente non sarebbe idoneo a giustificare il sostentamento del proprio nucleo familiare;
che propone ricorso per cassazione parte contribuente affidato a due motivi, l’Ufficio ha depositato atto di costituzione senza svolgere difese scritte;
Considerato che
con il primo motivo il ricorrente deduce illegittimità della sentenza per extrapetizione («ultra petitorietà»), e «violazione delle norme sul giusto procedimento amministrativo»; pur non indicando il ricorrente le norme violate del procedimento amministrativo, il ricorrente si duole del fatto che la sentenza di appello, nel confermare la sentenza di primo grado, ha confermato la rideterminazione dei ricavi operata dalla CTP, anziché statuire in ordine alla illegittimità dell’accertamento, accertando nel merito i redditi del contribuente e sostituendosi, così, all’Ufficio nel potere di accertamento, ritenendo che tale accertamento travalichi la causa petendi dedotta davanti al giudice tributario;
che con il secondo motivo si deduce «violazione delle norme in matertà di giusto procedimento e di diritto di difesa», deducendo come l’avviso di accertamento si fondi unicamente sull’applicazione degli studi di settore, lamentando assenza di contraddittorio, nonché erroneità della sentenza di appello (oltre che della sentenza di primo grado) nella parte in cui ha ritenuto di non porre a carico dell’Ufficio la prova dei fatti costitutivi della pretesa tributaria;
che il primo motivo di ricorso è infondato, posto che il processo tributario non è un processo sull’atto, né è diretto alla mera eliminazione giuridica dell’atto impugnato, ma conduce a una pronuncia di merito, sostitutiva sia della dichiarazione resa dal contribuente, sia dell’accertamento dell’ufficio (Cass., Sez. V, 30 ottobre 2018, n. 27560); il procedimento tributario non può, pertanto, limitarsi a una mera pronuncia rescindente dell’atto impugnato, ma deve giungere a una pronuncia di merito, sostitutiva dell’accertamento dell’ufficio (come anche della dichiarazione del contribuente: Cass., Sez. V, 19 settembre 2014, n. 19750); è, pertanto, il rapporto sostanziale posto a fondamento dell’atto impositivo che costituisce il petitum sostanziale del procedimento tributario e che va compiutamente descritto e ripercorso dal giudice del merito (Cass., Sez. VI, 15 ottobre 2018, n. 25629), al fine di operare una motivata valutazione sostitutiva (Cass., Sez. V, 30 ottobre 2018, n. 27574; Cass., Sez. V, 19 novembre 2014, n. 24611);
che correttamente, pertanto, la sentenza di appello ha confermato la sentenza di primo grado, nella parte in cui aveva rideterminato i ricavi;
che il secondo motivo è, invece, inammissibile sotto più profili, sia per assenza dell’indicazione delle norme di legge che si asseriscono violate – né essendo evincibili tali norme dall’esposizione delle ragioni di diritto della impugnazione (Cass., Sez. V, 23 maggio 2018, n. 12690; Cass., Sez. U., 24 luglio 2013, n. 17931) – sia in relazione alla censura della sentenza nella parte in cui non avrebbe accertato i fatti costitutivi della pretesa tributaria, acc ertamento di pertinenza del giudice del merito ed escluso In questo giudizio, in quanto questione attinente all’apprezzamento delle prove, insindacabile in sede di legittimità (Cass., Sez. III, 12 ottobre 2017, n. 23940), sia in relazione alle censure mosse avverso l’avviso di accertamento, posto che le nullità degli atti si convertono in motivi di impugnazione, che devono condurre a impugnare specifiche statuizioni della sentenza;
che il ricorso va, pertanto, rigettato, nulla per le spese in assenza di costituzione dell’Ufficio intimato;
P.Q.M.
Rigetta il ricorso.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 05 ottobre 2020, n. 21290 - Il processo tributario è annoverabile tra quelli di "impugnazione-merito", in quanto diretto ad una decisione sostitutiva sia della dichiarazione resa dal contribuente sia dell'accertamento…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 12 gennaio 2022, n. 693 - L'art. 38, quarto comma, citato non impone all'Ufficio di procedere all'accertamento contestualmente per i due o più periodi di imposta per i quali esso ritiene che la dichiarazione non sia…
- Corte di Cassazione, ordinanza n. 161 depositata il 3 gennaio 2024 - L'attribuzione al giudice tributario, da parte dell'art. 12, comma 2, della legge n. 448 del 2001, di tutte le controversie in materia di tributi di qualunque genere e specie,…
- Corte di Cassazione, sezione tributaria, ordinanza n. 1707 depositata il 16 gennaio 2024 - Il processo tributario è annoverabile tra quelli di impugnazione-merito, in quanto volto a una decisione sostitutiva dell'accertamento dell'Ufficio, sicché il…
- CORTE di CASSAZIONE - Ordinanza n. 8308 depositata il 23 marzo 2023 - Avuto riguardo alle statuizioni rese in sede di cassazione (totale o parziale) della sentenza impugnata, il rinvio per ragioni di merito (cd. proprio) costituisce la fase rescissoria…
- CORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 1209 depositata il 17 gennaio 2023 - Il processo tributario è annoverabile tra quelli di "impugnazione-merito", in quanto diretto ad una decisione sostitutiva sia della dichiarazione resa dal contribuente, sia…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 10267 depositat…
- L’Iva detratta e stornata non costituisce elusione
L’Iva detratta e stornata non costituisce elusione, infatti il risparmio fiscale…
- Spese di sponsorizzazione sono deducibili per pres
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 6079 deposi…
- E illegittimo il licenziamento del dipendente in m
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 8381 depositata…
- Illegittimo il licenziamento per inidoneità fisica
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 9937 depositata…