Corte di Cassazione ordinanza n. 19394 del 16 giugno 2022
accertamenti c.d. a “tavolino” – contraddittorio endoprocedimentale – non sussiste l’obbligo di redigere un apposito verbale di chiusura delle operazioni
RILEVATO
che l’Agenzia delle entrate ricorre avverso la sentenza della CTR per la Calabria di riforma della pronuncia della CTP di Cosenza ove erano state rigettate le ragioni della parte contribuente;
che il contribuente R. è rimasto intimato; che il ricorso è affidato ad unico motivo;
CONSIDERATO
che, con l’unico motivo, si profila censura ex art. 360 n. 3 c.p.c. per violazione dell’art. 12, comma 7, 1. n. 212/2000, per aver la CTR ritenuto che l’attività istruttoria svolta “a tavolino” richieda il termine a difesa di 60 giorni dalla data di chiusura delle operazioni, segnatamente per i tributi armonizzati, a prescindere dalla prova di resistenza;
che in tema di accertamento tributario, non sussiste l’obbligo di redigere un apposito verbale di chiusura delle operazioni – e conseguentemente di attendere il decorso di un nuovo termine dilatorio, ai sensi dell’art. 12, comma 7, della 1. n. 212 del 2000, prima di emanare l’avviso di accertamento – qualora il contribuente, richiesto in sede di accesso di depositare alcuni documenti, consegni poi gli stessi presso gli uffici dell’Amministrazione, perché la fase che giustifica l’instaurazione del contraddittorio presuppone l’accesso senza estendersi a ciò che avviene in epoca successiva, al di fuori dei locali nei quali il contribuente esercita la propria attività (cfr. Cass. V1-5, n. 18103/2018; n. 27732/2018;
che, altresì va ricordato che le Sezioni Unite di questa Corte (Cass. 9 dicembre 2015, n. 24823), premesso che l’art. 12, comma 7 della 1. n. 212/2000 si applica ai soli casi di accesso ed ispezioni e verifiche nei tributi armonizzati, questi ultimi soggetti al diritto dell’Unione europea, hanno chiarito che «in tema di tributi c.d. non armonizzati, l’obbligo dell’Amministrazione di attivare il contraddittorio endoprocedimentale, pena l’invalidità dell’atto, sussiste esclusivamente in relazione alle ipotesi, per le quali siffatto obbligo risulti specificamente sancito; mentre in tema di tributi cd. armonizzati, avendo luogo la diretta applicazione del diritto dell’Unione, la violazione del contraddittorio endoprocedimentale da parte dell’Amministrazione comporta in ogni caso, anche in campo tributario, l’invalidità dell’atto, purché, in giudizio, il contribuente assolva l’onere di enunciare in concreto le ragioni che avrebbe potuto far valere, qualora il contraddittorio fosse stato tempestivamente attivato, e che l’opposizione di dette ragioni (valutate con riferimento al momento del mancato contraddittorio), si riveli non puramente pretestuosa e tale da configurare, in relazione al canone generale di correttezza e buona fede ed al principio di lealtà processuale, sviamento dello strumento difensivo rispetto alla finalità di corretta tutela dell’interesse sostanziale, per le quali è stato predisposto» (tra la successiva giurisprudenza conforme si vedano, tra le altre, Cass. sez. 5, 3 febbraio 2017, n. 2875; Cass. sez. 6-5, ord. 20 aprile 2017, n. 10030; Cass. sez. 6-5, ord. 5 settembre 2017, n. 20799; Cass. sez. 6-5, ord. 11 settembre 2017, n. 21071; Cass. sez. 6-5, ord. 14 novembre 2017, n. 26943);
che, pertanto, il ricorso è fondato e merita accoglimento;
PQM
La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia alla CTR per la Calabria, in diversa composizione, cui demanda altresì la regolazione delle spese del presente giudizio di legittimità.
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