AGENZIA DELLE ENTRATE – Principio di diritto 28 novembre 2018, n. 13
Interpello Nuovi Investimenti – Articolo 2 Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 147 – Articolo 168-ter, comma2, del TUIR – Irrevocabilità del regime di “branch exemption”
L’opzione per il regime di branch exemption è irrevocabile per espressa previsione del comma 2 dell’articolo 168-ter del TUIR.
Con la previsione del vincolo di irrevocabilità, il legislatore, nel rimettere al contribuente la scelta per l’applicazione del regime di esenzione, ha voluto cautelativamente evitare un uso strumentale dello stesso, basato esclusivamente sulle diverse valutazioni di opportunità delle imprese residenti.
Ne deriva che la scelta liberamente esercitata dal contribuente non può essere modificata a seguito di un ripensamento a posteriori sulla base di criteri di convenienza maturati successivamente, mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa “a sfavore”, ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322, con integrazione dei versamenti dovuti, oltre a interessi e sanzioni.
Ciò in quanto la precisa scelta, esercitata nella dichiarazione dei redditi, di avvalersi del regime di esenzione è espressione di una manifestazione di volontà in relazione alla quale la dichiarazione assume per questa parte il valore di atto negoziale e, come precisato con la risoluzione n. 325/E del 14 ottobre 2002, al pari di qualsiasi altra manifestazione di volontà negoziale, può essere “rettificata” soltanto in presenza di dolo, violenza o errore.
In particolare l’errore, quale vizio della volontà, deve possedere i requisiti della rilevanza e dell’essenzialità e non deve cadere sui “motivi” della scelta, vale a dire sulle mere finalità che hanno indotto il contribuente a porre in essere un determinato comportamento.
Anche la più recente giurisprudenza di legittimità (ex multis, Cass. n. 1117/2018 e n. 19410/2015 che richiama Cass. n. 1128/2009 e Cass. n. 7294/2012), nel confermare i principi elaborati dall’Agenzia delle entrate con il citato documento di prassi, ha affermato che, ai fini dell’emendabilità della dichiarazione recante l’indicazione di dati riferibili a espressione di manifestazione di volontà negoziale, quale è l’esercizio della facoltà di opzione, l’errore non deve cadere sui motivi, ovvero sulla diversa valutazione della convenienza fiscale, della scelta operata dal contribuente in sede di dichiarazione, sulla base di elementi sopravvenuti o comunque successivi a tale momento, e deve inoltre possedere i requisiti della rilevanza e dell’essenzialità, nonché della riconoscibilità da parte dell’amministrazione finanziaria, quale destinataria di detta manifestazione di volontà.
Ne consegue che la presentazione di una dichiarazione integrativa “a sfavore”, con integrazione dei versamenti dovuti, volta a ripristinare, con efficacia ex tunc, la modalità ordinaria di tassazione degli utili e delle perdite della branch estera fin dal momento della sua costituzione, con neutralizzazione di qualsiasi effetto benefico eventualmente derivante dall’opzione, non configura la correzione di un errore, ma integra di fatto la revoca di una volontà negoziale validamente manifestata in precedenza, ipotesi questa che, alla luce del contesto normativo, giurisprudenziale e di prassi sopra delineato, non è riconducibile al principio di emendabilità della dichiarazione.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- Opzione per l'accesso al regime della branch exemption - Remissione in bonis - Articolo 168-ter del d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 - Principio di diritto n. 10 del 13 giugno 2023 dell'Agenzia delle Entrate
- Configurabilità di una stabile organizzazione all'estero ai fini dell'opzione per il regime di branch exemption - Risposta 12 gennaio 2022, n. 18 dell'Agenzia delle Entrate
- CORTE di CASSAZIONE - Ordinanza n. 26644 depositata il 15 settembre 2023 - In tema di infortunio sul lavoro per il quale sia stata esercitata l'azione penale, il termine di prescrizione triennale dell'azione di regresso, da parte dell'ente…
- CORTE di CASSAZIONE - Sentenza n. 18197 depositata il 26 giugno 2023 - L’art. 55 ter del d.lgs. n. 165 del 2001 deve essere interpretato tenendo conto della ratio della disciplina e delle ragioni che stanno alla base dell’affermata autonomia del…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 04 luglio 2019, n. 17944 - In tema di tributi doganali, ove il loro mancato pagamento derivi da un reato, sia il termine di prescrizione dell'azione di recupero dei dazi all'importazione sia quello di decadenza per la…
- MINISTERO FINANZE - Decreto ministeriale 01 febbraio 2024 Modalità di utilizzo dei dati fiscali relativi ai corrispettivi trasmessi al Sistema tessera sanitaria Art. 1 Definizioni 1. Ai fini del presente decreto si intende per: a) «dati fiscali», i…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- L’indennità sostitutiva di ferie non godute
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 9009 depositata…
- Il giudice tributario è tenuto a valutare la corre
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 5894 deposi…
- Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 10267 depositat…
- L’Iva detratta e stornata non costituisce elusione
L’Iva detratta e stornata non costituisce elusione, infatti il risparmio fiscale…
- Spese di sponsorizzazione sono deducibili per pres
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 6079 deposi…