ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO – Nota 11 settembre 2019, n. 7964
Art. 7, commi 1, 2 e 15 bis, D.L. n. 4/2019 – ulteriori indicazioni
Pervengono allo scrivente Ufficio richieste di chiarimenti in ordine all’applicazione dell’aggravante sanzionatoria di cui all’art. 3, comma 3 quater, D.L. n. 12/2002, prevista anche nelle ipotesi di impiego di lavoratori beneficiari del RDC, ai sensi dell’art. 7, comma 15 bis, del D.L. n. 4/2019.
Al riguardo, fermo restando quanto già chiarito con circolare INL n. 8/2019, si espongono le considerazioni che seguono, condivise con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
La suddetta aggravante trova applicazione non solo nell’ipotesi in cui il lavoratore “in nero” sia l’effettivo richiedente del reddito, ma anche qualora lo stesso, pur non essendo il diretto richiedente, appartenga comunque al nucleo familiare che, per definizione contenuta nell’art. 2, comma 1, del D.L. n. 4/2019, risulta destinatario del beneficio.
Con l’occasione si ritiene altresì utile specificare, in relazione alle fattispecie di reato di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 7 quanto segue.
In particolare, l’ipotesi di reato di cui al citato comma 1 fa riferimento ai casi in cui il richiedente abbia fornito informazioni non vere all’atto della presentazione della domanda e non abbia integrato, entro trenta giorni dalla stessa, le informazioni rese tramite il modello Rdc – Com ridotto (v. https://www.redditodicittadinanza.gov.it/schede/richiedi).
In tal caso quindi rileva, ai fini della configurabilità del reato, l’attività lavorativa “in nero” svolta prima della presentazione della domanda di RDC da parte di uno dei componenti del nucleo e in ragione della quale sia stato percepito reddito non comunicato all’INPS attraverso il modello RDC – Com ridotto.
L’omissione di tale informazione integra la fattispecie di reato di cui al comma 1 a carico del richiedente anche laddove non coincida con il lavoratore “in nero”.
Per la fattispecie di cui al comma 2 dell’art. 7, la cui condotta è imputabile al lavoratore, rileva l’attività lavorativa “in nero” iniziata dopo la presentazione della domanda di reddito ove la stessa non sia stata integrata con le informazioni relative ai compensi percepiti con il modello RDC Com esteso (https://www.redditodicittadinanza.gov.it/schede/richiedi), informazioni da rendersi, ai sensi dell’art. 3, comma 8, del citato D.L. n. 4/2019, a cura del lavoratore che percepisce reddito da tale attività e che appartenga ad un nucleo familiare beneficiario di RDC.
In tal caso, quindi, la comunicazione di reato andrà fatta a carico del lavoratore “in nero”.
Non appare rilevante, invece, ai fini della configurabilità dei reati in questione, la materiale percezione delle somme riconosciute a titolo di RDC, né da parte del nucleo generalmente inteso né da parte del soggetto responsabile delle condotte illecite; ciò in quanto le fattispecie sembrano integrare ipotesi di reato di pericolo.
In ogni caso si invitano gli Uffici a voler confrontarsi con le competenti Procure della Repubblica per recepire eventuali difformi orientamenti dandone altresì comunicazione alla Scrivente per il tramite degli Ispettorati interregionali di riferimento.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 11 marzo 2022, n. 7964 - Gli "atti propri" dei gruppi europei di interesse economico soggetti ad imposta di registro in misura fissa, ai sensi dell'art. 4, lett. g), della Tariffa Parte Prima allegata al d.P.R. n. 131…
- Rivalutazione delle ammende e delle sanzioni amministrative in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro - Indicazioni per l’applicazione delle disposizioni - Articolo 306 comma 4-bis del D.Lgs. n. 81/2008 - D.D. n. 111/2023 della DG per la…
- ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO - Nota 30 settembre 2020, n. 5 - Art. 12 bis, d.l. n. 76/2020 introdotto dalla L. n. 120/2020 - potere di disposizione - Prime indicazioni per il personale ispettivo
- ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO - Nota 23 febbraio 2021, n. 326 - Art. 12, D.Lgs. n. 124/2004, come modificato dall’art. 12 bis, D.L. n. 76/2020 (conv. da L. n. 120/2020) - decisione dei ricorsi avverso provvedimento di diffida accertativa per crediti…
- ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO - Decreto 22 settembre 2020, n. 56 - Procedure amministrative o conciliative di competenza dell’Ispettorato nazionale del lavoro da effettuare attraverso strumenti di comunicazione da remoto ai sensi dell’art. 12-bis…
- CORTE DI CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 46032 depositata il 16 dicembre 2021 - Il reato di cui all'art. 4 della legge n. 628 del 1961 - mancata risposta alla richiesta di notizie da parte dell'Ispettorato del lavoro - è integrato anche nel…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- Le liberalità diverse dalle donazioni non sono sog
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con la sentenza n. 7442 depositata…
- Notifica nulla se il messo notificatore o l’
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 5818 deposi…
- Le clausole vessatorie sono valide solo se vi è ap
La Corte di Cassazione, sezione II, con l’ordinanza n. 32731 depositata il…
- Il dipendente dimissionario non ha diritto all’ind
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 6782 depositata…
- L’indennità sostitutiva della mensa, non avendo na
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 7181 depositata…