La Corte di Cassazione con la sentenza n. 10696 del 3 maggio 2017 intervenendo in tema di infortunio e lavoro irregolare ha statuito che il “lavoratore a nero” ha diritto alla sola retribuzione per il lavoro svolto, ma non può chiedere l’illegittimità del licenziamento, il risarcimento per infortunio in itinere subito o avanzare ulteriori richieste.
La vicenda ha visto protagonista un lavoratore straniero, senza permesso di soggiorno, che era dipendente “a nero” di una società, poi posta il liquidazione, il quale mentre si recava al lavoro subiva un infortunio. Il dipendente veniva licenziato, verbalmente, dalla società.
Il lavoratore impugnava il licenziamento e chiedeva il risarcimento per l’infortunio occorsogli. Il Tribunale adito accoglieva solo la richiesta di ottenere i crediti retributivi per il lavoro svolto. Avverso la decisione del giudice di prime cure il dipendente proponeva ricorso alla Corte di Appello che respingeva “la domanda sulla ricorrenza dell’infortunio in itinere, ritenendo non provato che l’infortunio fosse avvenuto in un orario compatibile con il lavoro; ha respinto, altresì, la domanda circa l’illegittimità del licenziamento, considerandola inammissibile perché nuova; quanto alla prosecuzione del rapporto con la cessionaria, ne ha escluso la compatibilità con la condizione d’irregolare”
Avverso la decisione della Corte Territoriale il dipendente propose ricorso in cassazione fondato su quattro motivi.
Gli Ermellini respingono il ricorso del lavoratore ritenendo la sentenza impugnata immune da difetti.
Per i giudici di legittimità il dipendente irregolare ai sensi dell’articolo 2126 c.c., che stabilisce la nullità o annullamento del contratto non produce effetto per il periodo in cui il rapporto ha avuto esecuzione (salvo nei casi di illeicità), ha diritto alla sola retribuzione.
Mentre il dipendente in nero non può chiedere all’Inail il risarcimento per il cosiddetto infortunio in itinere e nel caso di trasferimento di azienda non ha il diritto a proseguire il lavoro presso la nuova azienda come invece la legge prescrive.
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