MINISTERO FINANZE – Decreto ministeriale 06 dicembre 2018
Modalità dell’attività formativa per lo svolgimento dell’attività di assistenza fiscale, ai sensi dell’articolo 7, comma 2, lettera d), del decreto 31 maggio 1999, n. 164
Art. 1
Definizioni
1. Ai fini del presente decreto:
a. per «C.A.F.» si intende un centro di assistenza fiscale per lavoratori dipendenti e pensionati di cui all’art. 32, comma 1, lettere d), e) e f) del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241;
b. per «strutture del C.A.F.» si intendono tutte le sedi del C.A.F., comprese quelle individuate ai sensi dei commi 1 e 1-bis dell’art. 11 del decreto del Ministro delle finanze 31 maggio 1999, n. 164, quest’ultimo inserito dall’art. 35, comma 1, lettera c) del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175;
c. per «attività formativa» si intende l’attività promossa, organizzata e fornita dai C.A.F. ai propri operatori, anche tramite soggetti terzi, ai fini del corretto svolgimento dell’attività di assistenza fiscale e comprende sia le attività di formazione che le attività di aggiornamento;
d. per «credito formativo» si intende la misura dell’impegno richiesto per l’assolvimento dell’obbligo e della rilevanza dell’attività formativa in relazione alle specifiche finalità previste dal presente decreto ed è pari ad un’ora per la frequenza dei corsi di formazione e di aggiornamento;
e. il «periodo formativo» è l’arco temporale di un anno (1° agosto – 31 luglio) entro il quale si valuta, per il periodo di assistenza fiscale, lo sviluppo della formazione e dell’aggiornamento che assolve all’obbligo formativo;
f. il «R.A.F.» è il responsabile dell’assistenza fiscale di cui all’art. 12 del decreto del Ministro delle finanze 31 maggio 1999, n. 164 che, ai fini del presente decreto, è responsabile del processo della formazione degli operatori;
g. il «coordinatore della formazione» è colui che, su incarico del R.A.F., gestisce il piano formativo annuale.
Art. 2
Formazione e aggiornamento
1. Le attività di formazione sono dirette all’acquisizione di competenze specialistiche e di conoscenze scientifiche e tecniche indispensabili al corretto svolgimento dell’attività di assistenza fiscale. Le attività di aggiornamento sono dirette al mantenimento, all’adeguamento e allo studio integrato delle novità fiscali nonché all’approfondimento delle esperienze maturate e delle conoscenze acquisite nella formazione iniziale. Le attività di aggiornamento possono essere dirette anche all’approfondimento di singoli argomenti.
2. Le attività di formazione e di aggiornamento sono rivolte agli operatori e agli addetti all’assistenza fiscale che operano nelle strutture dei C.A.F.. Le disposizioni del presente decreto non trovano applicazione nei confronti:
a. degli iscritti nell’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili e in quello dei consulenti del lavoro, tenuto conto degli obblighi di formazione e aggiornamento continui già previsti dalla normativa vigente per gli esercenti professioni regolamentate;
b. degli iscritti, alla data del 30 settembre 1993, nei ruoli dei periti ed esperti tenuti dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura per la sub-categoria tributi in possesso di diploma di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti o diploma di ragioneria, limitatamente all’attività di formazione.
Art. 3
Organizzazione delle attività formative
1. Presso ogni C.A.F. deve essere identificato un coordinatore della formazione che, in accordo con il R.A.F. responsabile della formazione degli operatori, stabilisce un piano annuale delle ttività formative da svolgere in relazione al successivo periodo di assistenza fiscale.
2. Entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui è stata prestata l’assistenza fiscale il coordinatore della formazione redige un resoconto, approvato dal R.A.F. responsabile della formazione, in merito al piano formativo e alle relative modalità di espletamento adottate, all’elenco dei partecipanti nonché all’ammontare dei crediti formativi conseguiti da ogni singolo discente rispetto alle attività svolte e al riscontro verificato durante l’anno di assistenza fiscale prestata. Il resoconto e i relativi documenti sono conservati per un periodo non inferiore ai successivi tre anni.
3. L’attività formativa deve terminare prima dell’inizio del periodo di assistenza fiscale rispetto alla quale sono stati organizzati gli interventi formativi ovvero prima dell’immissione degli operatori nell’attività di assistenza fiscale.
4. L’attestato di partecipazione ai corsi di formazione e di aggiornamento deve essere conservato, anche in formato elettronico, per tutta la durata dell’attività di assistenza fiscale e deve essere accessibile nei luoghi dove si svolge l’assistenza stessa.
Art. 4
Attività formative e metodologie didattiche
1. L’attività di formazione e di aggiornamento è svolta mediante la frequenza di corsi e la partecipazione a seminari e convegni con finalità tecnico-pratiche nelle materie del diritto tributario. L’attività formativa prenderà in oggetto, in particolare, il contenuto e le modalità di presentazione della dichiarazione dei redditi, l’adempimento dichiarativo a carico delle persone fisiche, nonché le disposizioni di settore relative all’assistenza fiscale.
2. Fra gli operatori impiegati nell’attività di assistenza possono essere identificati soggetti formati e aggiornati che possono essere impiegati come formatori per gli altri operatori.
3. L’attività formativa è proposta in lezione frontale o tramite videoconferenze, con proposizione di casi e successiva disamina, esercitazione, simulazione. Nell’erogazione dell’attività formativa è possibile fare ricorso a strumenti di supporto cartacei, telematici, audiovisivi e altri utili all’efficacia della stessa attività formativa.
4. L’attività formativa può essere proposta anche con modalità e-learning prevedendo valutazioni intermedie riscontrabili sui sistemi informativi in merito all’apprendimento.
5. Gli eventi formativi possono essere organizzati internamente con personale qualificato, avvalendosi di associazioni, reti e consorzi fra C.A.F. o di soggetti terzi qualificati.
6. L’ammissione al corso di formazione deve essere subordinata al superamento di un test di ingresso. Il test d’ingresso può non essere effettuato se l’operatore è stato formato in anni precedenti.
7. Le metodologie didattiche indicate nel presente articolo devono essere adeguate ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’art. 2 del presente decreto. Il grado di apprendimento deve essere verificato tramite esami periodici.
8. Il rilascio di un attestato di partecipazione deve essere subordinato al superamento di un esame.
Art. 5
Crediti formativi
1. I crediti formativi sono attribuiti limitatamente alla realizzazione degli obiettivi di cui all’art. 2 del presente decreto mediante la frequenza delle descritte attività formative. Un credito formativo è pari ad un’ora per la frequenza dei corsi di formazione e di aggiornamento. Le ore di partecipazione a seminari e convegni sono riconosciute limitatamente a quelle impiegate per le attività di cui al comma 1 dell’art. 4.
2. Per la partecipazione ai corsi e agli eventi formativi di durata superiore a un giorno, i crediti formativi sono riconosciuti solo qualora risulti documentata la partecipazione con profitto dell’operatore all’intero evento.
3. Con riferimento alle funzioni svolte dalle figure professionali che operano nei C.A.F., è necessario assicurare il seguente livello minimo di aggiornamento annuale:
a. 40 crediti per gli operatori impiegati nell’attività di elaborazione e controllo;
b. 30 crediti per gli operatori impiegati nell’attività di elaborazione e controllo con più di tre anni di esperienza anche in C.A.F. diversi.
4. Per l’attività di formazione diretta agli operatori alla prima esperienza deve essere assicurato un livello minimo di formazione pari a 100 crediti.
5. In fase di prima applicazione del presente decreto, ai fini della determinazione del livello minimo di attività formativa annuale, si tiene conto dell’esperienza acquisita negli anni pregressi.
Art. 6
Verifica
1. L’Agenzia delle entrate effettua i controlli, relativamente all’attività formativa, circa il rispetto dei requisiti minimi indicati nel presente decreto nell’ambito delle attività previste dal decreto del Ministro delle finanze 31 maggio 1999, n. 164.
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