PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Comunicato 02 agosto 2022
Merito, competenze, nuovi profili: ecco le nuove linee guida sui fabbisogni professionali della Pa
Le amministrazioni dovranno individuare il proprio fabbisogno professionale considerando non più esclusivamente le conoscenze teoriche dei dipendenti (sapere), ma anche le capacità tecniche (saper fare) e comportamentali (saper essere). La definizione dei nuovi profili professionali permetterà di superare l’automatismo nel turnover: le nuove assunzioni non consisteranno nella sostituzione di vecchie figure con altre identiche, ma guarderanno al futuro, alle nuove competenze che devono sostenere la trasformazione della Pa prevista dal Pnrr. Un processo che si tradurrà, dunque, in una progressiva riduzione delle figure amministrative aspecifiche a favore, ad esempio, di esperti del digitale, di e-procurement, di transizione verde, di project management.
È questa la svolta rivoluzionaria per la Pubblica amministrazione contenuta nelle nuove “Linee di indirizzo per l’individuazione dei nuovi fabbisogni professionali da parte delle amministrazioni pubbliche”, emanate dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e dal ministro dell’Economia e delle finanze, Daniele Franco, e di prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Il documento di 37 pagine, diviso in tre sezioni, aggiorna le linee guida del 2018 e prevede alcune novità sostanziali: la gestione per competenze, l’adozione di un modello di fabbisogno incentrato sui “profili di ruolo” e l’illustrazione di esperienze di questo tipo già presenti in pubbliche amministrazioni nazionali e internazionali.
Dalla conoscenza alla competenza
L’esigenza di una maggiore efficienza e di snellimento burocratico-organizzativo della Pa italiana è stata più volte richiamata dalla Commissione europea ed è uno degli obiettivi indicati dal Pnrr. Per raggiungere questo risultato occorre intervenire sul personale superando il “mansionismo”, inteso come l’attribuzione al personale di compiti rigidamente definiti e standardizzati, che diventano un limite all’azione amministrativa.
La definizione dei nuovi profili professionali è, dunque, il punto qualificante del documento, che aiuta le amministrazioni a sostituire progressivamente le figure amministrative generiche con figure specifiche come esperti digitali, dell’e-procurement, di project management, di transizione ecologica e così via. Ciò consentirà di superare gli automatismi e di effettuare le assunzioni sulla base delle nuove competenze utili a sostenere le transizioni amministrativa, digitale e ambientale.
Dal profilo alla “famiglia” professionale
Una visione flessibile e adattabile alle diverse amministrazioni, come esemplificato nelle linee guida, che può adattarsi anche al superamento del concetto di “profilo professionale” che il nuovo contratto collettivo nazionale delle Funzioni centrali ha scelto di operare, aggiornandolo alla nozione di “famiglia professionale”, che si presta a raccogliere una pluralità di profili di ruolo o di competenza, in base alla complessità dell’organizzazione. In questo approccio le competenze non si esauriscono nelle conoscenze acquisite o maturate nel tempo, ma consistono anche nel “come” le conoscenze vengono utilizzate nello svolgimento del lavoro e, quindi, nelle capacità, nelle abilità, nelle attitudini, e sono influenzate dai valori e dalle motivazioni che i singoli debbono possedere per interpretare in maniera efficace, flessibile e dinamica il proprio ruolo nell’organizzazione.
La famiglia professionale è l’ambito in cui i dipendenti hanno competenze o conoscenze comuni. Per esempio, in relazione all’area dei funzionari del nuovo Contratto Funzioni centrali sottoscritto il 9 maggio 2022, un ministero potrebbe individuare la famiglia dei “funzionari di ambito giuridico” e, al suo interno, declinare vari ruoli ad esempio legati al diritto dell’ambiente o al diritto sindacale.
Il profilo di ruolo è proprio la descrizione delle “finalità, responsabilità e competenze” di un determinato ruolo.
Le “soft skill”
Al dipendente pubblico non si chiederà più semplicemente il possesso di nozioni teoriche, ma anche la capacità di applicarle ai casi concreti (sapere fare) e di mantenere una certa condotta (saper essere). Avrà sempre più importanza, quindi, la capacità di individuare, misurare e far crescere queste dimensioni. Nelle procedure selettive occorrerà, di conseguenza, valutare anche aspetti normalmente trascurati, quali, per esempio, la capacità di innovare le procedure amministrative, lavorare in squadra e prendere decisioni in modo autonomo. Queste “soft skill” saranno valutate nei prossimi concorsi, come previsto dalle nuove norme introdotte con i decreti legge 80/2021 e 36/2022, attraverso metodologie consolidate e avranno maggiore peso nei percorsi formativi e di carriera.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - Comunicato 15 settembre 2022 - Nuovi profili, pubblicate in Gazzetta Ufficiale le linee guida sui fabbisogni professionali della Pa
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - Decreto 22 luglio 2022 - Definizione di linee di indirizzo per l'individuazione dei nuovi fabbisogni professionali da parte delle amministrazioni pubbliche
- ANPAL – Comunicato del 17 gennaio 2023 - Transizione verde e digitale, il 2023 è l’anno europeo delle competenze - Quattro gli obiettivi: investire di più in formazione, adeguare le competenze ai fabbisogni, attivare più donne e giovani, attrarre…
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- MINISTERO FINANZE - Comunicato 31 dicembre 2021 - TARI - Fabbisogni standard - Art. 1 comma 653 della legge n. 147 del 2013 - Anno 2022 - Aggiornamento delle linee guida
- MINISTERO ECONOMIA E FINANZE - Comunicato 23 dicembre 2019 - TARI - Fabbisogni standard del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti - Anno 2020 - Art. 1 comma 653 della legge n. 147 del 2013 - Pubblicazione delle linee guida
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