Con La sentenza n. 28913 del 08 luglio 2013 la Corte di cassazione interviene in tema di sequestro per equivalenza affermando che le quote sociali cedute ai figli minori, con una donazione ad hoc, e ai fratelli che sono passate di proprietà in modo talmente rapido che la tempistica e modi sono sospetti, troppo sospetti…
Gli Ermellini per tale circostanza, nonostante all’ex proprietario sia rimasta in mano solo una quota di minoranza – il 20 per cento, per la precisione –, è comunque ritenuto legittimo il provvedimento di “sequestro preventivo per equivalente fino alla concorrenza di 42 milioni di euro”, centrato anche sui “beni” relativi alla società, alla luce del fatto che l’uomo è “indagato” per “associazione per delinquere, dichiarazione infedele e indebita compensazione”.
Tale linea di pensiero sigillata, in maniera definitiva, dai giudici della Cassazione che hanno condiviso l’idea che, redistribuzione delle quote a parte, è logico presumere che “la gestione dell’intero capitale sociale” sia ancora concretamente nelle mani di quello che ora si presenta come socio di minoranza. Non si può trascurare, difatti, il rapporto che lega l’uomo ai figli minori e ai propri fratelli, senza dimenticare, poi, che “la spoliazione delle quote” è coincisa con “l’inizio delle indagini da parte della Guardia di Finanza, che aveva proceduto ai controlli tributari”.
La vicenda ha visto come protagonista l’amministratore di una società indagato per i rati di cui agli art. 4 e 10 quater D.Lgs. n. 74/2000 nei cui confronti era stato emesso un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente. L’imputato ricorre al Tribunale del riesame. I giudici del riesame nel riconfermare il provvedimento ribadivano le argomentazioni del GIP in ordine alla riconducibilità della MMD s.r.l. nella sua interezza al DI M., escludendo che l’80% delle quote sociali asseritamente di pertinenza di terzi estranei al procedimento, fosse non riferibile al DI M., in quanto quest’ultimo aveva in realtà distribuito le quote in parte ai figli minori con atto di donazione nella misura del 40% ed in parte ad altri stretti congiunti (per il residuo 40%) di fatto mantenendo quindi il controllo sull’intero capitale sociale della MMD s.r.l. che partecipava in misura del 50% al capitale sociale della CFTC Corporation s.r.l. controllata, per il restante 50%, da altra società N. s.p.a. riconducibile al menzionato S. V..
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