La Corte di Cassazione, terza sezione penale, con la sentenza n. 13319 depositata il 30 marzo 2023 in tema di reato di omesso versamento IVA ha statuito anche in conformità con la giurisprudenza di legittimità civile, che la qualifica di legale rappresentante di una società e il connesso potere di rappresentanza si acquistano direttamente con l’atto di conferimento della nomina e non conseguono alla pubblicità della stessa, con l’iscrizione nel Registro delle imprese ai sensi dell’art. 2383, comma quarto, cod. civ., che ha efficacia dichiarativa e non costitutiva (Sez. 3 civile, n. 4173 del 12/04/1995, Rv. 491749-01: Sez. 1, Ordinanza n. 30542 del 26/11/2018, Rv. 651881 – 01. Sez. 1 civile, n. 14592 del 09/05/2022, Rv. 664767-01). Pertanto “… risponde del reato in questione, quantomeno a titolo di dolo eventuale, il soggetto che, subentrando ad altri nella carica di amministratore di una società di capitali dopo la presentazione della dichiarazione di imposta e prima della scadenza del versamento, ometta di versare all’Erario le somme dovute sulla base della dichiarazione medesima, senza compiere il previo controllo di natura puramente contabile sugli ultimi adempimenti fiscali, in quanto, attraverso tale condotta, lo stesso si espone volontariamente a tutte le conseguenze che possono derivare dalle pregresse inadempienze. …”
La vicenda ha riguardato l’amministratore di una società cooperativa accusato del reato di omesso versamento di Iva nei cui confronti veniva disposto un provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente.
L’amministratore avverso il provvedimento di sequestro preventivo ricorreva al tribunale del riesame. Il tribunale adito confermava il decreto del Giudice per le indagini preliminari. Avverso tale ordinanza l’indagato proponeva ricorso in Cassazione sulla base di tre motivi.
Con il primo motivo del ricorso in cassazione eccepiva che, alla data di commissione del reato, egli era stato solo nominato alla carica di amministratore, con mero atto interno alla società.
I giudici della Corte Suprema, nel rigettare il ricorso, hanno ritenuto corretto la motivazione dell’ordinanza che aveva affermato che “la qualifica di amministratore, di legale rappresentante di società e il connesso potere di rappresentanza si acquistano direttamente con l’atto di conferimento della nomina e non conseguono alla pubblicità della stessa con l’iscrizione nel Registro delle Imprese ex art. 2383, comma 4, cod. civ., la quale ha efficacia dichiarativa e non costitutiva“.
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