Il Tribunale di Modena, quale giudice del lavoro, con la sentenza n. 89 del 5 maggio 2017 ha ritenuto legittimo il licenziamento in tronco di un dirigente che aveva selezionato fornitori inaffidabili ed aveva coperto le loro inadempienze incidendo con tale comportamento irrimediabile sul rapporto di fiducia con il datore.
Pertanto per il Tribunale, a cui aveva fatto ricorso il dirigente licenziato per impugnare il provvedimento espulsivo, nella sentenza in commento ha ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa a carico del dirigente il quale dopo aver selezionato fornitori inadeguati ha fatto di tutto per celare i ritardi nelle consegne al fine di impedire che emergessero le proprie colpe. Tale comportamento configura un’irrimediabile perdita di fiducia poiché la condotta del dirigente è incompatibile con il suo ruolo di alter ego dell’imprenditore, laddove tacendo i problemi impedisce all’impresa di evitare che il danno economico si aggravi ulteriormente.
Per il datore di lavoro, una società esercente l’attività di abbigliamento, ogni profilo di inadeguatezza del dirigente costituisce giustificazione del recesso datoriale.
Nel caso di specie risulta integrata l’ipotesi più grave in termini di conseguenze per il lavoratore. Infatti risulta rilevante l’inadempimento del responsabile acquisti nelle forniture dal Bangladesh: il referente locale non rispetta i patti e parcellizza la produzione fra un nugolo di subfornitori. Così rispettare i tempi delle consegne è difficile, tuttavia il manager non monitora per tempo le prestazioni dei partner commerciali. Il tutto mentre le scadenze sono fondamentali, specie nel mondo delle multinazionali dell’abbigliamento. Quando il problema emerge, il sourcing manager fa tutto per dissimularlo, precludendo con dolo all’impresa di correre ai ripari. Risultato: non sussiste soltanto inadeguatezza al ruolo di prestigio ma anche un tratto caratteriale incompatibile con la funzione di dirigente, che richiede l’attitudine ad assumersi le proprie responsabilità e non a tentare di sfuggirvi aggravando il pregiudizio già arrecato all’azienda; sono proprio le ricadute economiche negative a incidere sulla perdita di fiducia da parte del datore. All’ex dirigente non resta che pagare le spese di lite.