INPS – Messaggio 22 aprile 2020, n. 1712
Controlli antifrode sulle prestazioni previste dal D.L. n. 18 del 2020 legate all’emergenza COVID 19
La situazione emergenziale ha imposto all’Istituto di impegnarsi ad erogare il più rapidamente possibile le prestazioni in oggetto ad imprese e famiglie. Ciò non deve, però, impedire di effettuare gli opportuni controlli tesi a contrastare comportamenti fraudolenti per ottenere tali prestazioni conciliando, quindi, le due esigenze: legalità e tempestività.
La soluzione per conciliare le esigenze citate è quella di tener separati i processi di erogazione da quello di controllo antifrode, salvo farli incrociare solo prima dell’evento potenzialmente dannoso, il pagamento della prestazione.
In questo modo, sia per le indennità COVID che per le integrazioni salariali, il processo di erogazione viene ad essere alleggerito di tutti i controlli antifrode, che sono svolti offline ed in modo autonomo dal processo di erogazione.
L’obiettivo principale dei controlli antifrode – identico per le indennità e le integrazioni salariali – è quello di identificare istanze e soggetti a rischio che potrebbero aver “costruito” ex-post il diritto all’indennità o all’integrazione salariale. I controlli sono diversi a seconda della prestazione ma identici sono gli output: liste di istanze “a rischio” da mettere a disposizione delle sedi territoriali.
Le sedi territoriali dovranno valutare l’anomalia segnalata e, eventualmente:
– richiedere notizie e/o la documentazione necessaria a chiarire l’anomalia;
– nei casi di frode evidente, bloccare i pagamenti attraverso la procedura SCUP [1].
In sostanza, il controllo di coerenza in chiave antifrode, aggiuntivo a quello di diritto, avviene offline e produce un numero esiguo di istanze a “rischio” che dovranno essere gestite nelle sedi territoriali
Nei casi in cui l’istruttoria dia esito negativo nessuna operazione dovrà essere fatta dall’operatore ed il pagamento non subisce alcun ritardo.
Nei casi in cui tutti gli elementi raccolti nel corso dell’istruttoria – eventualmente integrata con notizie e/o documenti forniti dal richiedente – concorrano a disegnare un quadro fraudolento, invece, il soggetto dovrà essere inserito in SCUP. Se l’inserimento avviene prima della disponibilità del beneficiario sul conto corrente, evita ab origine pagamenti indebiti, se avviene successivamente blocca comunque i pagamenti successivi. Indipendente dal momento in cui opera il blocco dovranno essere avviate le attività conseguenti (recupero della prestazione indebita, segnalazione all’A.G. ecc.).
I rischi evidenziati e i controlli documentali da effettuare su queste istanze sono molto simili a quelli previsti per il contrasto al fenomeno del “lavoro fittizio”. Per questo motivo l’istruttoria deve essere effettuata dai funzionari di Vigilanza Documentale che abitualmente operano sulla Piattaforma Frozen e dagli Ispettori di Vigilanza, che posseggono il know how necessario per scindere le situazioni di “falso positivo” da quelle effettivamente a rischio.
Ai fini statistici si applicano le regole già definite per le pratiche ispettive derivanti dalla procedura Frozen (70% per la vigilanza ispettiva, 30% per la vigilanza documentale). Gli ispettori di vigilanza impegnati in tale attività saranno abilitati alla procedura Frozen.
La soluzione prevista a regime prevede l’utilizzo della Piattaforma Frozen per la gestione delle situazioni a rischio; la Piattaforma ha, infatti, una struttura consolidata di back end attraverso la quale è possibile accedere agli archivi necessari all’istruttoria, gestire la comunicazione con l’azienda e interfacciarsi con le procedure di gestione dei pagamenti.
In questa prima fase le liste delle istanze a rischio, elaborate da un gruppo di colleghi della Direzione centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione, saranno inviate tramite PEI alle Direzioni Regionali e di Coordinamento Metropolitano, analogamente a quanto già avvenuto in seguito alla pubblicazione dei Messaggi Hermes 1450 e 1565 del 2020.
I file, con l’esito dei controlli effettuati dalle sedi, dovranno essere inviati alla Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza e alla Direzione centrale Entrate – Aree Vigilanza Documentale e Vigilanza Ispettiva.
Un gruppo di lavoro costituito a livello centrale, composto da colleghi esperti del territorio, avrà il compito di analizzare gli esiti dei controlli e le PEI con segnalazioni di singole anomalie pervenute dalle sedi al fine di perfezionare gli indicatori di rischio già individuati, predisporne di nuovi per migliorare la qualità delle liste successive.
Ulteriori informazioni sul contenuto delle liste, sui controlli specifici e sulle attività operative saranno fornite tramite PEI.
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