AGENZIA DELLE ENTRATE – Risposta 11 ottobre 2021, n. 701
Editoria – Abbonamento Riviste on line Open Access – Publishing fee – Disciplina IVA – nn. 18) e 35) della Tabella A, Parte II
Con l’istanza di interpello specificata in oggetto, è stato esposto il seguente
Quesito
Alfa GmbH (di seguito, “Istante”, “Società” o “Editore”) riferisce che:
– la sua sede è in Germania, dove riveste la qualifica di soggetto passivo IVA;
– oltre alla partita IVA tedesca, ha anche una partita IVA italiana (rappresentante fiscale) poiché fornisce prestazioni di servizi qualificabili come “Servizi elettronici” ai sensi dell’articolo 7 del Regolamento UE 282/2011. Per l’articolo 7-octies, comma 1, lett. a) del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 (in breve, “Decreto IVA”) sono rilevanti in Italia i servizi elettronici resi nei confronti di privati consumatori quando il committente è ivi domiciliato o ivi residente senza domicilio all’estero. Il soggetto passivo che presta servizi elettronici, servizi di telecomunicazione e teleradiodiffusione (c.d. servizi “TTE”) nei confronti di committenti non soggetti passivi IVA, stabiliti nel territorio di altri Stati membri, può avvalersi del regime speciale del OSS (One Stop Shop), fino al 30 giugno 2021 MOSS (Mini One Stop Shop): utilizzando questo regime il prestatore adempie in un unico Stato membro (Stato di identificazione) agli obblighi IVA relativi ai servizi “TTE”, senza la necessità di identificarsi, ai fini IVA, presso ciascuno degli Stati membri in cui i clienti “privati” sono stabiliti (cfr. artt. da 74-quinquies a 74-octies del Decreto IVA).
L’Istante fa inoltre presente di aver stipulato, a dicembre 2020, con Beta (in breve, “Committente italiano” o “Sottoscrittore”), il contratto, denominato “Compact” (in seguito, “Contratto”), con decorrenza dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2024.
Trattandosi di un contratto avente a oggetto prestazioni continuative di accesso/utilizzo di banche dati e riviste scientifiche on line, la Società rappresenta che è sua intenzione proporre questo interpello per le annualità 2021-2022-2023-2024.
Con riferimento al Contratto, l’Istante riferisce che:
1. “…. disciplina l’accesso on line ai prodotti Sottoscritti indicati nell’Allegato n. 2 e il Compact di cui all’Allegato 7” (cfr. Premesse, punto 1);
2. “… l’Editore garantisce al Sottoscrittore
a) il diritto, non esclusivo, revocabile (in caso di recesso anticipato da parte dell’Editore) e non trasferibile, di accesso e di utilizzo dei prodotti scientifici individuati all’interno delle Condizioni Contrattuali del Prodotto inclusi nell’Allegato n. 2 (“Prodotti Sottoscritti”), e la fornitura dei Prodotti Sottoscritti e dei servizi collegati agli Utenti Autorizzati del Sottoscrittore per gli usi consentiti ai termini e alle condizioni di cui al presente contratto, e
b) la possibilità per gli Autori Aventi Diritto delle Istituzioni di pubblicare articoli scientifici sotto licenza Open Access nelle Riviste Open Choice, secondo i termini e le condizioni del presente accordo (Allegato n. 7 denominato “COMPACT”).
L’Article processing Charge per la Pubblicazione e i corrispettivi per l’accesso in lettura ai Prodotti Sottoscritti saranno considerati inclusi nei Corrispettivi complessivi ai sensi del presente contratto” (cfr. Art. – Oggetto del Contratto);
3. per “Prodotti Scientifici Sottoscritti” (definiti anche “Prodotti Sottoscritti” o “Prodotti”) si intendono le riviste e ogni altro materiale incluso nel contratto (cfr. Art. 2 – Definizioni);
4. i corrispettivi connessi alle prestazioni oggetto del Contratto sono riportati nell’Allegato n. 6, e sono suddivisi annualmente nelle seguenti componenti:
i. Abbonamenti per Riviste (solo per l’anno 2020);
ii. COMPACT e Abbonamenti per Riviste (per tutti gli anni) a sua volta suddiviso in Parte 1 (Tariffa di Lettura) e Parte 2 (Fondo APC). Il Compact ha, infatti, efficacia dal 1° luglio 2020 (“Data di inizio della Pubblicazione in Open Access”);
5. il Compact “…consente alle istituzioni di combinare l’accesso alle riviste ed i costi di pubblicazione (APC-Article Processing Charge)” (cfr. Allegato 4 del Contratto – “Proposta Commerciale”). Si tratta di un accordo “Read and Publish”, costituito da una componente accesso (Reading) e da una componente pubblicazione articoli in Open Access (OA) (Publishing). La Reading Fee consente al sottoscrittore l’accesso alle riviste del portafoglio completo dell’Istante, che continuano ad essere pubblicate con il modello sottoscrizione e non in OA: il versamento è annuale e diminuisce progressivamente. La Publishing fee garantisce la possibilità di pubblicare un determinato numero di articoli in OA ad un costo predeterminato.
A chiarimento di quanto appena descritto, la Società rappresenta che i contenuti delle riviste OA sono interamente aperti e i cui costi di pubblicazione, non potendo gravare sui lettori, sono sostenuti dagli stessi autori: l’autore paga un costo di pubblicazione, denominato APC (Article Processing Charge), variabile a seconda della rivista e dell’editore.
Secondo quanto riferito dall’Istante, le riviste Open Access hanno in genere le seguenti caratteristiche:
– sono peer reviewed, intendendo per tali le riviste i cui contenuti sono preventivamente esaminati e approvati da un board di esperti indipendenti del settore.
Il giudizio di questi “peers” esterni, detti a volte anche “referees” (arbitri) o “reviewers ” (periti valutatori), decide in gran parte in merito alla pubblicazione di un lavoro sulla rispettiva rivista. I lavori vengono poi generalmente pubblicati comunque, ma eventualmente su una rivista meno prestigiosa. La peer review è quindi una garanzia della validità scientifica dei contenuti sottoposti e ne certifica la qualità. Per tale motivo è effettuata da tutte le riviste scientifiche di alto livello.
Un problema della revisione paritaria è il costo: i revisori generalmente non vengono pagati, ma è la selezione il momento che incide di più sul costo della pubblicazione e include gli stipendi dei redattori e degli assistenti di redazione, il prezzo dei software per l’archiviazione e la gestione delle revisioni e degli strumenti di comunicazione (fax, posta, telefono);
– non prevedono abbonamento per i lettori, per cui vengono lette (e citate) di più;
– gli autori mantengono i diritti sul proprio lavoro, con la possibilità di riutilizzarlo (ad es. per scopi didattici) con le licenze Creative Commons.
L’Istante riferisce di pubblicare complessivamente oltre 3000 riviste per tutti i settori disciplinari, con particolare attenzione all’area tecnico-scientifica e biomedica:
le varie testate sono edite dai vari uffici internazionali del Gruppo (55 in tutto il mondo).
Riguardo, all’APC (Article Processing Charge), la Società precisa che:
i. è il corrispettivo dovuto una tantum all’Editore per la pubblicazione;
ii. copre tutti i costi di pubblicazione (costi per l’organizzazione e la gestione della peer review, la produzione degli articoli in PDF ed altri formati, la diffusione delle pubblicazioni in diverse sedi) venendo quindi meno i costi aggiuntivi generalmente collegati alla lunghezza del manoscritto o alla presenza di immagini a colori;
iii. il pagamento di un APC non presuppone automaticamente l’approvazione del manoscritto sottomesso, per il quale durante il processo di revisione potranno essere richieste revisioni maggiori o minori. I manoscritti non giudicati idonei alla pubblicazione saranno rigettati e non sarà applicato alcun APC in questi specifici casi;
iv. può essere pagato dall’Autore o dall’Istituzione di cui l’Autore fa parte all’avvenuta accettazione del manoscritto, dopo che questo ha superato positivamente il processo di revisione (peer review).
Riguardo al Contratto siglato con il Committente italiano, l’Istante rappresenta che il corrispettivo pattuito è annuale e suddiviso in 2 parti: la “Reading Fee” (Tariffa di lettura) e una “APC Fund” (Fondo APC).
Con il presente interpello, l’Editore intende conoscere la corretta aliquota IVA applicabile al suddetto corrispettivo.
Per quanto concerne la Reading Fee, ritiene sia in tutto e per tutto assimilabile al corrispettivo convenuto per accedere ad una banca dati di prodotti editoriali digitali:
infatti consente l’accesso a tutte le riviste individuate nell’allegato 2 del Contratto, tutte munite di un proprio codice ISSN e come tale da assoggettare all’aliquota IVA ridotta del 4 per cento di cui al n. 18) della Tabella A, parte II, allegata al Decreto IVA così come confermato, tra le tante, dalla circolare n. 20/E del 2016, dalla risoluzione 120/E del 2017 e dalla risposta all’interpello n. 69 del 2019.
Per l’APC Fund (detta anche “Publishing Fee”), a parere dell’Editore sussiste un maggior grado di incertezza circa l’applicabilità o meno dell’aliquota ridotta del 4 per cento ai sensi dei nn. 18) e 35) della Tabella A, Parte II, allegata al Decreto IVA.
La Società rappresenta che questa parte del corrispettivo è corrisposta a fronte della possibilità, da parte degli autori, inclusi nel circuito del Committente italiano, di pubblicare un determinato numero di propri articoli in modalità open access su riviste peer-reviewed. Questi manoscritti, una volta approvati dal board, diventano parte integrante delle riviste, a loro volta tutte munite di un proprio codice ISSN.
L’Istante fa altresì presente che a ogni articolo pubblicato viene associato un codice DOI (Digital Object Identifier) che identifica univocamente l’articolo e lo associa alla rivista munita di ISSN. Il DOI in sostanza è uno standard che consente l’identificazione duratura, all’interno di una rete digitale, di qualsiasi entità che sia oggetto di proprietà intellettuale e di associarvi i relativi dati di riferimento.
La Società chiede quindi quale sia l’aliquota IVA applicabile alla APC Fund/Publishing Fee.
Soluzione interpretativa prospettata dal contribuente
Stante la situazione di incertezza sopra riportata, per gli anni 2020 e 2021, l’Editore riferisce di aver assoggettato all’aliquota del 22 per cento la parte del corrispettivo riconducibile all’APC Fund, pur ritenendola compresa nei nn. 18) e 35) della Tabella A, Parte II, allegata a Decreto IVA che prevedono l’applicazione dell’aliquota del 4 per cento.
Si tratta infatti di una fee corrisposta a fronte della possibilità di pubblicare nuovi articoli in modalità open access su riviste munite di un proprio codice ISSN, andando sostanzialmente ad arricchire l’offerta di articoli consultabili tramite la piattaforma elettronica dell’Editore alla quale il Contratto dà diritto.
Questa parte del corrispettivo inoltre copre tutti quei costi che la Società deve sostenere per addivenire alla pubblicazione dell’articolo peer-reviewed, costi che sono sostanzialmente assimilabili a quelli normalmente sostenuti dagli editori per la pubblicazione di libri scientifici cartacei ed elencati al n. 35) della citata Tabella A Parte II.
Parere dell’Agenzia delle entrate
Il presente parere è reso unicamente in risposta al quesito formulato dall’Istante, concernente la corretta aliquota IVA da applicare alla parte del corrispettivo, denominata APC Fund o Pubblishing fee, versata dal Committente italiano per le annualità dal 2021 al 2024.
Tutte le altre informazioni o affermazioni fatte dalla Società nell’istanza di interpello sono quindi qui assunte acriticamente, restando impregiudicata ogni possibilità di controllo e sindacato da parte dell’Amministrazione finanziaria.
Dalla lettura del Contratto emerge che il Compact è il tipo prestazione prescelta dal Committente italiano per le annualità in commento e gli permette sia di consultare/utilizzare i Prodotti sottoscritti, dettagliati nell’allegato II al Contratto, sia di pubblicare in AO gli articoli scritti dagli Autori (riconosciuti dal Committente come “Aventi Diritto”), secondo i termini e le condizioni, descritte nell’allegato 7.
Si tratta in sostanza di un’offerta “Read&Publishing “, meglio descritta nell’allegato 4 al Contratto, caratterizzata da una componente di accesso (Reading) e da una componente pubblicazione articoli in OA (Publishing), per ognuna delle quali è previsto il versamento di un’apposita fee, su base annuale.
Qui in discussione è il trattamento IVA, in termini di aliquota applicabile, della Publishing fee, ossia della quota annuale che il Committente italiano versa all’Editore per vedersi garantita “la possibilità di pubblicare un determinato numero di articoli in open access a un costo predeterminato”, che varia in base allo “stock” di articoli prescelto.
Questa fee (o APC Fund) rappresenta di fatto l’intero corrispettivo globale annuale dovuto dal Sottoscrittore: per l’anno 2021, ad esempio, il Contratto prevede un corrispettivo annuale di circa euro 8 mila e l’APC Fund è di circa 7,5 mila euro. Analoga situazione, si riscontra per le annualità successive. Il peso della Reading fee è pertanto trascurabile.
Analizzando nel dettaglio il Compact, dalla lettura dell’allegato 7 è possibile desumere che la Publishing fee:
– alimenta il Fondo APC dal quale gli Autori Aventi Diritto possono attingere per pubblicare gli Articoli Idonei in riviste OA. La pubblicazione di un Articolo non idoneo (c.d. Articolo Standard) non è addebitato al Fondo APC, ma a parte;
– un articolo è Idoneo quando ha superato il “vaglio” del Comitato di esperti, che ne vaglia tra l’altro l’originalità in termini di nuovi risultati. Si differenziano dagli Articoli di Rassegna o Standard in quanto quest’ultimi si limitano a interpretare risultati precedentemente pubblicati;
– non obbliga l’Editore né qualsiasi altro soggetto, anche terzo, responsabile delle decisioni editoriali di una determinata rivista a accettare o pubblicare un articolo inviato da un Autore Avente Diritto. Il processo di pubblicazione rientra interamene nella discrezionalità dei soggetti responsabili.
Da quanto sino a ora premesso emerge chiaramente che la Publishing fee (alias Quota Publishing, APC Rate o Article Processing Charge) rappresenta il corrispettivo pagato dal Sottoscrittore per acquistare il diritto a pubblicare un numero predeterminato di Articoli Idonei sulle riveste AO dell’Editore e che – come affermato dall’Istante – va a coprire tutti i costi di pubblicazione (i.e. organizzazione e gestione della peer-reviewed, produzione di articoli in pdf e altri formati, diffusione della pubblicazione in diverse sedi).
A parere della scrivente, questa fee non può essere soggetta all’aliquota IVA del 4 per cento in quanto non rientra tra le fattispecie previste dai nn. 18) e 35) della Tabella A, Parte II, allegata al Decreto IVA.
Come chiarito dalla circolare 24 luglio 2014, n. 23/E, paragrafo 3, scopo di queste disposizioni è favorire la diffusione dei prodotti editoriali, agevolandone la commercializzazione, l’acquisto – anche mediante contratto d’opera, appalto e simili- e la realizzazione/produzione degli stessi, limitando nello stesso tempo la formazione di crediti IVA in capo agli operatori del settore.
Nella fattispecie in commento, l’Editore non acquista nulla dal Sottoscrittore: è quest’ultimo che acquista una prestazione dall’Editore che con il corrispettivo ricevuto “finanzia” la pubblicazione degli articoli e quindi della rivista OA.
La Publisching fee è pertanto soggetta all’aliquota IVA ordinaria.
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