La Corte di Cassazione con la sentenza n. 14643 del 11 giugno 2013 intervenendo in un ricorso in materia di licenziamenti ha chiarito che, qualora il dipendente superi il periodo massimo di malattia, ossia superi il periodo di comporto, il provvedimento espulsivo comminato dal datore di lavoro dovrà considerarsi illegittimo, se le ripetute assenze risultano fondate su uno stato d’ansia da mobbing.
Nello fattispecie i giudici di legittimità hanno precisato che non può essere considerato come legittimo il licenziamento per superamento del periodo di comporto, se tale superamento è dovuto ad una responsabilità del datore di lavoro relativamente allo stato psicofisico del prestatore.
La vicenda nasce dal licenziamento di un lavoratore per il superamento del periodo di comporto, Il lavoratore impugna il provvedimento del licenziamento inviato dalla società datore di lavoro inanzi al Tribunale in funzione di giudice del lavoro sostenendo che l’evento morboso sia da attribuire alla responsabilità del datore di lavoro . Il Tribunale accoglieva la richiesta del lavoratore emetteva a suo favore i provvedimenti di cui all’art. 18 legge n. 300/1970 condannando la datrice di lavoro a pagarle € 15.000,00 a titolo di risarcimento del danno alla persona, oltre spese di causa e di CTU.
La parte soccombente ricorreva al giudizio di appello avverso la sentenza del primo giudice. La Corte di Appello in parziale riforma della sentenza appellata, ha rigettato l’appello principale in punto di illegittimità del licenziamento; ha invece accolto l’appello principale quanto alla domanda risarcitoria rigettando l’appello incidentale sul punto; ha compensato per un terzo le spese del grado e posto gli altri due terzi a carico dell’appellante P. spa.
Il datore di lavoro avverso tale pronuncia ricorre per cassazione con tre motivi, in sintesi la società ricorrente contesta la ritenuta sussistenza del demansionamento e del mobbing lamentato dalla ricorrente sostenendo che erroneamente i giudici di merito hanno ritenuto che la patologia accertata avesse origine nell’attività lavorativa, laddove la stessa aveva altre cause.
Il lavoratore presenta controricorso.
La Suprema Corte come anticipato nella parte iniziale del presente articolo ritiene infondato il ricorso del datore di lavoro.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza n. 582 depositata l' 8 gennaio 2024 - Al lavoratore assente per malattia è consentito di mutare il titolo dell'assenza con la richiesta di fruizione delle ferie già maturate al fine di sospendere il…
- CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 16 marzo 2022, n. 8628 - In tema di licenziamento per superamento del comporto, il datore di lavoro non deve specificare i singoli giorni di assenza, potendosi ritenere sufficienti indicazioni più complessive, anche sulla…
- CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 13 settembre 2019, n. 22928 - Licenziamento per superamento del periodo di comporto - In tema di licenziamento per superamento del periodo di comporto, devono essere inclusi nel calcolo del periodo, oltre ai giorni…
- TRIBUNALE DI BARI - Ordinanza 12 maggio 2022 - Nel licenziamento per superamento del periodo di comporto per malattia la tempestività del licenziamento non può risolversi in un dato cronologico fisso e predeterminato e la valutazione del tempo decorso…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 04 marzo 2022, n. 7247 - Le assenze del lavoratore dovute ad infortunio sul lavoro o a malattia professionale, in quanto riconducibili alla generale nozione di infortunio o malattia contenuta nell'art. 2110 cod.civ.,…
- CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 28 dicembre 2020, n. 29672 - Licenziamento per superamento del periodo di comporto - Periodo di protrazione dell'assenza oltre il comporto - Sussistenza di un caso "particolarmente grave" - Condizioni per l'ulteriore…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- L’indennità sostitutiva di ferie non godute
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 9009 depositata…
- Il giudice tributario è tenuto a valutare la corre
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 5894 deposi…
- Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 10267 depositat…
- L’Iva detratta e stornata non costituisce elusione
L’Iva detratta e stornata non costituisce elusione, infatti il risparmio fiscale…
- Spese di sponsorizzazione sono deducibili per pres
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 6079 deposi…