La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con la sentenza n. 4358 depositata il 19 febbraio 2024, intervenendo in tema di orario di lavoro per il personale viaggiante, ha statuito che per il personale con mansioni di conducente di linea di automezzi pubblici trova applicazione l’articolo 6 della legge n. 138 del 1958 lettera f) “… la quale prevede per il personale viaggiante un’aliquota non inferiore al 12 per cento nel periodo di tempo che il lavoratore trascorre inoperoso fuori residenza, e senza altro obbligo per esso che quello della reperibilità, ed escluso il periodo di riposo giornaliero di cui all’art. 7 …”
Si ricorda che la normativa in questione regola l’orario di lavoro del personale degli automezzi pubblici di linea extra urbani adibiti al trasporto viaggiatori è l’articolo 6 dispone che:
Si computa come lavoro effettivo per il personale viaggiante:
a) il tempo occorrente per la preparazione dell’autoveicolo, computato dal momento in cui il lavoratore e obbligato a presentarsi in servizio per approntare e prendere in consegna l’autoveicolo, a quello in cui è autorizzato a lasciarlo, incluse le soste di durata non superiore a 30 minuti;
b) il tempo in cui è richiesta la presenza del lavoratore sull’autoveicolo per essere pronto a partire e quello impiegato in autorimessa o durante il viaggio per qualsiasi lavoro di eccedenza, manutenzione e riparazione dell’autoveicolo;
c) il tempo impiegato per la guida ed il periodo durante il quale il lavoratore è comandato a disposizione dell’azienda;
d) il tempo impiegato in prestazioni accessorie:
1) per i lavori concernenti la compilazione dei fogli di servizio, il versamento dell’incasso, il controllo dei biglietti ed altri lavori simili;
2) per il carico e scarico dei bagagli e delle merci e per la posta;
e) il tempo dovuto a ritardi giustificati da causa di forza maggiore;
f) un’aliquota non inferiore al 12 per cento nel periodo di tempo che il lavoratore trascorre inoperoso fuori residenza, e senza altro obbligo per esso che quello della reperibilità, ed escluso il periodo di riposo giornaliero di cui all’art. 7.
Per cui secondo, il Supremo consesso, il periodo intercorrente tra una corsa e l’altra non può essere ricompreso nell’orario di lavoro se l’autista può allontanarsi dal mezzo senza essere soggetto ad alcun potere datoriale.
La vicenda ha riguardato un dipendente con mansioni di conducente di linea, aveva chiesto di ottenere la trasformazione del rapporto da part-time a tempo pieno ed il pagamento di differenze retributive, per avere osservato un orario di lavoro superiore a quello contrattualmente stabilito. Il Tribunale adito, con funzioni di giudice del lavoro, respingeva la domanda del ricorrente. Il lavoratore impugnava la decisione del giudici di prime cure innanzi la Corte di appello. I giudici di appello hanno rigettato l’appello proposto dal dipendente. Per i giudici della Corte territoriale sulla base delle prove testimoniali assunte in giudizio, risultava che gli autisti una volta parcheggiato l’autobus potessero allontanarsi e che andasse affermata l’insussistenza di un obbligo di custodia nel mezzo nei tempi di sosta tra l’arrivo e la ripartenza per Benevento; rilevava inoltre la mancanza di un obbligo di reperibilità prescritto dall’azienda e che, conseguentemente, l’orario complessivo settimanale svolto, inclusi i tempi accessori non superasse le 24 ore settimanali contrattualmente pattuiti e non comportava pertanto né l’invocata trasformazione in rapporto a tempo pieno per fatti concludenti né le rivendicate differenze salariali. Avverso la sentenza della Corte di appello il dipendente proponeva ricorso in cassazione fondato su cinque motivi.
I giudici di legittimità rigettano il ricorso del lavoratore.
Per gli Ermellini, infatti, non rientra nel computo dell’orario di lavoro il tempo in cui il dipendente, del tutto privo di vincoli, è libero di autodeterminarsi senza essere assoggettato ad alcun comando o potere organizzativo datoriale.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 06 dicembre 2019, n. 31957 - In tema di orario di lavoro, i limiti allo ius variandi dell'imprenditore nei contratti di lavoro part time - nei quali la programmabilità del tempo libero assume carattere essenziale e…
- Corte di Cassazione, ordinanza n. 33937 depositata il 5 dicembre 2023 - Nel rapporto di lavoro subordinato, anche alla luce della giurisprudenza comunitaria in tema di orario di lavoro di cui alla direttiva n. 2003/88/CE (v. Corte di Giustizia UE del…
- CORTE di CASSAZIONE - Ordinanza n. 33930 depositata il 5 dicembre 2023 - Nel rapporto di lavoro subordinato, anche alla luce della giurisprudenza comunitaria in tema di orario di lavoro di cui alla direttiva n. 2003/88/CE, il tempo necessario ad…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 26 luglio 2022, n. 23371 - Gli elementi sintomatici della subordinazione nel caso di prestazioni elementari e ripetitive sono costituiti dal criterio rappresentato dall'assoggettamento del prestatore all'esercizio del…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 12 ottobre 2021, n. 27791 - In materia di prova testimoniale, non sussiste con riguardo alle deposizioni rese dai parenti o dal coniuge di una delle parti, alcun principio di necessaria inattendibilità connessa al…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 09 gennaio 2020, n. 254 - È considerato tempo di lavoro effettivo, a sensi dell'art. 6 lettera e della legge n. 138 del 1958, tutto il tempo che il conducente di automezzo pubblico di linea adibito al trasporto extra…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- Processo tributario: competenza del giudice tribut
La sentenza n. 186 depositata il 6 marzo 2024 del Tribunale Amministrativo Regio…
- Prescrizione quinquennale delle sanzioni ed intere
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 11113 depos…
- L’utilizzo dell’istituto della compens
La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 17116 depositata il 2…
- IMU: no all’esenzione di abitazione principa
La Corte di Cassazione. sezione tributaria, con l’ordinanza n. 9496 deposi…
- Il consulente tecnico d’ufficio non commette
La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 15642 depositata il 1…