La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 17116 depositata il 24 aprile 2024, intervenendo in tema di sequestro preventivo a seguito di reati tributaria, ha ribadito il principio secondo cui “… l’estinzione del debito tributario non potesse che incidere sul sequestro preventivo in atto, dovendo lo stesso essere ridotto ovvero revocato in misura corrispondente a quanto versato o comunque restituito dall’indagato; ciò in quanto, altrimenti, sarebbe venuta a determinarsi una inammissibile duplicazione sanzionatoria, in contrasto con il principio secondo il quale l’ablazione definitiva di un bene non può mai essere superiore al vantaggio economico conseguito dall’azione delittuosa.
In tale prospettiva, la sentenza di annullamento ha esplicitamente escluso che nel nostro ordinamento sussistano forme legislative “tipiche” di estinzione del debito tributario, funzionali alla sopravvenuta cessazione delle esigenze cautelari giustificative del sequestro finalizzato alla confisca (diretta o per equivalente); in tale ambito, pertanto, ha chiaramente fatto rientrare anche gli istituti di compensazione dei crediti d’imposta previsti dalla normativa tributaria. …”
La vicenda ha riguardato il legale rappresentante di una società a responsabilità limitata, indagato per il reato di cui all’art. 10-quater, comma 2, d.lgs. n. 74/2000, nei cui confronti era stato emesso dal GIP un provvedimento di sequestro preventivo. Avverso impugnato tale provvedimento avanti al Tribunale e poi in Cassazione. La Suprema Corte aveva annullato la decisione del Tribunale con rinvio. Il Tribunale del rinvio respingeva l’appello cautelare proposto nell’interesse. L’indagato proponeva, avverso tale decisione, ricorso in cassazione fondato su tre motivi.
I giudici di legittimità annullano l’ordinanza impugnata e rinviano, per nuovo giudizio, al Tribunale.
Per gli Ermellini il “… Tribunale si è sottratto al compito demandatogli operando una erronea equiparazione fra due modalità di pagamento del debito tributario completamente diverse: da una parte, la procedura di rateizzazione del debito; dall’altra, quella di applicazione degli istituti di compensazione tributaria nel caso adottati dal ricorrente, vale a dire la compensazione con crediti IVA e con crediti di imposta per investimenti nel Mezzogiorno. Al riguardo, coglie nel segno la critica formulata dalla difesa, la quale ha correttamente rilevato come la rateizzazione costituisca un impegno di adempimento futuro del debito, la cui estinzione interviene soltanto all’esito dell’integrale pagamento delle rate; gli istituti di compensazione tributaria costituiscono, invece, mezzi previsti dalla legge per la integrale ed immediata estinzione del debito fiscale, non subordinati a comportamenti successivi del debitore. Insomma, a differenza della rateizzazione, la compensazione non presuppone un impegno di futuro adempimento, ma costituisce un mezzo immediato ed attuale di adempimento del debito. …”
Infine per il Supremo consesso “… la legge fa conseguire l’effetto estintivo della compensazione tributaria ad una specifica procedura formale che deve essere seguita dal contribuente, la quale, se rispettata e formalmente avallata dall’Ufficio finanziario, determina l’immediata estinzione del debito. Non è, invece, previsto che tale effetto estintivo si determini soltanto all’esito dei controlli sostanziali ad opera dell’Agenzia delle Entrate, trattandosi di controlli successivi, del tutto eventuali, che possono svolgersi a distanza di anni dal momento in cui è stata applicata la compensazione del credito d’imposta. …”
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- CORTE DI CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 7860 depositata il 4 marzo 2022 - In tema di misure cautelari reali, la pronuncia in appello di una sentenza non irrevocabile di assoluzione, che riformi una precedente sentenza di condanna, determina…
- CORTE DI CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 19672 depositata il 8 maggio 2019 - Frode - Quando si versa nell'ipotesi di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente e che, pertanto, attesa la natura sanzionatoria di quest'ultima,…
- Corte di Cassazione, sezione penale, sentenza n. 30626 depositata il 3 agosto 2022 - E' necessario che il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca dia motivatamente conto della sussistenza, oltre che del fumus commissi delicti, anche del…
- CORTE DI CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 18093 depositata il 6 maggio 2022 - Il provvedimento di sequestro preventivo di cui all'art. 321, comma 2, cod. proc. pen., finalizzato alla confisca di cui all'art. 240 cod. pen., deve contenere la…
- CORTE DI CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 29398 depositata il 25 luglio, 2022 - In tema di sequestro a fini di confisca del profitto monetario del reato la natura fungibile, tipica del denaro, renda del tutto irrilevante stabilire se quello…
- CORTE DI CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 10874 depositata il 30 marzo 2020 - In tema di misure cautelari personali, il giudizio di legittimità relativo alla verifica di sussistenza o meno dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- Ammissibile l’impugnazione incidentale tardi
La Corte di Cassazione, sezioni unite, con la sentenza n. 8486 depositata il 28…
- Nel rito c.d. Fornero non costituisce domanda nuov
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 10263 depositat…
- La conciliazione è nulla se firmata in azienda e n
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza n. 10065 depositat…
- Processo Tributario: la prova del perfezionamento
Nei casi in cui la notifica di un atto impositivo o processuale avvenga a mezzo…
- LIPE 2024: scadenze e novità per adempiere corrett
Per l’anno 2024 le LIPE (Liquidazioni Periodiche IVA) e rimasto invariata…