La condotta del danneggiato può costituire un contributo colposo alla verificazione del danno, la cui quantificazione in misura percentuale è rimessa all’accertamento del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se correttamente motivato
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 26654 depositata il 15 settembre 2023 – La condotta del danneggiato può costituire un contributo colposo alla verificazione del danno, la cui quantificazione in misura percentuale è rimessa all’accertamento del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se correttamente motivato
il 25 Settembre, 2023in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, sicurezza sul lavoro
CORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 26644 depositata il 15 settembre 2023 – In tema di infortunio sul lavoro per il quale sia stata esercitata l’azione penale, il termine di prescrizione triennale dell’azione di regresso, da parte dell’ente assicuratore, decorre da quello d’irrevocabilità della sentenza penale, che nel caso di ricorso per cassazione, coincide con la pronuncia dell’ordinanza o della sentenza che definisce il giudizio di legittimità ai sensi dell’art. 648 c.p.p.
il 25 Settembre, 2023in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, DIRITTO PROCESSUALE, sicurezza sul lavoro
In tema di infortunio sul lavoro per il quale sia stata esercitata l’azione penale, il termine di prescrizione triennale dell’azione di regresso, da parte dell’ente assicuratore, decorre da quello d’irrevocabilità della sentenza penale, che nel caso di ricorso per cassazione, coincide con la pronuncia dell’ordinanza o della sentenza che definisce il giudizio di legittimità ai sensi dell’art. 648 c.p.p.
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 26711 depositata il 18 settembre 2023 – Il calcolo della quota retributiva della pensione (quota A), assoggettato ai più favorevoli criteri di calcolo antecedenti alle richiamate innovazioni del 2002 e del 2003, deve uniformarsi alle previsioni dell’art. 49 del Regolamento di Esecuzione del 1997 (delibera 28 giugno 1997), in quanto vigenti alla data di maturazione del diritto, riguardante, nella specie, una pensione decorrente dal dicembre 2005
il 25 Settembre, 2023in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, PENSIONI
Il calcolo della quota retributiva della pensione (quota A), assoggettato ai più favorevoli criteri di calcolo antecedenti alle richiamate innovazioni del 2002 e del 2003, deve uniformarsi alle previsioni dell’art. 49 del Regolamento di Esecuzione del 1997 (delibera 28 giugno 1997), in quanto vigenti alla data di maturazione del diritto, riguardante, nella specie, una pensione decorrente dal dicembre 2005
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 26532 depositata il 14 settembre 2023 – Riguardo alla categoria dei dirigenti, vige il regime di libera recedibilità quale criterio generale con esclusione del divieto di licenziamento orale, discriminatorio e ritorsivo colpito da nullità
il 22 Settembre, 2023in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
Riguardo alla categoria dei dirigenti, vige il regime di libera recedibilità quale criterio generale con esclusione del divieto di licenziamento orale, discriminatorio e ritorsivo colpito da nullità
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 26741 depositata il 18 settembre 2023 – Nel giudizio instaurato nei confronti di pretesi eredi per il pagamento di debiti del de cuius, incombe su chi agisce, in applicazione del principio generale contenuto nell’art. 2697 cod. civ., l’onere di provare l’assunzione da parte del convenuto della qualità di erede, che non può inferirsi dalla mera chiamata alla eredità, non essendo prevista alcuna presunzione in tal senso, ma consegue solo all’accettazione dell’eredità, espressa o tacita, la cui ricorrenza rappresenta un elemento costitutivo del diritto azionato nei confronti del soggetto evocato in giudizio nella sua qualità di erede e tuttavia la parte chiamata deve tempestivamente dichiarare di essere solo chiamato e non aver accettato
il 22 Settembre, 2023in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro
Nel giudizio instaurato nei confronti di pretesi eredi per il pagamento di debiti del de cuius, incombe su chi agisce, in applicazione del principio generale contenuto nell’art. 2697 cod. civ., l’onere di provare l’assunzione da parte del convenuto della qualità di erede, che non può inferirsi dalla mera chiamata alla eredità, non essendo prevista alcuna presunzione in tal senso, ma consegue solo all’accettazione dell’eredità, espressa o tacita, la cui ricorrenza rappresenta un elemento costitutivo del diritto azionato nei confronti del soggetto evocato in giudizio nella sua qualità di erede e tuttavia la parte chiamata deve tempestivamente dichiarare di essere solo chiamato e non aver accettato
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 26658 depositata il 15 settembre 2023 – In tema di infortunio sul lavoro per il quale sia stata esercitata l’azione penale, ove il relativo processo si sia concluso con sentenza di non doversi procedere o in sede dibattimentale per essersi il reato estinto a seguito d’intervenuta prescrizione, il termine triennale di decadenza previsto per l’esercizio dell’azione di regresso dell’INAIL decorre dalla data del passaggio in giudicato della sentenza penale e non dalla mera emanazione della sentenza, non essendovi stato un accertamento dei fatti-reato da parte del giudice penale
il 22 Settembre, 2023in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, sicurezza sul lavoro
In tema di infortunio sul lavoro per il quale sia stata esercitata l’azione penale, ove il relativo processo si sia concluso con sentenza di non doversi procedere o in sede dibattimentale per essersi il reato estinto a seguito d’intervenuta prescrizione, il termine triennale di decadenza previsto per l’esercizio dell’azione di regresso dell’INAIL decorre dalla data del passaggio in giudicato della sentenza penale e non dalla mera emanazione della sentenza, non essendovi stato un accertamento dei fatti-reato da parte del giudice penale
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 26629 depositata il 15 settembre 2023 – Il giudice nell’attribuire ai rapporti dedotti in causa la qualificazione giuridica più appropriata anche in difformità di quella che le parti, sia pure concordemente, indicano è vincolato non solo ai fatti allegati (e provati) dalle parti stesse ma anche alle domande che su tali fatti le parti propongono per ottenere un determinato bene anziché un altro, intendendo il termine bene sia come attribuzione di un bene materiale (“petitum mediato”) sia come attribuzione di un dato diritto o come creazione, regolamento, annullamento, nullità o estinzione di un rapporto (“petitum” immediato) e non può, interferendo nel potere dispositivo delle parti, alterare alcuno degli elementi obbiettivi di identificazione dell’azione
il 21 Settembre, 2023in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, DIRITTO PROCESSUALE
Il giudice nell’attribuire ai rapporti dedotti in causa la qualificazione giuridica più appropriata anche in difformità di quella che le parti, sia pure concordemente, indicano è vincolato non solo ai fatti allegati (e provati) dalle parti stesse ma anche alle domande che su tali fatti le parti propongono per ottenere un determinato bene anziché un altro, intendendo il termine bene sia come attribuzione di un bene materiale (“petitum mediato”) sia come attribuzione di un dato diritto o come creazione, regolamento, annullamento, nullità o estinzione di un rapporto (“petitum” immediato) e non può, interferendo nel potere dispositivo delle parti, alterare alcuno degli elementi obbiettivi di identificazione dell’azione
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 26499 depositata il 14 settembre 2023 – La violazione dell’art. 115 cod.proc.civ. non è ravvisabile nella mera circostanza che il giudice di merito abbia valutato le prove proposte dalle parti attribuendo maggior forza di convincimento ad alcune piuttosto che ad altre, ma soltanto nel caso in cui il giudice abbia giudicato sulla base di prove non introdotte dalle parti e disposte di sua iniziativa al di fuori dei casi in cui gli sia riconosciuto un potere officioso di disposizione del mezzo probatorio
il 21 Settembre, 2023in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, DIRITTO PROCESSUALE
La violazione dell’art. 115 cod.proc.civ. non è ravvisabile nella mera circostanza che il giudice di merito abbia valutato le prove proposte dalle parti attribuendo maggior forza di convincimento ad alcune piuttosto che ad altre, ma soltanto nel caso in cui il giudice abbia giudicato sulla base di prove non introdotte dalle parti e disposte di sua iniziativa al di fuori dei casi in cui gli sia riconosciuto un potere officioso di disposizione del mezzo probatorio
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