CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 14 giugno 2017, n. 14852
Riscossione – Ipoteca su beni immobili – Comunicazione preventiva dell’Amministrazione finanziaria – Legittimità
Il ricorrente ha ricevuto iscrizione di ipoteca, che ha impugnato davanti al giudice tributario, adducendo diversi vizi di forma dell’atto in questione.
I giudici di merito hanno rigettato la domanda in parte in primo grado, ed integralmente in secondo.
Contro la decisione della CTR il contribuente propone due motivi di ricorso, illustrati da memoria, ai quali si oppone Equitalia con controricorso, eccependo che l’ipoteca è stata cancellata in data 14.5.2013 (dopo il giudizio di primo grado) e chiedendo, di conseguenza l’inammissibilità del ricorso per carenza d’interesse.
In via preliminare, va disattesa l’eccezione inserita nel controricorso di declaratoria d’inammissibilità del ricorso per carenza d’interesse, in quanto l’ipoteca è stata cancellata dopo il giudizio di primo grado, e quindi, residua un interesse della parte contribuente a fronte di una sentenza sfavorevole sollecitata dall’agente della riscossione che pur ha provveduto spontaneamente a cancellare tale ipoteca, ad acclarare la legittimità o meno dell’iscrizione dell’ipoteca fino alla sua cancellazione.
Il Collegio ha deliberato di adottare la presente decisione in forma semplificata. Con il primo motivo, il ricorrente denuncia violazione di legge, non avendo la CTR tenuto conto che l’ipoteca è stata iscritta senza rispetto del contraddittorio endoprocedimentale, ossia senza dare al contribuente il termine di trenta giorni per esporre le sue ragioni a difesa.
Con il secondo motivo lamenta omessa pronuncia in ordine alla questione della violazione dell’ art. 50 dpr 602 del 1973.
Il primo motivo è fondato ed assorbente sul piano logico giuridico.
Infatti, secondo l’insegnamento di questa Corte, “In tema di riscossione coattiva delle imposte, l’Amministrazione finanziaria prima di iscrivere l’ipoteca su beni immobili ai sensi dell’art. 77 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602 (nella formulazione vigente “ratione temporis”), deve comunicare al contribuente che procederà alla suddetta iscrizione, concedendo al medesimo un termine – che può essere determinato, in coerenza con analoghe previsioni normative (da ultimo, quello previsto dall’art. 77, comma 2 bis, del medesimo d.P.R., come introdotto dal d.l. 14 maggio 2011, n. 70, conv. con modif dalla legge 12 luglio 2011, n. 106), in trenta giorni – per presentare osservazioni od effettuare il pagamento, dovendosi ritenere che l’omessa attivazione di tale contraddittorio endoprocedimentale comporti la nullità dell’iscrizione ipotecaria per violazione del diritto alla partecipazione al procedimento, garantito anche dagli artt. 41, 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali della Unione europea, fermo restando che, attesa la natura reale dell’ipoteca l’iscrizione mantiene la sua efficacia fino alla sua declaratoria giudiziale d’illegittimità” (Cass. n. 19667/14).
Nel caso di specie, tale principio trova piena applicazione, in quanto, il concessionario non ha inviato alla parte contribuente una comunicazione preventiva che lo mettesse in condizione di evitare l’evento pregiudizievole dell’iscrizione del gravame, anche attraverso l’adempimento spontaneo del debito sottostante all’iscrizione ipotecaria, inoltre, dall’esame degli atti è emerso che tale eccezione era stata sollevata dalla parte contribuente fin dal ricorso introduttivo e, quindi, non è una questione nuova, sollevata per la prima volta nella presente sede di legittimità.
Accoglie, pertanto, il primo motivo di ricorso, mentre, il secondo motivo resta assorbito cassa senza rinvio la sentenza impugnata ed accoglie il ricorso introduttivo, nei limiti di cui in parte motiva.
Sussistono giusti motivi per la compensazione delle spese del giudizio di merito a seguito del recente consolidarsi della giurisprudenza in materia, ponendosi a carico di Equitalia Sud SpA le spese del giudizio di legittimità
P.Q.M.
Accoglie il primo motivo di ricorso, dichiara assorbito il secondo, cassa senza rinvio l’impugnata sentenza e, accoglie il ricorso introduttivo del contribuente. Dichiara compensate le spese del giudizio di merito e condanna Equitalia Sud SpA, in persona del legale rappresentante al pagamento delle spese del giudizio di legittimità che liquida in € 3.000,00, oltre € 200,00 per esborsi, oltre il 15% per spese generali, oltre accessori di legge.
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