Il contribuente proponeva, a sua volta, ricorso incidentale sostenendo l’illegittimità dell’accertamento induttivo fondato sulle indagini bancarie nei confronti di un soggetto che non svolga attività imprenditoriale.
Infatti, con la sentenza n. 225/2005, il giudice delle leggi ha ritenuto la disposizione di cui all’articolo 32 non lesiva del principio di ragionevolezza “non essendo manifestamente arbitrario ipotizzare che i prelievi ingiustificati dei conti correnti bancari effettuati da un imprenditore siano stati destinati all’esercizio dell’attività d’impresa e siano quindi considerati, detratti i relativi costi, in termini di reddito imponibile”.
La Corte di cassazione respinge, invece, il ricorso incidentale del contribuente ritenendo che “la presunzione di cui all’articolo 32, Dpr 600/1973 ha portata generale, nonostante l’utilizzo (nella versione applicabile ratione temporis , e cioè anteriore alla modifica recata dalla legge 30 dicembre 2004 n. 311) dell’accezione “ricavi” e non anche di quella “compensi” ed è applicabile, quindi, non solo al reddito di impresa, ma anche al reddito da lavoro autonomo professionale”.
La Cassazione, nel respingere il ricorso introduttivo del contribuente, nulla dice, invece, in merito all’opportunità/necessità di riconoscere in deduzione costi occulti a fronte dei ricavi presunti dai prelevamenti.
A tal riguardo, si ricorda che l’Amministrazione finanziaria ha fornito utili indicazioni con la circolare 32/E del 2006.
In questo documento di prassi, è stata tracciata una differenza tra le ipotesi in cui lo strumento delle indagini bancarie viene utilizzato nell’ambito di un accertamento induttivo “puro”, in presenza del quale nella ricostruzione del reddito si deve tener conto “soprattutto in assenza di documentazione certa, di un’incidenza percentuale di costi presunti a fronte di maggiori ricavi accertati”, e l’ipotesi in cui le indagini bancarie sono utilizzate a supporto di accertamenti analitici o analitici-induttivi in presenza dei quali “nessun margine si offre all’ufficio procedente ai fini di un possibile riconoscimento di componenti negative di cui non è stata fornita dal contribuente prova certa”.
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