La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 36773 depositata il 5 settembre 2023, intervenendo in tema di falso ideologico, ha affermato che “… la falsa attestazione contenuta nella certificazione unica incide direttamente sul conseguente atto dell’amministrazione finanziaria (connesso alla determinazione delle imposte) che, pur formato per uno scopo diverso da quello di conferire pubblica fede alle attestazioni del privato, assume comunque rilevanza giuridica nel rapporto pubblicistico che lega l’amministrazione finanziaria e il contribuente, acquisendo, attraverso l’attestazione stessa, un valore probatorio interno alla pubblica amministrazione.
La certificazione unica, infatti, è un documento fiscale che attesta i redditi percepiti nell’anno precedente; viene rilasciato dall’INPS o dal datore di lavoro o dal committente entro il 16 marzo di ogni anno e viene successivamente trasfuso nella relativa dichiarazione dei redditi. …”
La certificazione unica in sé non è atto pubblico. Questa Corte ha già avuto modo di precisare come la disciplina in materia (art. 4 d.P.R. n. 322 del 1998) non conferisce alcun profilo pubblicistico all’attività del sostituto di imposta, che opera la ritenuta e rilascia la certificazione unica (C.U.D.). …”
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