La Corte di Cassazione sez. Civile con la sentenza n. 26778 del 22 dicembre 2016 ha affermato che la raccomandata inviato attraverso un servizio di posta privata è priva di valore legale.
Gli Ermellini pur evidenziando che “Ne consegue che tutti i fornitori di servizi postali all’attualità possono certamente eseguire “invii postali”, cioè curare la trasmissione della corrispondenza – fatta eccezione per gli atti giudiziari -, ma l’eventuale timbro datario apposto sul plico consegnato dal mittente non può valere a rendere certa la data di ricezione, trattandosi qui di una attività d’impresa resa da un soggetto privato, il cui personale dipendente non risulta munito di poteri pubblicistici di certificazione della data di ricezione della corrispondenza trattata.”
Pertanto la raccomandata di posta privata non offre la cosiddetta «data certa». Molte società di poste private, del resto, non offrono proprio il servizio dell’avviso di ricevimento, tipico invece della raccomandata a.r. di Poste Italiane; e se anche lo offrissero, questo cartoncino non avrebbe alcun valore legale.
Per i giudici del palazzaccio quindi, anche imprese private, munite di apposita licenza dell’Amministrazione, possono svolgere servizi postali e curare ed eseguire la trasmissione della corrispondenza e delle raccomandate ad eccezione degli atti giudiziari, ma in questo caso il timbro datario apposto sul plico consegnato dal mittente non può valere a rendere certa la data di ricezione, trattandosi di un’attività resa da un soggetto privato il cui personale dipendente non risulta munito di poteri pubblicistici di certificazione della data di ricezione della corrispondenza trattata.
Possono essere interessanti anche le seguenti pubblicazioni:
- CORTE di CASSAZIONE - Sentenza n. 9513 depositata il 6 aprile 2023 - Ricorre l'ipotesi di c.d. "doppia conforme", ai sensi dell'art. 348 ter, commi 4 e 5, c.p.c., con conseguente inammissibilità della censura di omesso esame di fatti decisivi ex art.…
- CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 10 febbraio 2022, n. 4317 - La doglianza per violazione dell'art. 116 cod.proc.civ. è ammissibile solo ove si alleghi che il giudice, nel valutare una prova o, comunque, una risultanza probatoria, non abbia operato - in…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 08 novembre 2022, n. 32820 - In tema di ricorso per cassazione, la doglianza circa la violazione dell'art. 116 c.p.c. è ammissibile solo ove si alleghi che il giudice, nel valutare una prova o, comunque, una risultanza…
- CORTE di CASSAZIONE, sezione lavoro, ordinanza n. 6431 depositata l' 8 marzo 2024 - La violazione dell'art. 116 c.p.c. è riscontrabile solo ove si alleghi che il giudice, nel valutare una prova o, comunque, una risultanza probatoria, non abbia operato…
- CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 28 ottobre 2019, n. 27583 - Nel processo tributario la tempestività della notifica dell'appello può desumersi anche dalla certificazione rilasciata dall'ente poste italiane circa l'avvenuta ricezione del plico entro il…
- MINISTERO delle IMPRESE e del MADE IN ITALY - Comunicato del 1° marzo 2024 - Al via la fase sperimentale del servizio di rilascio e rinnovo dei passaporti presso gli uffici postali dei comuni con meno di 15mila abitanti - L’iniziativa rientra nel…
RICERCA NEL SITO
NEWSLETTER
ARTICOLI RECENTI
- Autoriciclaggio: in tema di sequestro preventivo s
La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 10663 depositata il 1…
- La prova rigorosa del pagamento della retribuzione
La prova rigorosa del pagamento della retribuzione spetta al datore di lavoro, i…
- Imposta di registro: non va applicata sulle clauso
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con la sentenza n. 3466 depositata i…
- Le perdite su crediti derivanti da accordi transat
Le perdite su crediti derivanti da accordi transattivi sono deducibili anche se…
- L’art. 7 L. n. 604/1966 consente al datore d
L’art. 7 L. n. 604/1966 consente al datore di lavoro di comunicare il licenziame…