CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 26 ottobre 2020, n. 23471
Tributi – Avvisi di accertamento per ripresa a tassazione delle spese per manutenzione straordinaria e migliorie non asportabili – Ripresa a tassazione dell’Iva su tali spese
Fatti di causa
1. La soc. contribuente opera nel settore dell’organizzazione di fiere, esposizioni, convegni e – per quanto riguarda gli anni di imposta qui in interesse – anche attività imprenditoriale turistico ricettiva nel settore delle case-vacanza, munita delle prescritte autorizzazioni amministrative.
La società stipulava un contratto di locazione, debitamente registrato, ove erano previste a carico del locatario-conduttore tutte le spese, sia di ordinaria sia di straordinaria manutenzione per rendere adatto il bene immobile allo scopo turistico ricettivo. In questo senso, venivano svolti diversi lavori di miglioria, compresa la realizzazione di una piscina. Occorre precisare che il legale rappresentante della società qui ricorrente e la proprietaria locatrice degli immobili de quibus sono coniugi, mentre il precitato contratto di locazione è stato stipulato tra la proprietaria ed il figlio, in allora legale rappresentante della società.
A seguito di verifica generale per l’anno 2005, conclusa con pvc in data 28 luglio 2008, veniva emessi due avvisi di accertamento: uno per l’anno di imposta 2003, l’altro per il 2006, entrambi relativi – per quanto interesse ai fini del decidere – con ripresa a tassazione delle spese sostenute dalla società per manutenzione straordinaria e migliorie non asportabili, ritenute non deducibili o ammortizzabili, perché non inerenti e non proporzionate. Seguiva la ripresa a tassazione dell’Iva su tali spese.
Proposti i ricorsi e riuniti i giudizi già in primo grado, gli atti impositivi erano annullati. Sull’appello dell’Ufficio, la CTR accoglieva in parte le doglianze erariali, ritenendo deducibili le spese di ristrutturazione su immobili altrui solo quando relative a strutture asportabili, diversamente concretandosi un modo di elusione dell’Iva per il locatore. Per altro verso, la sentenza confermava la sentenza del primo giudice ritenendo detraibile l’Iva sulle opere di manutenzione quando vi sia destinazione strumentale d’impresa che ne consente la detrazione.
Avverso questa sentenza propone ricorso la società contribuente con unico motivo, cui replica con controricorso la difesa erariale.
In prossimità dell’udienza la parte privata ha depositato memoria.
Ragioni della decisione
Il ricorso principale è affidato ad unico motivo.
1. Con l’unico motivo viene prospettata la censura di cui all’art. 360 n. 3 cpc per violazione degli articoli 102, 103, 108 e 109 d.P.R. n. 917/1986, nonché art. 19 d.P.R. 633/1972, nella sostanza protestando che non siano state ritenute deducibili le spese di manutenzione straordinaria perché avvenuta su opere inamovibili, nonostante l’espressa previsione contrattuale.
Questa Corte con arresto delle Sezioni Unite n. 11533/2018 ha ritento deducibile l’Iva per lavori di ristrutturazione o manutenzione anche su immobili di terzi, purché con nesso di strumentalità con l’attività di impresa, sia attuale che potenziale. L’orientamento della Sezione si è uniformato sul punto con ordinanza n. 11907/2019, proprio in tema di immobili del coniuge, superando così la perplessità rappresentata dalla gravata sentenza. In termini anche la sentenza n. 19161/2019, relativa a spese ordinarie e straordinarie, pacificamente deducibili, a prescindere dall’amovibilità o meno, ove siano necessarie per adeguare l’immobile all’attività di impresa.
Se nell’ultimo paragrafo della scarna motivazione la gravata sentenza fa riferimento alla deducibilità dell’Iva per le spese inerenti l’attività di impresa, nulla dice in tema di Ires e Irap, parimenti da ritenersi deducibili per la citata giurisprudenza.
Questi principi ha mail governato la CTR, sicché la sentenza dev’essere cassata con rinvio al giudice di merito.
Il ricorso è quindi fondato e merita accoglimento.
P.Q.M.
accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia alla CTR per la Toscana, in diversa composizione, cui demanda anche la regolazione delle spese del presente grado del giudizio.
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