CORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 36048 depositata il 27 dicembre 2023
Lavoro – Malattie professionali e infortunio – Riduzione del tasso del premio INAIL – Difetto di corrispondenza tra chiesto e pronunciato – Carenza di specificazione del provvedimento di variazione del tasso – Accoglimento
Rilevato che
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 24/10/2023 dal Consigliere Dott. D.C..
Ritenuto che
B. s.p.a. convenne l’INAIL dinanzi al Giudice del lavoro di Ferrara al fine di far accertare che non aveva avuto responsabilità nella causazione delle malattie professionali sofferte da due lavoratori e nell’infortunio occorso ad un terzo, con la conseguente riduzione del tasso del premio per l’anno 2007 nella misura del 21 per mille; la domanda fu avversata dall’Inail che, in riconvenzionale, chiese la condanna della società al pagamento della rata di premio per l’anno 2007 nella misura del tasso del 32 per mille ovvero del 32 per mille, nell’ipotesi subordinata dello scorporo dell’incidenza dell’infortunio;
il Tribunale rigettò la domanda principale ed accolse quella riconvenzionale, condannando la società a pagare la somma di euro 767.230,21 compensando le spese di lite;
ciò in quanto, da un lato, la medesima società non aveva tempestivamente proposto, nel termine di decadenza di 30 giorni dalla piena conoscenza del provvedimento, opposizione al modulo 20 SM con il quale era stata comunicata l’oscillazione del tasso, e, dall’altro, in quanto la variazione dipendeva solo dall’oggettivo verificarsi delle patologie contratte dai dipendenti che, comunque, erano causalmente ricollegate alla responsabilità della stessa società;
la Corte d’appello di Bologna, con la sentenza n. 978 del 2016, ha accolto l’impugnazione principale proposta dalla s.p.a B., restando assorbita l’impugnazione incidentale proposta dall’INAIL e relativa alla compensazione delle spese del giudizio di primo grado;
la decisione ha respinto l’eccezione di genericità dell’atto d’appello ed ha ritenuto sufficientemente descritte le ragioni di doglianza fatte valere dalla società, precisamente: a) erronea esclusione del diritto alla sospensione ex art. 45, comma 2, d.P.R.124/1965: b) carenza di specificità del provvedimento impugnato; c) tardività delle specificazioni delle ragioni poste a suo fondamento; d) erroneità della decisione per mancanza di nesso di causalità tra le malattie professionali e l’infortunio e la variazione del tasso; quindi, ha ritenuto preliminare il motivo che censurava la ritenuta insufficienza della motivazione del provvedimento di oscillazione del premio (Modello SM 20) ed ha accertato che l’INAIL aveva violato il disposto dell’art. 23 D.M. 12 maggio 2000, come interpretato dalla giurisprudenza della Corte di cassazione (Cass. 9660/1998; 12754/98; 13762/1999; 14625/1999; 15123/2000 e Cass. 14842/2004);
nel caso di specie, solo con la comunicazione del 18 gennaio 2007 erano stati esplicitati gli eventi che avevano prodotto la variazione, mentre il modello 20 SM comunicato nel dicembre 2006 conteneva solo l’indicazione del nuovo importo, con la conseguenza che era pieno diritto della società quello di opporsi e chiedere la sospensione della nuova tariffa;
avverso tale sentenza, ricorre l’INAIL sulla base di un motivo, relativo alla affermata novità della censura relativa alla assenza di motivazione dell’originario provvedimento di variazione, con cui si denuncia la violazione degli artt. 112, 437 secondo comma, 345, 276 secondo comma e 359 c.p.c., ai sensi dell’art. 360, primo comma n. 4) c.p.c.; in particolare, si lamenta che la sentenza impugnata abbia del tutto illegittimamente modificato l’oggetto devoluto al proprio giudizio, introducendo il tema dell’illegittimità della pretesa dell’Istituto per un vizio motivazionale dell’originario atto di variazione del premio;
entrambe le parti hanno depositato memoria;
il Collegio ha fissato il termine di giorni sessanta per il deposito della motivazione;
Considerato che
preliminarmente va rilevato che, qualora, come avviene nel caso di specie, venga denunciato il difetto di corrispondenza tra chiesto e pronunciato, per effetto del travisamento da parte del giudice del merito della causa petendi dedotta, la Corte di cassazione, per verificare l’effettiva esistenza del vizio denunciato, ha accesso diretto agli atti processuali, trattandosi di errore in procedendo, e non è vincolata dalla interpretazione della domanda data dal giudice di merito, potendo provvedere direttamente a verificare e ad identificare i contenuti del petitum e della causa petendi (Cass. n. 9644 del 2003);
ciò chiarito, il motivo di ricorso, ammissibile ed autosufficiente per aver riportato in ricorso i passi salienti degli atti introduttivi del giudizio sia relativamente al primo che al secondo grado che per averli allegati in copia, è fondato;
invero, la causa petendi della causa introdotta dalla odierna controricorrente in primo grado era costituita dalla negazione della responsabilità della società nella determinazione delle malattie professionali e dell’infortunio verificatisi nell’anno 2007, al fine di pretendere il mantenimento del premio nella misura del 21 per mille; peraltro, per effetto della domanda riconvenzionale proposta dall’INAIL, come la stessa sentenza impugnata espone, erano state sottoposte al giudice anche le domande di accertamento e di condanna della pretesa dell’INAIL di variare l’importo del premio dal 21 al 34 per mille ed in via subordinata del 23 per mille;
mediante la costituzione in grado d’appello, contenente impugnazione incidentale quanto alla compensazione delle spese, l’Inail ha ribadito le proprie ragioni che avevano trovato integrale accoglimento con la sentenza impugnata;
pertanto, oggetto del giudizio di primo grado ma anche di quello d’appello era la determinazione della legittima misura del premio assicurativo dovuto dalla odierna controricorrente nell’anno 2007; l’indicazione dell’iniziale carenza di specificazione del provvedimento di variazione del tasso faceva parte della narrazione degli antefatti relativi alla vicenda amministrativa che aveva condotto l’INAIL a variare il premio, restando superato dal successivo svolgersi dello stesso procedimento e dalla devoluzione alla fase giurisdizionale della intera vicenda;
in nessun modo il giudizio d’appello poteva essere ridotto ad un giudizio sulla legittimità formale di un atto amministrativo interno al rapporto contributivo esistente tra le parti;
ciò neanche per effetto dell’accoglimento di un motivo di per sé inidoneo a definire la controversia, proprio per la marginalità della questione posta all’interno del più ampio oggetto del giudizio;
la decisione impugnata ha quindi realizzato una palese violazione dell’art. 112 c.p.c. in quanto ha, mediante una illegittima modifica della causa petendi e del petitum dedotti in causa, sostanzialmente omesso la pronuncia sulla domanda riconvenzionale proposta dall’INAIL in primo grado, accolta dal Tribunale e reiterata dall’INAIL con la memoria di costituzione in secondo grado;
invero, questa Corte di legittimità ha avuto modo di affermare che la violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato sussiste sia quando il giudice trascuri di esaminare una domanda od una eccezione, sia quando sostituisca d’ufficio un’azione ad un’altra, a causa del travisamento dell’effettivo contenuto della domanda (Cass. n. 19214 del 2023);
in definitiva, il ricorso va accolto, la sentenza impugnata va cassata e la causa va rinviata per un nuovo esame dei motivi d’appello alla Corte d’appello di Bologna, in diversa composizione, anche per le spese del giudizio di legittimità.
P.Q.M.
Accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese del giudizio di legittimità, alla Corte d’Appello di Bologna, in diversa composizione.
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