La Corte di Cassazione sez. Tributaria con l’ ordinanza n. 15190 del del 18 giugno 2013 è intervenuta in materia dei riflessi della sentenza penale passata in giudicato non ha efficacia vincolate nel processo tributario. L’accertamento contenuto in una sentenza di proscioglimento può però costituire una prova presuntiva laddove il giudice tributario compia un’autonoma valutazione degli elementi acquisiti in sede penale. In altre parole, la Commissione non può limitarsi a rilevare l’esistenza di una sentenza definitiva in materia di reati tributari, estendendo automaticamente gli effetti con riguardo all’azione accertatrice dell’Amministrazione Finanziaria.
I giudici di legittimità hanno, ulteriormente precisato che “il Giudice Tributario non può negare in linea di principio che l’accertamento contenuto in una sentenza di proscioglimento possa costituire fonte di prova presuntiva, omettendo di compiere una sua autonoma valutazione degli elementi acquisiti in sede penale” (c.fr. Cass. n. 17037/2002 e n. 19481/2004).
Per cui alla stregua di tali considerazioni, la Suprema Corte ha rinviato la causa ad altra sezione della Commissione Tributaria Regionale, per nuovo esame.
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