PRECEDENTI ORIENTAMENTI
Commissione Tributaria Regionale della Liguria sentenza n. 493/2017
Nella fattispecie analizzata dai giudici della Commissione Tributaria Regionale della Liguria, l’avviso di accertamento era stato emesso nei confronti di una S.r.l., partecipata da due soci di cui, uno con percentuale di partecipazione pari al 99 per cento. L’avviso di accertamento per il quale ricorrevano i soci, riguardava l’omessa dichiarazione dei redditi. I contribuenti, sostenevano l’illegittimità dello stesso, lamentando la scarsa motivazione e la violazione del divieto di doppia tassazione relativamente ai maggiori utili accertati.
A parere dei giudici, l’operato dell’Ufficio era da considerarsi legittimo, in quanto “l’esistenza di una quota di partecipazione del 99 per cento legittima la presunzione di una distribuzione degli utili fondata sul vincolo di solidarietà e puntuale controllo dei soci che non può esistere in una società con ampia cerchia societaria”. Affermano inoltre i giudici, che, nel caso in esame, non poteva ritenersi violato il divieto di doppia tassazione, trattandosi di soggetti diversi, società e soci, e di imposte diverse, ossia, IRES e IRPEF.
Commissione Tributaria Regionale dell’Umbria Sentenza n.50/2017
Con un simile parere, si è anche espressa la Commissione Tributaria Regionale dell’Umbria, secondo la quale in tema di società a ristretta base azionaria, e anche in presenza di un dissidio fra i soci e nonostante che l’accertamento spiccato alla società non sia ancora definitivo, l’avviso di accertamento emesso nei confronti degli stessi, è da considerarsi valido.
Parere contrastante
Di parere contrastante, è l’ordinanza n.923/2016, con la quale la Cassazione, è tornata a pronunciarsi sul tema della presunzione di distribuzione degli utili extracontabili nelle società a base ristretta azionaria.
La Corte di Cassazione, facendo proprio l’orientamento, ormai, consolidato, ha affermato che “se il contribuente introduce una prova contraria attraverso, l’integrazione di prove sufficientemente valide, tali da smentire la ripartizione degli utili, presunta dall’Ufficio, l’Amministrazione Finanziaria ha l’onere di rispondere, introducendo elementi positivi di dimostrazione dell’avvenuta distribuzione”.
La Suprema Corte ha inoltre precisato che “la valutazione degli elementi probatori attiene alla sfera di competenza del Giudice di merito, il quale deve valutare facendo uso dei propri poteri di selezione della fonti di prova e di libero convincimento”.
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