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CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 5 novembre 2014, n. C-166/13 – Il diritto al contraddittorio in qualsiasi procedimento, quale si applica nell’ambito della direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008 non osta a che un’autorità nazionale non ascolti il cittadino di un paese terzo specificamente in merito a una decisione di rimpatrio allorché, dopo aver constatato l’irregolarità del suo soggiorno nel territorio nazionale in esito a una procedura che ha pienamente rispettato il suo diritto di essere ascoltato

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE - Sentenza 5 novembre 2014, n. C-166/13 LAVORO - VISTI, ASILO, IMMIGRAZIONE E ALTRE POLITICHE LEGATE ALLA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE - RIMPATRIO DI CITTADINI DI PAESI TERZI IL CUI SOGGIORNO E' IRREGOLARE - PROCEDIMENTO DI ADOZIONE DI UNA DECISIONE DI RIMPATRIO - PRINCIPIO DEL RISPETTO DEI DIRITTI DELLA DIFESA 1. [...]

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 5 novembre 2014, n. C-311/13 – Le disposizioni della direttiva 80/987/CEE del Consiglio, del 20 ottobre 1980, relativa alla tutela dei lavoratori subordinati in caso di insolvenza del datore di lavoro si applicano e ostano ad una normativa nazionale sulla tutela dei lavoratori subordinati in caso di insolvenza del datore di lavoro, come quella di cui al procedimento principale, secondo la quale un cittadino di un paese terzo che non soggiorna legalmente nello Stato membro interessato non è considerato un lavoratore subordinato, legittimato a richiedere una prestazione di insolvenza in forza, in particolare, dei crediti salariali non pagati in caso di insolvenza del datore di lavoro

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE - Sentenza 5 novembre 2014, n. C-311/13 LAVORO - TUTELA DEI LAVORATORI SUBORDINATI IN CASO DI INSOLVENZA DEL DATORE DI LAVORO - DIPENDENTE, CITTADINO DI PAESE TERZO, NON TITOLARE DI UN VALIDO PERMESSO DI SOGGIORNO - DINIEGO DEL DIRITTO AD UN'INDENNITA' DI INSOLVENZA Sentenza 1 La domanda di pronuncia pregiudiziale verte [...]

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 5 novembre 2014, n. C-476/13 – La clausola 4, punto 2, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale, concluso il 6 giugno 1997, che figura nell’allegato alla direttiva 97/81/CE del Consiglio, del 15 dicembre 1997, relativa all’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale concluso dall’UNICE, dal CEEP e dalla CES, come modificata dalla direttiva 98/23/CE del Consiglio, del 7 aprile 1998, deve essere interpretata nel senso che il principio “pro rata temporis” si applica al calcolo dell’importo di un assegno per figli a carico erogato dal datore di lavoro di un lavoratore a tempo parziale, in esecuzione di un contratto collettivo quale quello applicabile agli impiegati di banche e banchieri austriaci

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE - Sentenza 5 novembre 2014, n. C-476/13 LAVORO - POLITICA SOCIALE - ACCORDO QUADRO SUL LAVORO A TEMPO PARZIALE - PRINCIPIO DI NON DISCRIMINAZIONE - CONTRATTO COLLETTIVO CHE PREVEDE UN ASSEGNO PER I FIGLI A CARICO - CALCOLO DELL'ASSEGNO PAGATO AI LAVORATORI A TEMPO PARZIALE SECONDO IL PRINCIPIO "PRO RATA TEMPORIS" [...]

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 15 ottobre 2014, n. C-221/13 – L’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale, concluso il 6 giugno 1997, che figura nell’allegato alla direttiva 97/81/CE del Consiglio, del 15 dicembre 1997, relativa all’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale concluso dall’UNICE, dal CEEP e dalla CES, ed in particolare la sua clausola 5, punto 2, deve essere interpretato nel senso che esso non osta, in circostanze come quelle oggetto del procedimento principale, a una normativa nazionale in base alla quale il datore di lavoro può disporre la trasformazione di un contratto di lavoro da contratto a tempo parziale in contratto a tempo pieno senza il consenso del lavoratore interessato

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE - Sentenza 15 ottobre 2014, n. C-221/13 POLITICA SOCIALE - DIRETTIVA 97/81/CE - ACCORDO QUADRO SUL LAVORO A TEMPO PARZIALE CONCLUSO DALL’UNICE, DAL CEEP E DALLA CES - TRASFORMAZIONE DI UN CONTRATTO DI LAVORO A TEMPO PARZIALE IN UNO A TEMPO PIENO SENZA IL CONSENSO DEL LAVORATORE» 1 La domanda di pronuncia [...]

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 9 ottobre 2014, n. C-492/13 – L’amministrazione tributaria di uno Stato membro neghi l’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto per una cessione intracomunitaria perché l’acquirente non era identificato ai fini di tale imposta in un altro Stato membro e il fornitore non ha dimostrato né l’autenticità della firma figurante sui documenti prodotti per corroborare la sua dichiarazione di cessione asseritamente esentata, né che la persona che ha sottoscritto tali documenti in nome dell’acquirente avesse facoltà di rappresentare quest’ultimo, laddove le prove che giustificano il diritto all’esenzione prodotte dal fornitore per corroborare la sua dichiarazione erano conformi all’elenco di documenti, stabilito dal diritto nazionale, da presentare alla suddetta amministrazione e, in un primo tempo, sono state da quest’ultima accettate quali prove giustificative. Tale circostanza deve essere verificata dal giudice del rinvio

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE - Sentenza 9 ottobre 2014, n. C-492/13 RINVIO PREGIUDIZIALE - FISCALITA' - IVA - DIRETTIVA 2006/112/CE - ARTICOLO 138, PARAGRAFO 1 - ESENZIONI CONNESSE ALLE OPERAZIONI INTRACOMUNITARIE - ACQUIRENTE NON IDENTIFICATO AI FINI DELL’IVA - OBBLIGO DEL VENDITORE DI ACCERTARE L’AUTENTICITA' DELLA FIRMA DELL’ACQUIRENTE O DEL SUO RAPPRESENTANTE - PRINCIPI DI PROPORZIONALITA', DI CERTEZZA DEL DIRITTO E DI TUTELA DEL [...]

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 2 ottobre 2014, n. C-446/13 – Il luogo della cessione di un bene, venduto da una società stabilita in uno Stato membro ad un acquirente stabilito in un altro Stato membro, e sul quale il venditore ha fatto realizzare, ad opera di un prestatore stabilito in quest’altro Stato membro, lavori di rifinitura volti a rendere tale bene atto alla cessione, prima di farlo spedire dal suddetto prestatore a destinazione dell’acquirente, deve reputarsi situato nello Stato membro in cui quest’ultimo è stabilito

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE - Sentenza 2 ottobre 2014, n. C-446/13 DETERMINAZIONE DEL LUOGO DI UNA CESSIONE DI BENI - FORNITORE STABILITO IN UNO STATO MEMBRO DIVERSO DA QUELLO IN CUI E' STABILITO L’ACQUIRENTE - TRASFORMAZIONE DEL BENE NELLO STATO MEMBRO IN CUI E' STABILITO L’ACQUIRENTE 1 La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione delle disposizioni [...]

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 10 settembre 2014, n. C-491/13 – L’articolo 12 della direttiva 2004/114/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004, relativa alle condizioni di ammissione dei cittadini di paesi terzi per motivi di studio, scambio di alunni, tirocinio non retribuito o volontariato, deve essere interpretato nel senso che lo Stato membro interessato è tenuto ad ammettere nel suo territorio un cittadino di paesi terzi che manifesti l’intenzione di soggiornare per più di tre mesi in tale territorio

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE - Sentenza 10 settembre 2014, n. C-491/13 LAVORO - SPAZIO DI LIBERTA', SICUREZZA E GIUSTIZIA - REQUISITI DI AMMISSIONE DEI CITTADINI DI PAESI TERZI PER MOTIVI DI STUDIO - DINIEGO DI AMMISSIONE DI UNA PERSONA CHE SODDISFA I REQUISITI PREVISTI DA TALE DIRETTIVA - MARGINE DI DISCREZIONALITA' DELLE AUTORITA' COMPETENTI 1. La [...]

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 9 settembre 2014, n. C-575/13 – Gli articoli 24, paragrafo 1, e 34 del regolamento (CE) n. 810/2009 (Codice comunitario dei visti) devono essere interpretati nel senso che l’annullamento, da parte di un’autorità di un paese terzo, di un documento di viaggio non comporta, ipso iure, l’invalidità di un visto uniforme apposto su tale documento

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE - Sentenza 9 settembre 2014, n. C-575/13 LAVORO - RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO - LAVORATORE EXTRACOMUNITARIO - INVALIDITA' DI UN VISTO - REGIME DI ATTRAVERSAMENTO DELLE FRONTIERE - CODICE FRONTIERE SCHENGEN 1. La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull'interpretazione del regolamento (CE) n. 562/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 [...]

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