La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 6303 depositata l’ 8 marzo 2024, intervenendo in tema di inerenza dei costi, ha ribadito il principio di diritto secondo cui “… il giudizio quantitativo o di congruità non è del tutto irrilevante ed accede al diverso piano logico e strutturale dell’onere della prova (…) la dimostrata sproporzione assume valore sintomatico, di indice rivelatore, in ordine al fatto che il rapporto in cui il costo si inserisce è diverso ed estraneo all’attività d’impresa, ossia che l’atto, in realtà, non è correlato alla produzione ma assolve ad altre finalità e, pertanto, il requisito dell’inerenza è inesistente» (Cass. Sez. V, 28 dicembre 2018, n. 33574). …”
La vicenda ha riguardato una s.r.l. esercente l’attività di commercio all’ingrosso di prodotti lattiero-caseari, a cui l’Agenzia delle Entrate notificava un avviso di accertamento con il quale veniva disconosciuta la detrazione in relazione a fatture di acquisto, alcune per prestazioni alberghiere, per assenza di inerenza. La società contribuente impugnava tale atto impositivo innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale (attualmente Corte di Giustizia Tributaria di primo grado). I giudici di prime cure accolgono parzialmente il ricorso. L’Amministrazione finanziaria impugnava la decisione di primo grado I giudici di appello hanno rigettato l’appello dell’Ufficio, ritenendo che, ai fini dell’inerenza dei costi, è rilevante la circostanza che la società contribuente non dispone di beni strumentali per lo svolgimento dell’attività commerciale e che la stessa aveva abituali rapporti commerciali con il fornitore. L’Ufficio proponeva ricorso in cassazione fondato su due motivi.
Gli Ermellini nel rigettare il ricorso ha affermato che secondo la più recente giurisprudenza di questa Corte, “… il contribuente è tenuto a dimostrare l’inerenza, intesa in termini qualitativi e dunque di compatibilità, coerenza e correlazione, non già ai ricavi in sé, ma all’attività imprenditoriale svolta (Cass., Sez. V, 13 gennaio 2023, n. 972; Cass., Sez. V, 16 giugno 2021, n. 17028; Cass., Sez. V, 2 febbraio 2021, n. 2224; Cass., Sez. V, 21 novembre 2019, n. 30366; Cass., Sez. V, 31 ottobre 2018, n. 27786; Cass., Sez. V, 30 maggio 2018, n. 13588). …”