SANZIONI

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 settembre 2021, n. 24082 – In tema di irrogazione di sanzioni amministrative, l’applicazione di norme diverse da quelle indicate nella contestazione della violazione, senza modificazione dei fatti contestati, comporta l’annullamento dell’ordinanza ingiunzione solo quando determini in concreto una lesione del diritto di difesa in relazione alla facoltà del trasgressore di essere ascoltato e di produrre documenti prima dell’emissione del provvedimento

in tema di irrogazione di sanzioni amministrative, l'applicazione di norme diverse da quelle indicate nella contestazione della violazione, senza modificazione dei fatti contestati, comporta l'annullamento dell'ordinanza ingiunzione solo quando determini in concreto una lesione del diritto di difesa in relazione alla facoltà del trasgressore di essere ascoltato e di produrre documenti prima dell'emissione del provvedimento

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 31 agosto 2021, n. 23617 – Sotto il profilo normativo, le somme aggiuntive appartengono alla categoria delle sanzioni civili, vengono applicate automaticamente in caso di mancato o ritardato pagamento di contributi o premi assicurativi e consistono in una somma ex lege predeterminata il cui relativo credito sorge de iure alla scadenza del termine legale per il pagamento del debito contributivo, in relazione al periodo di contribuzione

Sotto il profilo normativo, le somme aggiuntive appartengono alla categoria delle sanzioni civili, vengono applicate automaticamente in caso di mancato o ritardato pagamento di contributi o premi assicurativi e consistono in una somma ex lege predeterminata il cui relativo credito sorge de iure alla scadenza del termine legale per il pagamento del debito contributivo, in relazione al periodo di contribuzione

Ambito applicativo articolo 6, comma 6, decreto legislativo n. 471 del 1997 – Risoluzione 03 agosto 2021, n. 51/E dell’Agenzia delle Entrate

AGENZIA DELLE ENTRATE - Risoluzione 03 agosto 2021, n. 51/E Ambito applicativo articolo 6, comma 6, decreto legislativo n. 471 del 1997 Sono stati chiesti chiarimenti alla scrivente in merito all’ambito applicativo dell’art. 6, comma 6, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, in base al quale «Chi computa illegittimamente in detrazione l'imposta assolta, [...]

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 29 luglio 2021, n. 21760 – L’art. 12, secondo comma, d.lgs. n. 471 del 1997, che prevede la sospensione dell’attività, ha carattere speciale rispetto alla norma generale contenuta nell’art. 16, terzo comma, d.lgs. 18 dicembre 1997, n. 472, per cui l’irrogazione della sanzione accessoria non è impedita dalla definizione agevolata prevista da quest’ultima disposizione

L'art. 12, secondo comma, d.lgs. n. 471 del 1997, che prevede la sospensione dell'attività, ha carattere speciale rispetto alla norma generale contenuta nell’art. 16, terzo comma, d.lgs. 18 dicembre 1997, n. 472, per cui l'irrogazione della sanzione accessoria non è impedita dalla definizione agevolata prevista da quest'ultima disposizione

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 luglio 2021, n. 19738 – Operazioni in sospensione d’imposta – Omessa comunicazione di dichiarazione d’intenti

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 12 luglio 2021, n. 19738 Tributi - IVA - Esportatore abituale - Operazioni in sospensione d’imposta - Omessa comunicazione di dichiarazione d’intenti - Sanzioni Fatti di causa 1. L'Agenzia delle Entrate propone ricorso per cassazione avverso la sentenza della Commissione tributaria di II grado di Bolzano, depositata il 30 giugno [...]

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 14 giugno 2021, n. 16757 – In tema di IVA, ove il contribuente fruisca di un credito d’imposta per un determinato anno e lo esponga nella dichiarazione annuale, non perde il diritto alla sua detrazione se omette di riportarlo nella dichiarazione relativa all’anno successivo, atteso che la decadenza è comminata, giusta l’art. 28, comma 4, del d.P.R. n. 633 del 1972

In tema di IVA, ove il contribuente fruisca di un credito d'imposta per un determinato anno e lo esponga nella dichiarazione annuale, non perde il diritto alla sua detrazione se omette di riportarlo nella dichiarazione relativa all'anno successivo, atteso che la decadenza è comminata, giusta l'art. 28, comma 4, del d.P.R. n. 633 del 1972

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 10 giugno 2021, n. 16479 – In tema di incremento dell’aliquota Irap, ha affermato che l’Amministrazione finanziaria può ricorrere alla procedura di cui all’art. 36-bis del d.P.R. n. 600 del 1973 anche per rettificare l’imposta indicata in dichiarazione in base all’applicazione di una diversa aliquota rispetto a quella individuata dal contribuente, atteso che da un lato tale attività si traduce nella correzione di un mero errore di calcolo e dall’altro non assume rilievo l’inconsapevolezza dell’errore del dichiarante

In tema di incremento dell'aliquota Irap, ha affermato che l'Amministrazione finanziaria può ricorrere alla procedura di cui all'art. 36-bis del d.P.R. n. 600 del 1973 anche per rettificare l'imposta indicata in dichiarazione in base all'applicazione di una diversa aliquota rispetto a quella individuata dal contribuente, atteso che da un lato tale attività si traduce nella correzione di un mero errore di calcolo e dall'altro non assume rilievo l'inconsapevolezza dell'errore del dichiarante

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 giugno 2021, n. 16450 – In tema di sanzioni amministrative tributarie, per distinguere tra violazioni formali e sostanziali è necessario accertare in concreto, con valutazione in fatto riservata al giudice di merito, se la condotta abbia cagionato un danno erariale, incidendo sulla determinazione della base imponibile, dell’imposta o del versamento del tributo; in assenza di tale pregiudizio, la violazione resta formale perché lesiva per l’esercizio delle azioni e dei poteri di controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria

In tema di sanzioni amministrative tributarie, per distinguere tra violazioni formali e sostanziali è necessario accertare in concreto, con valutazione in fatto riservata al giudice di merito, se la condotta abbia cagionato un danno erariale, incidendo sulla determinazione della base imponibile, dell'imposta o del versamento del tributo; in assenza di tale pregiudizio, la violazione resta formale perché lesiva per l'esercizio delle azioni e dei poteri di controllo da parte dell'Amministrazione finanziaria

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