Avverso l’accertamento mediante il redditometro la prova contraria non è limitata al comma 5 dell’art. 38 del dpr 600/73
La Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 31844 depositata il 15 novembre 2023, intervenendo in tema di accertamenti sintetici-induttivi mediante c.d. redditometro, ha ribadito che "... la prova contraria non è limitata a quella prevista dal quinto comma dell'art. 38 d.P.R. 29 settembre 1973 n. 600 (e cioè che il maggior reddito accertato è costituito da redditi esenti o da redditi soggetti a ritenute alla fonte a titolo di imposta), ma è consentito dimostrare che il reddito presunto sulla base del coefficiente non esiste o esiste in misura inferiore (Cass. 29/08/2000, n. 11300). ..." La vicenda ha riguardato un contribuente a cui l'Agenzia delle Entrate notificava un avviso di accertamento con cui veniva accertato, in via sintetica, un maggior reddito ai fini Irpef. Il contribuente impugnava tale atto impositivo con ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale [...]
Si è in presenza di appalti endoaziendali illeciti ogni qualvolta l’appaltatore metta a disposizione del committente una prestazione lavorativa e senza una reale organizzazione della prestazione stessa, finalizzata ad un risultato produttivo autonomo
Si è in presenza di appalti endoaziendali illeciti ogni qualvolta l'appaltatore metta a disposizione del committente una prestazione lavorativa e senza una reale organizzazione della prestazione stessa, finalizzata ad un risultato produttivo autonomo
Per il provvedimento di sequestro preventivo di cui all’art. 24 del dlgs n. 231/2001 deve motivare sulle ragioni per le quali il bene potrebbe essere modificato, disperso, deteriorato, utilizzato od alienato
La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 47640 depositata il 28 novembre 2023, intervenendo in tema di sequestro preventivo di cui alla D.lgs. n. 231/2001, ha ribadito che "... poiché il criterio su cui plasmare l'onere motivazionale del provvedimento di sequestro deve essere rapportato alla natura anticipatrice della misura cautelare, deve ritenersi corretto, con riferimento, come nel caso di specie, al sequestro che abbia ad oggetto cose profitto del reato, l'indirizzo che afferma la necessità che il provvedimento si soffermi sulle ragioni per le quali il bene potrebbe, nelle more del giudizio, essere modificato, disperso, deteriorato, utilizzato od alienato. Una esigenza, questa, rapportata alla ratio della misura cautelare e volta a preservarne, anticipandone i tempi, gli effetti sul presupposto che, ove si attendesse l'esito del processo, gli stessi potrebbero essere vanificati dal trascorrere [...]
Il dirigente medico ha diritto al risarcimento qualora non gli venga riconosciuta la parte variabile della retribuzione per inadempimento del datore di lavoro
La Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 28258 depositata il 9 ottobre 2023, intervenendo in tema retribuzione variabile per i dipendenti della pubblica amministrazione ha ribadito che "... in tema di dirigenza medica del settore sanitario pubblico, la P.A. è tenuta a dare inizio e a completare, nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede, il procedimento per l’adozione del provvedimento di graduazione delle funzioni dirigenziali e di pesatura degli incarichi, nel cui ambito la fase di consultazione sindacale, finalizzata anche a determinare l’ammontare delle risorse destinate al pagamento della quota variabile della retribuzione di posizione definita in sede aziendale e dipendente dalla graduazione delle funzioni, ha carattere endo-procedimentale; il mancato rispetto dei termini interni che ne scandiscono lo svolgimento, l’omessa conclusione delle trattative entro la data fissata dal contratto collettivo e le eventuali problematiche [...]
Il lavoratore in pensione ha diritto alla reintegra nel posto di lavoro in caso di risoluzione illegittima del rapporto di lavoro
La Corte di Cassazione con l'ordinanza n . 32522 depositata il 23 novembre 2023, intervenendo in tema di cessione del ramo di azienda e del diritto del ripristino del rapporto di lavoro con la datrice di lavoro cedente, ha affermato che "... il conseguimento della pensione di anzianità non integra una causa di impossibilità della reintegrazione nel posto di lavoro del lavoratore illegittimamente licenziato, atteso che la disciplina legale dell'incompatibilità (totale o parziale) tra trattamento pensionistico e percezione di un reddito da lavoro dipendente si colloca sul diverso piano del rapporto previdenziale, determinando la sospensione dell'erogazione della prestazione pensionistica, ma non comporta l'invalidità del rapporto di lavoro; né il risarcimento del danno spettante ex art. 18, st.lav. può essere diminuito degli importi che il lavoratore abbia ricevuto a titolo di pensione, in quanto può considerarsi compensativo [...]
Il dolo per il reato di bancarotta documentale non coincide con la scomparsa dei libri contabili o con la tenuta degli stessi in guisa tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio
La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 42856 depositata il 19 ottobre 2023, intervenendo in tema di bancarotta documentale, ha affermato che "... Per integrare tale forma di bancarotta (cd. bancarotta fraudolenta documentale specifica), non si richiede, dunque, un effettivo pregiudizio delle ragioni del ceto creditorio, ma solo che la condotta del soggetto attivo del reato sia sostenuta dalla finalità di arrecare pregiudizio ai creditori (ovvero di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto). Al riguardo deve osservarsi che gli elementi dai quali desumere la sussistenza del dolo specifico nel delitto di bancarotta fraudolenta documentale specifica e del dolo generico nel delitto di bancarotta fraudolenta documentale generica non possono coincidere con la scomparsa dei libri contabili o con la tenuta degli stessi in guisa tale da non rendere possibile la ricostruzione [...]
La prescrizione in materia tributariava eccepita dal contribuente mentre l’individuazione del termine legale applicabile è rimessa al giudice di merito
La Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 27933 depositata il 4 ottobre 2023, intervenendo in tema di prescrizione, ha ribadito che "... in materia tributaria trova applicazione il principio secondo cui, a fronte della natura estintiva della prescrizione eccepita dal contribuente, l'individuazione del termine legale applicabile è rimessa al giudice di merito (Cass., Sez. 6-5, 24 gennaio 2022, n. 1980). ..." La vicenda ha riguardato un contribuente a cui era stato notificato un preavviso di fermo per una serie di cartelle di pagamento. Avverso tale atto il contribuente proponeva ricorso. Il giudice di prime cure rigettava il ricorso del contribuente. Avverso la sentenza il contribuente proponeva appello. I giudice di appello dichiaravano: 1) l’estinzione del giudizio per cessata materia del contendere relativamente alle cartelle di pagamento, sottostanti al preavviso di fermo; 2) la nullità della [...]
Il giudice penale per i reati di cui al d.lgs. n. 74/2000 non può avvalersi delle presunzioni semplici o valutazioni e i giudizi contenuti nei pvc
La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 44170 depositata il 3 novembre 2023, intervenendo in tema di prove per i reati tributari alla luce dell'art. 24 della Costituzione e del suo principio di presunzione di innocenza e del rispetto del principio della libertà personale , ha affermato che "... Ai fini del d.lgs. n. 74 del 2000 per «imposta evasa» si intende «la differenza tra l'imposta effettivamente dovuta e quella indicata nella dichiarazione, ovvero l'intera imposta dovuta nel caso di omessa dichiarazione, al netto delle somme versate dal contribuente o da terzi a titolo di acconto, di ritenuta o comunque in pagamento di detta imposta prima della presentazione della dichiarazione o della scadenza del relativo termine» (art. 1, lett. f). Per l'accertamento dell'an e del quantum dell'imposta "dovuta" è giocoforza necessario far riferimento [...]