Il giudice applica la … disciplina di cui al quarto comma del presente articolo nell’ipotesi in cui accerti il difetto di giustificazione del licenziamento intimato, anche ai sensi degli articoli 4, comma 4, e 10, comma 3, della legge 12 marzo 1999, n. 68, per motivo oggettivo consistente nell’inidoneità fisica o psichica del lavoratore”; pertanto in tutti i casi di licenziamento intimato per motivo oggettivo consistente nell’inidoneità fisica o psichica del lavoratore – sia esso assunto come disabile ovvero anche nel caso di inidoneità sopravvenuta – dovrà applicarsi la cd. tutela reintegratoria attenuata ove il giudice “accerti il difetto di giustificazione”; sempre dal punto di vista letterale vale evidenziare la differenza rispetto alla previsione contenuta nel medesimo comma per l’ipotesi in cui il giudice “accerti la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato motivo oggettivo” in cui egli “può” applicare la disciplina cd. reintegratoria attenuata
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 dicembre 2018, n. 32158 – E’ espressamente prevista dall’art. 18 la reintegrazione per il caso in cui il giudice accerti il difetto di giustificazione del licenziamento , senza attribuire al giudice stesso alcuna discrezionalità
il 18 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 14 dicembre 2018, n. 32493 – Deve riconoscersi la anzianità di servizio maturata in capo al personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, ai fini della attribuzione della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato
il 18 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
Questa Corte ha avuto modo di pronunciarsi sulla questione dell’applicabilità al settore scolastico della clausola 4, dell’Accordo Quadro sul rapporto a tempo determinato recepito nella Direttiva n. 1999/70/CE, di diretta applicazione, sostenendo che la stessa “…impone di riconoscere la anzianità di servizio maturata in capo al personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, ai fini della attribuzione della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato dai c.c.n.I. succedutisi nel tempo, sicché vanno disapplicate le disposizioni dei richiamati c.c.n.I. che, prescindendo dalla anzianità maturata, commisurano in ogni caso la retribuzione degli assunti a tempo determinato al trattamento economico iniziale previsto per i dipendenti a tempo indeterminato”.(Cass. 22558 del 2016).
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 13 dicembre 2018, n. 32330 – Licenziamento per rifiuto del lavoratore al distacco è illegittimo se il distacco comporta un mutamento sostanziale delle mansioni, poiché in tale ipotesi occorre il consenso del lavoratore
il 18 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
il lavoratore, il quale riceva la comunicazione di un provvedimento di distacco, ai sensi della norma richiamata, è gravato dall’onere di fare presente al datore di lavoro il proprio rifiuto ma non anche di rendere note le ragioni che lo sorreggono (o di tenere ferme quelle inizialmente prospettate, ove diverse da un mutamento di mansioni), l’art. 30 richiedendo il consenso del lavoratore nei casi (tutti) in cui il mutamento delle mansioni sia conseguenza oggettiva dell’attuazione dell’ordine, senza che possa rilevare la rappresentazione che di esso e dei suoi effetti abbia dato il datore di lavoro.
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 14 dicembre 2018, n. 32503 – La stipulazione di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa con una P.A., al di fuori dei presupposti di legge, non può mai determinare la conversione del rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato – Elementi qualificanti del rapporto di lavoro subordinato
il 18 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
l’elemento che contraddistingue il rapporto di lavoro subordinato rispetto al rapporto di lavoro autonomo è il vincolo di soggezione personale del lavoratore al potere organizzativo, direttivo e disciplinare del datore di lavoro, con conseguente limitazione della sua autonomia ed inserimento nell’organizzazione aziendale, mentre altri elementi, quali l’assenza di rischio, la continuità della prestazione, l’osservanza di un orario e la forma della retribuzione, pur avendo natura meramente sussidiaria e non decisiva, possono costituire indici rivelatori della subordinazione, idonei anche a prevalere sull’eventuale volontà contraria manifestata dalle parti, ove incompatibili con l’assetto previsto dalle stesse
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 11 dicembre 2018, n. 31999 – I funzionari direttivi, esclusi dalla disciplina legale delle limitazioni dell’orario di lavoro, hanno diritto al compenso per lavoro straordinario se la disciplina collettiva delimiti anche per essi l’orario normale e tale orario venga in concreto superato oppure se la durata della loro prestazione valichi il limite di ragionevolezza in rapporto alla necessaria tutela della salute e dell’integrità fisiopsichica garantita dalla Costituzione a tutti i lavoratori
il 18 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
i funzionari direttivi, esclusi dalla disciplina legale delle limitazioni dell’orario di lavoro, hanno diritto al compenso per lavoro straordinario se la disciplina collettiva delimiti anche per essi l’orario normale e tale orario venga in concreto superato oppure se la durata della loro prestazione valichi il limite di ragionevolezza in rapporto alla necessaria tutela della salute e dell’integrità fisiopsichica garantita dalla Costituzione a tutti i lavoratori
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 13 dicembre 2018, n. 32378 – Nesso di causalità tra l’infortunio e le patologie concorrenti e riduzione della capacità lavorativa
il 17 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 13 dicembre 2018, n. 32378 Infortunio sul lavoro – Riconoscimento della rendita – Nesso di causalità tra l’infortunio e le patologie concorrenti – Riduzione della capacità lavorativa Rilevato che con sentenza del 27 marzo 2017, la Corte d’Appello di Reggio Calabria, chiamata a pronunziarsi, quale giudice del rinvio disposto da […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 13 dicembre 2018, n. 32334 – Risarcimento danno non patrimoniale per mancato svolgimento dell’attività di istruttore di tennis
il 17 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 13 dicembre 2018, n. 32334 Lavoro – Risarcimento danno non patrimoniale – Mancato svolgimento dell’attività di istruttore di tennis Rilevato che, con sentenza pubblicata in data 8.11.2013, la Corte di Appello di Bologna, in parziale riforma della sentenza del Tribunale della stessa sede emessa il 10.12.2009, ha dichiarato non dovuta […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 12 dicembre 2018, n. 32164 – Accordo transattivo viziato con effetti di nullità o annullabilità – In tema di presunzioni di cui all’art. 2729 c.c., la denunciata mancata applicazione di un ragionamento presuntivo che si sarebbe potuto e dovuto fare, ove il giudice di merito non abbia motivato alcunché al riguardo
il 17 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
in tema di presunzioni di cui all’art. 2729 c.c., la denunciata mancata applicazione di un ragionamento presuntivo che si sarebbe potuto e dovuto fare, ove il giudice di merito non abbia motivato alcunché al riguardo (e non si verta nella diversa ipotesi in cui la medesima denuncia sia stata oggetto di un motivo di appello contro la sentenza di primo grado, nel qual caso il silenzio del giudice può essere dedotto come omissione di pronuncia su motivo di appello), non è deducibile come vizio di violazione di norma di diritto, bensì solo ai sensi e nei limiti dell’art. 360, co. 1, n. 5 c.p.c., cioè come omesso esame di un fatto secondario (dedotto come giustificativo dell’inferenza di un fatto ignoto principale), purché decisivo
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