in quanto riguardo alle imposte sui redditi, a norma della L. n. 537 del 1993, art. 14, comma 4-bis, (nella formulazione introdotta con il D.L. n. 16 del 2012, art. 8, comma 1, conv. L. n. 44 del 2012), non sono deducibili i costi e le spese dei beni o delle prestazioni di servizio direttamente utilizzati per il compimento di atti o attività nel caso di illeciti penalmente rilevanti
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 08 ottobre 2018, n. 24646 – Indeducibilità del costo del personale assunto con agevolazione per gli iscritti in mobilità da altra azienda del gruppo societario quando è configurabile il reato di truffa ai danni dell’INPS
il 15 Ottobre, 2018in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: accertamento, cassazione tributi, TUIR
Ricostituzione in capo all’incorporante delle riserve fiscali in ipotesi di fusione inversa – Risposta 04 ottobre 2018, n. 27 dell’Agenzia delle Entrate
il 9 Ottobre, 2018in TRIBUTItags: RISOLUZIONI TRIBUTARIE, TUIR
Ricostituzione in capo all’incorporante delle riserve fiscali in ipotesi di fusione inversa – Risposta 04 ottobre 2018, n. 27 dell’Agenzia delle Entrate
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 03 ottobre 2018, n. 24010 – In tema di imposte sui redditi la plusvalenza fiscalmente rilevante collegata alla cessione di una azienda si realizza al momento della conclusione del contratto, mentre non hanno rilievo alcune le vicende successive relative all’adempimento degli obblighi contrattuali
il 9 Ottobre, 2018in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: accertamento, cassazione tributi, TUIR
In tema di imposte sui redditi la plusvalenza fiscalmente rilevante collegata alla cessione di una azienda si realizza al momento della conclusione del contratto, mentre non hanno rilievo alcune le vicende successive relative all’adempimento degli obblighi contrattuali. Il comma 2 lett. a) dell’articolo 109 del TUIR stabilisce che ai fini della determinazione dell’esercizio di competenza i corrispettivi delle cessioni si considerano conseguiti e le spese di acquisizione si considerano sostenute:
– alla data della consegna o spedizione per i beni mobili, ovvero, se diversa o successiva, alla data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto reale;
– alla data della stipulazione dell’atto per gli immobili e per le aziende, ovvero, se diversa e successiva, alla data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto reale.
Per entrambe le ipotesi non si tiene conto delle clausole di riserva di proprietà contenute nei contratti di cessione i quali, pertanto, ancorchè siano da considerarsi come sottoposti a condizione sospensiva ai fini civilistici, spiegano piena efficacia agli effetti fiscali. Con riguardo ai beni immobili, la norma prevede che, ai fini della determinazione dell’esercizio di competenza, i corrispettivi delle cessioni si considerano conseguiti e le spese di acquisizione si considerano sostenute alla data della stipulazione dell’atto.
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 03 ottobre 2018, n. 24055 – Somma percepita a titolo di transazione per rinuncia all’azione di risoluzione del contratto per inadempienza – Qualificazione come lucro cessante – Imponibilità come redditi diversi
il 8 Ottobre, 2018in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: accertamento, cassazione tributi, TUIR
«L’interpretazione della volontà delle parti in relazione al contenuto di un contratto o di una qualsiasi clausola contrattuale importa indagini e valutazioni di fatto affidate al potere discrezionale del giudice di merito, non sindacabili in sede di legittimità ove non risultino violati i canoni normativi di ermeneutica contrattuale e non sussista un vizio nell’attività svolta dal giudice di merito, tale da influire sulla logicità, congruità e completezza della motivazione. Peraltro, quando il ricorrente censuri l’erronea interpretazione di clausole contrattuali da parte del giudice di merito, per il principio di autosufficienza del ricorso, ha l’onere di trascriverle integralmente perché al giudice di legittimità è precluso l’esame degli atti per verificare la rilevanza e la fondatezza della censura»
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 03 ottobre 2018, n. 24046 – Requisiti per la deducibilità fiscale delle spese di sponsorizzazione del marchio ed del cosiddetto premio fedeltà
il 8 Ottobre, 2018in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: accertamento, cassazione tributi, TUIR
costituiscono spese di rappresentanza quelle affrontate per iniziative volte ad accrescere il prestigio e l’immagine dell’impresa ed a potenziarne le possibilità di sviluppo, mentre vanno qualificate come spese pubblicitarie o di propaganda quelle erogate per la realizzazione di iniziative tendenti, prevalentemente anche se non esclusivamente, alla pubblicizzazione di prodotti, marchi e servizi, o comunque dell’attività svolta.
In tema di imposte sul reddito d’impresa, “il cosiddetto premio fedeltà, istituito contrattualmente per apportare un beneficio integrativo del trattamento di fine rapporto dei dipendenti che abbiano maturato un’elevata anzianità di servizio in azienda all’atto della cessazione del rapporto di lavoro, costituisce un costo deducibile, operando in costanza del rapporto di lavoro ed essendo rilevante nell’ambito dell’economia aziendale e dei relativi ricavi, atteso, peraltro, che ove venga meno per circostanze anormali, il beneficio viene recuperato alla disponibilità della società medesima
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 03 ottobre 2018, n. 24040 – Legittima l’istanza di rimborso per il credito d’imposta alla luce della convenzione tra Italia e Francia per evitare le doppie imposizioni
il 8 Ottobre, 2018in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: accertamento, cassazione tributi, TUIR
tanto le norme “comunitarie” che quelle “convenzionali” mirano, anche se con modalità e strumenti diversificati, alla eliminazione, o quantomeno alla attenuazione, della doppia imposizione (in senso giuridico ed economico), sicché non è affatto escluso dalla direttiva madre-figlia che la società-madre, sussistendone tutti i presupposti, possa optare per il regime convenzionale diretto a neutralizzare l’imposizione, in luogo di quello della piena detassazione, deve ritenersi invece precluso – perché avulso ed eccedente rispetto alla finalità di evitare la doppia imposizione – il riconoscimento alla società madre del credito d’imposta, proprio perché esso si risolverebbe nella “distorsione rappresentata da un indebito duplice beneficio, ovvero da una duplice non-imposizione
Leggi tuttoValutazione anti-abuso della scissione proporzionale – Risposta 03 ottobre 2018, n. 21 dell’Agenzia delle Entrate
il 8 Ottobre, 2018in TRIBUTItags: RISOLUZIONI TRIBUTARIE, TUIR
AGENZIA DELLE ENTRATE – Risposta 03 ottobre 2018, n. 21 Articolo 10-bis della legge 27 luglio 2000, n. 212 e articolo 173 del TUIR di cui al d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 Valutazione anti-abuso scissione proporzionale Quesito Le società istanti – ALFA S.p.a. (di seguito soltanto “Alfa”, ovvero “scindenda”) e BETA S.r.l. (di seguito […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 03 ottobre 2018, n. 24019 – Effetti del giudicato esterno – Accertamento per il disconoscimento della deducibilità dal reddito degli interessi corrisposti ad istituti di credito in relazione ad un’operazione di leasing
il 8 Ottobre, 2018in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: accertamento, cassazione tributi, TUIR
Effetti del giudicato esterno – Accertamento per il disconoscimento della deducibilità dal reddito degli interessi corrisposti ad istituti di credito in relazione ad un’operazione di leasing.
l’effetto vincolante del giudicato formatosi sulla statuizione di infondatezza del recupero a tassazione degli interessi passivi dedotti dall’impresa per l’anno 2004 si estende anche al presente giudizio, relativo ad atto impositivo emesso per l’annualità precedente, non trovando ostacolo nell’autonomia dei periodi d’imposta, in quanto l’indifferenza della fattispecie costitutiva dell’obbligazione relativa ad un determinato periodo rispetto ai fatti che si siano verificati al di fuori dello stesso si giustifica soltanto in relazione ai fatti non aventi caratteristica di durata e comunque variabili da periodo a periodo e non anche rispetto agli elementi costitutivi della fattispecie che, come nel caso in esame, estendendosi ad una pluralità di periodi d’imposta, assumono carattere tendenzialmente permanente
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