per i trattamenti pensionistici maturati dal 1° gennaio 2007 in poi trova applicazione l’art. 3, co. 12, della l. 8.08.95 n. 335 nella formulazione introdotta dall’art. 1, co. 763, della 1. 27.12.06 n. 296, che prevede che gli enti previdenziali suddetti emettano delibere che mirano alla salvaguardia dell’equilibrio finanziario di lungo termine, “avendo presente” — e non più rispettando in modo assoluto — il principio del prò rata, tenendo conto dei criteri di gradualità e di equità fra generazioni. Con riferimento agli stessi trattamenti pensionistici maturati dopo dal 10 gennaio 2007, sono fatti salvi gli atti e le deliberazioni in materia previdenziale già adottati dagli enti medesimi ed approvati dai Ministeri vigilanti prima della data di entrata in vigore della legge n. 296 del 2006, ai sensi dell’ultimo periodo del detto art. 1, co. 763, della legge n. 296 del 2006, come interpretato dall’art. 1, co. 488, della 1. 27.12.13 n. 147, il quale ha contenuto chiarificatore del dettato legislativo e non viola i canoni legittimanti l’intervento interpretativo del legislatore desumibili dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 30 novembre 2018, n. 31097 – Le prestazioni pensionistiche erogate dagli enti previdenziali privatizzati ai sensi del d.lgs. 30.06.94 n. 509 ed in relazione alle anzianità già maturate rispetto all’introduzione delle modifiche imposte dalla legge di riforma, per i trattamenti pensionistici maturati prima del 1° gennaio 2007 trova applicazione l’art. 3, co. 12, della 1. n. 335 del 1995 nella formulazione originaria, che prevedeva l’applicazione rigorosa del principio del pro rata
il 4 Dicembre, 2018in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, PENSIONI
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 30 novembre 2018, n. 31081 – Nei contratti a tempo determinato la genericità della causale giustificativa comporta l’illegittimità del termine apposto
il 4 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
la specificità della ragione giustificatrice del termine sussiste quando gli elementi indicati nel contratto di lavoro consentono di identificare e di rendere verificabile la esigenza aziendale che legittima la previsione della clausola; accessoria, senza imporre al datore di lavoro l’onere di formalizzare la temporaneità dell’esigenza posta a giustificazione dell’assunzione
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 30 novembre 2018, n. 31090 – Licenziamento per abbandono posto di lavoro e sottrazione beni – La differenza fra l’omessa pronuncia e l’omessa motivazione su un punto decisivo della controversia si coglie nel senso che, mentre nella prima l’omesso esame concerne direttamente una domanda od un’eccezione introdotta in causa – e, quindi, nel caso del motivo d’appello, uno dei fatti costitutivi della “domanda” di appello -, nella seconda ipotesi l’attività di esame del giudice, che si assume omessa, non concerne direttamente la domanda o l’eccezione, ma una circostanza di fatto che, ove valutata, avrebbe comportato una diversa decisione su uno dei fatti costitutivi della domanda o su un’eccezione e, quindi, su uno dei fatti principali della controversia
il 4 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
La differenza fra l’omessa pronuncia di cui all’art. 112 cod. proc. civ. e l’omessa motivazione su un punto decisivo della controversia di cui all’art. 360, co. 1, n. 5, cod. proc. civ., applicabile “ratione temporis”, si coglie nel senso che, mentre nella prima l’omesso esame concerne direttamente una domanda od un’eccezione introdotta in causa – e, quindi, nel caso del motivo d’appello, uno dei fatti costitutivi della “domanda” di appello -, nella seconda ipotesi l’attività di esame del giudice, che si assume omessa, non concerne direttamente la domanda o l’eccezione, ma una circostanza di fatto che, ove valutata, avrebbe comportato una diversa decisione su uno dei fatti costitutivi della domanda o su un’eccezione e, quindi, su uno dei fatti principali della controversia
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 29 novembre 2018, n. 30916 – Trasferimento dei dipendenti negli Enti locali e richiesta del riconoscimento dell’anzianità maturata – l confronto è con le condizioni immediatamente antecedenti al trasferimento dello stesso lavoratore trasferito si deve trattare di “peggioramento retributivo sostanziale” ed il confronto tra le condizioni deve essere “globale” e, quindi, non limitato allo specifico istituto
il 4 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
Trasferimento dei dipendenti negli Enti locali e richiesta del riconoscimento dell’anzianità maturata – l confronto è con le condizioni immediatamente antecedenti al trasferimento dello stesso lavoratore trasferito si deve trattare di “peggioramento retributivo sostanziale” ed il confronto tra le condizioni deve essere “globale” e, quindi, non limitato allo specifico istituto
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 29 novembre 2018, n. 30908 – In materia di appalti pubblici non è applicabile alle pubbliche amministrazioni la responsabilità solidale prevista dall’art. 29, comma 2 del D.lgs. 276/2003
il 4 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
In materia di appalti pubblici, ai sensi dell’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 276 del 2003, non è applicabile alle pubbliche amministrazioni la responsabilità solidale prevista dall’art. 29, comma 2, del richiamato decreto, dovendosi ritenere che l’art. 9 del d.l. n. 76 del 2013, conv. con modif. nella I. n. 99 del 2013, nella parte in cui prevede la inapplicabilità del suddetto articolo 29 ai contratti di appalto stipulati dalle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1 del d.lgs. n. 165 del 2001, non abbia carattere di norma d’interpretazione autentica, dotata di efficacia retroattiva, avendo solo esplicitato, senza innovare il quadro normativo previgente, un precetto già desumibile dal testo originario del richiamato art. 29 e dalle successive integrazioni.
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 29 novembre 2018, n. 30899 – Tra persone legate da vincoli di parentela o di affinità opera una presunzione di gratuità della prestazione lavorativa per superare tale presunzione, è necessario fornire la prova rigorosa degli elementi tipici della subordinazione – Vizi della motivazione
il 4 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, COLF e BADANTI
Tra persone legate da vincoli di parentela o di affinità opera una presunzione di gratuità della prestazione lavorativa per superare tale presunzione, è necessario fornire la prova rigorosa degli elementi tipici della subordinazione – Vizi della motivazione
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 26 ottobre 2018, n. 27213 – L’assoggettamento dei dipendenti dello pseudo appaltatore al potere direttivo e di controllo dell’effettivo utilizzatore delle prestazioni lavorative costituisce, secondo quanto evidenziato in giurisprudenza uno degli indici principali dell’interposizione e, quindi della non genuinità dell’appalto
il 3 Dicembre, 2018in APPALTI, lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
l’assoggettamento dei dipendenti dello pseudo appaltatore al potere direttivo e di controllo dell’effettivo utilizzatore delle prestazioni lavorative costituisce, secondo quanto evidenziato in giurisprudenza, (Cass. n. 86431 del 2001, Cass. n. 3196 del 2000, Cass. n. 5087 del 99), uno degli indici principali dell’interposizione e, quindi della non genuinità dell’appalto
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 31 ottobre 2018, n. 27974 – In tema di contratto di lavoro a tempo determinato, l’atto scritto contenente , a norma dell’art. 1 legge n. 230 del 1962, l’indicazione del termine iniziale del rapporto lavorativo, deve essere precedente o almeno contestuale all’inizio della prestazione lavorativa e deve intervenire direttamente tra datore di lavoro e lavoratore
il 3 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
in tema di contratto di lavoro a tempo determinato, l’atto scritto contenente , a norma dell’art. 1 legge n. 230 del 1962, l’indicazione del termine iniziale del rapporto lavorativo, deve essere precedente o almeno contestuale all’inizio della prestazione lavorativa e deve intervenire direttamente tra datore di lavoro e lavoratore, con la conseguenza che esso non può essere sostituito da singoli atti della procedura di avviamento al lavoro e da un contratto che, intervenendo solo successivamente all’inizio della prestazione lavorativa, si richiami a detti atti
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