In tema di spese processuali, agli effetti dell’art. 41 del d.m. 20 luglio 2012, n. 140, il quale ha dato attuazione all’art. 9, secondo comma, del d.l. 24 gennaio 2012, n. 1, convertito in legge 24 marzo 2012, n. 27, i nuovi parametri, cui devono essere commisurati i compensi dei professionisti in luogo delle abrogate tariffe professionali, sono da applicare ogni qual volta la liquidazione giudiziale intervenga in un momento successivo alla data di entrata in vigore del predetto decreto e si riferisca al compenso spettante ad un professionista che, a quella data, non abbia ancora completato la propria prestazione professionale, ancorché tale prestazione abbia avuto inizio e si sia in parte svolta quando ancora erano in vigore le tariffe abrogate, evocando l’accezione omnicomprensiva di “compenso” la nozione di un corrispettivo unitario per l’opera complessivamente prestata”
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 22 ottobre 2018, n. 26672 – Vanno applicate le tariffe vigenti al momento della liquidazione delle spese processuali (d.m. 20 luglio 2012), ancorché il relativo giudizio fosse iniziato nel vigore delle tariffe precedenti
il 25 Ottobre, 2018in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 22 ottobre 2018, n. 26667 – La neutralizzazione dei periodi di sospensione del rapporto assicurativo previdenziale obbligatorio, che derivino da alcune obiettive situazioni impeditive ai fini dell’esclusione dei periodi medesimi in sede di verifica dei requisiti contributivi è espressione di un principio generale del sistema previdenziale, diretto ad impedire che il lavoratore perda il diritto alla prestazione previdenziale
il 25 Ottobre, 2018in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro
ai fini della neutralizzazione del requisito contributivo specifico (il periodo contributivo minimo richiesto nell’ultimo quinquennio) non è necessario che la malattia intervenga nel corso di rapporto. E che, nell’ipotesi in cui il requisito contributivo specifico non sia stato maturato in conseguenza della malattia dell’assicurato, la prestazione d’invalidità deve essere riconosciuta ugualmente sulla base del possesso del requisito assicurativo generico (consistente nel versamento di cinque anni complessivi di contribuzione comunque maturati)
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 ottobre 2018, n. 26498 – Licenziamento per superamento del periodo di comporto ed esclusione delle giornate di assenze del lavoratore dovute ad infortunio sul lavoro o a malattia professionale in cui sussista una responsabilità del datore di lavoro ex art. 2087 c.c.
il 25 Ottobre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
la fattispecie di recesso del datore di lavoro in caso di assenze determinate da malattia del lavoratore si inquadri nello schema previsto e sia soggetta alle regole dettate dall’art. 2110 c.c., che prevalgono, per la loro specialità, sia sulla disciplina generale della risoluzione del contratto per sopravvenuta impossibilità parziale della prestazione lavorativa, sia sulla disciplina limitativa dei licenziamenti individuali, con la conseguenza che, in dipendenza di tale specialità e del contenuto derogatorio delle suddette regole, il datore di lavoro, da un lato, non può unilateralmente recedere o, comunque, far cessare il rapporto di lavoro prima del superamento del limite di tollerabilità dell’assenza (cosiddetto periodo di comporto), predeterminato per legge, dalla disciplina collettiva o dagli usi, oppure, in difetto di tali fonti, determinato dal giudice in via equitativa, e, dall’altro, che il superamento di quel limite è condizione sufficiente di legittimità del recesso, nel senso che non è all’uopo necessaria la prova del giustificato motivo oggettivo né della sopravvenuta impossibilità della prestazione lavorativa, né della correlata impossibilità di adibire il lavoratore a mansioni diverse, senza che ne risultino violati disposizioni o principi costituzionali
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 18 ottobre 2018, n. 26210 – L’assemblea sul posto di lavoro può essere indetta da un singolo componente RSU
il 25 Ottobre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
L’assemblea sul posto di lavoro può essere indetta da un singolo componente RSU – l’autonomia collettiva può prevedere organismi di rappresentatività sindacale in azienda diversi rispetto alle rappresentanze sindacali aziendali, assegnando ad essi prerogative sindacali non necessariamente identiche a quelle delle r.s.a., con l’unico limite, di cui all’art. 17 della I. n. 300 del 1970, del divieto di riconoscere ad un sindacato un’ingiustificata posizione differenziata
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 17 ottobre 2018, n. 26021 – L’ammissione al passivo della domanda del lavoratore non esclude che, almeno rispetto all’an della autonoma prestazione previdenziale, l’I.N.P.S. possa contestare la ricorrenza dei presupposti del diritto di credito lavoristico alla tutela del quale è preposto il Fondo di Garanzia
il 25 Ottobre, 2018in PROCEDURE CONCORSUALI e SOCIETA' - GIURISPRUDENZAtags: cassazione procedure concorsuali, PROCEDURE CONCORSUALI
recentemente maturato l’orientamento, qui da applicare, secondo cui l’ammissione al passivo della domanda del lavoratore non esclude che, almeno rispetto all’an della autonoma prestazione previdenziale, l’I.N.P.S. possa contestare la ricorrenza dei presupposti del diritto di credito lavoristico alla tutela del quale è preposto il Fondo di Garanzia
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 22 ottobre 2018, n. 26669 – In tema di ricorso per cassazione, è contraddittoria la denuncia, in un unico motivo, dei due distinti vizi di omessa pronuncia e di omessa motivazione su un punto decisivo della controversia
il 25 Ottobre, 2018in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro
In tema di ricorso per cassazione, è contraddittoria la denuncia, in un unico motivo, dei due distinti vizi di omessa pronuncia e di omessa motivazione su un punto decisivo della controversia
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 22 ottobre 2018, n. 26679 – Nel licenziamento per mancato superamento del periodo di prova l’obbligo di motivazione non può avere il medesimo contenuto prescritto nel caso di licenziamento di un lavoratore con rapporto a tempo indeterminato
il 24 Ottobre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
Nel licenziamento per mancato superamento del periodo di prova l’obbligo di motivazione non può avere il medesimo contenuto prescritto nel caso di licenziamento di un lavoratore con rapporto a tempo indeterminato
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 22 ottobre 2018, n. 26675 – L’art. 18 cit., nel settimo comma introdotto dall’art. 1. l. n. 92 del 2012, prevede espressamente la reintegrazione per il caso in cui il giudice accerti il difetto di giustificazione del licenziamento “intimato per motivo oggettivo consistente nell’inidoneità fisica o psichica del lavoratore”, senza attribuire al giudice stesso alcuna discrezionalità”
il 24 Ottobre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
L’art. 18 cit., nel settimo comma introdotto dall’art. 1. l. n. 92 del 2012, prevede espressamente la reintegrazione per il caso in cui il giudice accerti il difetto di giustificazione del licenziamento “intimato per motivo oggettivo consistente nell’inidoneità fisica o psichica del lavoratore”, senza attribuire al giudice stesso alcuna discrezionalità”
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