Il potere-dovere inibitorio di sospensione dei lavori, attribuito al coordinatore per la sicurezza in fase esecutiva dall’art. 92, comma 1, lett. f), d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, è correlato a qualsiasi ipotesi in cui tale garante riscontri direttamente un pericolo grave e imminente, a prescindere dalla verifica di specifiche violazioni della normativa antinfortunistica e del rischio interferenziale
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE, sezione penale, sentenza n. 7414 depositata il 20 febbraio 2024 – Il potere-dovere inibitorio di sospensione dei lavori, attribuito al coordinatore per la sicurezza in fase esecutiva dall’art. 92, comma 1, lett. f), d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, è correlato a qualsiasi ipotesi in cui tale garante riscontri direttamente un pericolo grave e imminente, a prescindere dalla verifica di specifiche violazioni della normativa antinfortunistica e del rischio interferenziale
il 12 Marzo, 2024in PENALE - GIURISPRUDENZAtags: cassazione penale, sicurezza sul lavoro
CORTE di CASSAZIONE, sezione lavoro, ordinanza n. 4743 depositata il 22 febbraio 2024 – In tema di minimale contributivo previsto, nel settore edile, dall’art. 29 del d.l. n. 244 del 1995, conv. in l. n. 341 del 1995, è necessario scindere le due ipotesi ivi previste, quella della sospensione dell’attività, per la quale sussiste il presupposto dell’obbligo della retribuzione corrispettivo, ad eccezione delle ipotesi di sospensione debitamente comunicate all’INPS in via preventiva ed oggettivamente accertabile, e quella della riduzione dell’attività, nella quale, sussistendo una retribuzione, seppure parziale, esprime tutto il suo vigore la regola del minimale e della tassatività delle ipotesi di esclusione
il 12 Marzo, 2024in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, CONTRIBUTI PREV, DIRITTO PROCESSUALE
In tema di minimale contributivo previsto, nel settore edile, dall’art. 29 del d.l. n. 244 del 1995, conv. in l. n. 341 del 1995, è necessario scindere le due ipotesi ivi previste, quella della sospensione dell’attività, per la quale sussiste il presupposto dell’obbligo della retribuzione corrispettivo, ad eccezione delle ipotesi di sospensione debitamente comunicate all’INPS in via preventiva ed oggettivamente accertabile, e quella della riduzione dell’attività, nella quale, sussistendo una retribuzione, seppure parziale, esprime tutto il suo vigore la regola del minimale e della tassatività delle ipotesi di esclusione
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE, sezione lavoro, ordinanza n. 5514 depositata il 1° marzo 2024 – L’istituto della rimessione in termini, previsto dall’art. 153, secondo comma c.p.c., come novellato dalla legge n. 69 del 2009, opera anche con riguardo al termine per proporre impugnazione e richiede la dimostrazione che la decadenza sia stata determinata da una causa non imputabile alla parte, perché cagionata da un fattore estraneo alla sua volontà che presenti i caratteri dell’assolutezza, e non già di un’impossibilità relativa, né tantomeno di una mera difficoltà
il 12 Marzo, 2024in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, DIRITTO PROCESSUALE
L’istituto della rimessione in termini, previsto dall’art. 153, secondo comma c.p.c., come novellato dalla legge n. 69 del 2009, opera anche con riguardo al termine per proporre impugnazione e richiede la dimostrazione che la decadenza sia stata determinata da una causa non imputabile alla parte, perché cagionata da un fattore estraneo alla sua volontà che presenti i caratteri dell’assolutezza, e non già di un’impossibilità relativa, né tantomeno di una mera difficoltà
Leggi tuttoCorte di giustizia dell’Unione Europea, Terza Sezione, Sentenza 7 marzo 2024, causa C-341/22 – L’articolo 30 della legge n. 724/1994 (società di comodo) viola l’articolo 9 e l’art. 167 della direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006 ed i principi di neutralità dell’IVA e di proporzionalità, nella parte in cui prevede la possibilità di rimborso ed il divieto alla compensazione o cessione ed, inoltre, la perdita del credito IVA se per tre periodi consecutivi effettui operazioni rilevanti ai fini dell’IVA il cui valore economico non raggiunge la soglia fissata da una normativa nazionale
il 12 Marzo, 2024in Corte CE-UE, TRIBUTItags: CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE, IVA
L’articolo 30 della legge n. 724/1994 (società di comodo) viola l’articolo 9 e l’art. 167 della direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006 ed i principi di neutralità dell’IVA e di proporzionalità, nella parte in cui prevede la possibilità di rimborso ed il divieto alla compensazione o cessione ed, inoltre, la perdita del credito IVA se per tre periodi consecutivi effettui operazioni rilevanti ai fini dell’IVA il cui valore economico non raggiunge la soglia fissata da una normativa nazionale
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE, sezione lavoro, sentenza n. 5209 depositata il 27 febbraio 2024 – La previa contestazione dell’addebito, necessaria in funzione dei licenziamenti qualificabili come disciplinari, ha lo scopo di consentire al lavoratore l’immediata difesa e deve conseguentemente rivestire il carattere della specificità, che è integrato quando sono fornite le indicazioni necessarie ed essenziali per individuare, nella sua materialità, il fatto o i fatti nei quali il datore di lavoro abbia ravvisato infrazioni disciplinari o comunque comportamenti in violazione dei doveri di cui agli artt. 2104 e 2105 cod. civ.. L’accertamento relativo al requisito della specificità della contestazione costituisce oggetto di un’indagine di fatto, incensurabile in sede di legittimità, salva la verifica di logicità e congruità delle ragioni esposte dal giudice di merito
il 11 Marzo, 2024in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
La previa contestazione dell’addebito, necessaria in funzione dei licenziamenti qualificabili come disciplinari, ha lo scopo di consentire al lavoratore l’immediata difesa e deve conseguentemente rivestire il carattere della specificità, che è integrato quando sono fornite le indicazioni necessarie ed essenziali per individuare, nella sua materialità, il fatto o i fatti nei quali il datore di lavoro abbia ravvisato infrazioni disciplinari o comunque comportamenti in violazione dei doveri di cui agli artt. 2104 e 2105 cod. civ.. L’accertamento relativo al requisito della specificità della contestazione costituisce oggetto di un’indagine di fatto, incensurabile in sede di legittimità, salva la verifica di logicità e congruità delle ragioni esposte dal giudice di merito
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE, sezione lavoro, sentenza n. 5091 depositata il 26 febbraio 2024 – Il principio di tassatività delle clausole contrattual-collettive che prevedono sanzioni conservative impone che, ai fini della loro applicazione, la fattispecie concreta sia perfettamente sovrapponibile a quella astratta delineata dalle parti sociali
il 11 Marzo, 2024in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
Il principio di tassatività delle clausole contrattual-collettive che prevedono sanzioni conservative impone che, ai fini della loro applicazione, la fattispecie concreta sia perfettamente sovrapponibile a quella astratta delineata dalle parti sociali
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE, sezione lavoro, ordinanza n. 4898 depositata il 23 febbraio 2024 – La prescrizione del diritto alla maggiorazione contributiva in conseguenza dell’esposizione all’amianto, che, incidendo su un autonomo diritto e non sulla rivendicazione di una componente del credito previdenziale, è definitiva e non limitata ai singoli ratei, decorre dal momento in cui il lavoratore abbia la consapevolezza della suddetta esposizione
il 11 Marzo, 2024in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, PENSIONI
La prescrizione del diritto alla maggiorazione contributiva in conseguenza dell’esposizione all’amianto, che, incidendo su un autonomo diritto e non sulla rivendicazione di una componente del credito previdenziale, è definitiva e non limitata ai singoli ratei, decorre dal momento in cui il lavoratore abbia la consapevolezza della suddetta esposizione
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE, sezione tributaria, ordinanza n. 5334 depositata il 29 febbraio 2024 – Il ricorso per cassazione deve contenere, a pena di inammissibilità, l’esposizione sommaria dei fatti di causa ed è volto a garantire la regolare e completa instaurazione del contraddittorio e può ritenersi soddisfatto a condizione che il contenuto del ricorso consenta al giudice di legittimità, in relazione ai motivi proposti, di avere una chiara e completa cognizione dei fatto sostanziale che ha originato la controversia e della vicenda processuale, ivi comprese le ragioni della decisione di primo e di secondo grado, senza dover ricorrere ad altre fonti o atti, compresa la stessa sentenza impugnata
il 11 Marzo, 2024in TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, processo tributario
Il ricorso per cassazione deve contenere, a pena di inammissibilità, l’esposizione sommaria dei fatti di causa ed è volto a garantire la regolare e completa instaurazione del contraddittorio e può ritenersi soddisfatto a condizione che il contenuto del ricorso consenta al giudice di legittimità, in relazione ai motivi proposti, di avere una chiara e completa cognizione dei fatto sostanziale che ha originato la controversia e della vicenda processuale, ivi comprese le ragioni della decisione di primo e di secondo grado, senza dover ricorrere ad altre fonti o atti, compresa la stessa sentenza impugnata
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